Non si sa chi è. Non si sa neanche se è un santo. E' un'opera dell'amato Tullio Lombardo e si può ammirare nel Lapideo della Chiesa di Santo Stefano che fa parte del museo della chiesa. Entrata a pagamento (3 euro credo oppure con Chorus card che costa 9 euro e vale per 16 chiese nella cornice di un anno, in ciascuna di queste chiese si può entrare solo una volta con questa carta).
сряда, 29 декември 2010 г.
вторник, 28 декември 2010 г.
Chiesa di Santo Stefano
Ricostriuta agli inizi del Quattrocento nella forma che ora si vede la Chiesa di Santo Stefano Protomartire fu completata il 13 ottobre 1443 e dedicata il 24 gennaio 1496. I frati eremitani agostiniani, presenti a Venezia dal 1002 dapprima nell'isola di Santa Maria di Nazareth e in seguito a S.Anna di Castello, dopo pochi anni di presenza nella zona ottennero dal Vescovo Quierini, nel 1294, di poter costruire una chiesa più grande dedicata a Santo Stefano.
Nel 1810 venne soppresso da Napoleone il convento degli Eremitani agostiniani e la chiesa devenne parrocchia.
La facciata in mattoni a vista è divisa in tre parti: una a capanna centrale più alta e due ali laterali. Il portale decorato è opera di Bartolomeo Bon (sec. XV). Ai lati del portale e sulle ali laterali quattro eleganti bifore e sopra un rosone e un occhio per dare luce alla carena interna. Ai vertici "edicolette" gotiche in marmo bianco terminanti con la tipica "banderuola marciana".
La volta della chiesa a carena di nave rovesciata. Tutto l'impianto, nel significato mistico della chiesa, riporta ad una galea rovesciata dove le colonne sono gli alberi della nave e le travature i ponti.
La navata centrale è separata dalle lateriali di colonne alternate in marmo rosso di Verona e marmo greco, sovrastate da capitelli a becco di civetta.
Sopra gli archi affreschi monocromatici con fiorami gotici sorreggono ciascuno un santo agostiniano.
La tomba del Doge Francesco Morosini nato il 26 aprile 1619, soprannominato "Peloponnesiaco", eletto per Doge il 1688 e morto il 1694. Come scrive Claudio Rendina nel suo libro "I DOGI storia e segreti" un doge simile Venezia non lo aveva dai tempi di Francesco Foscari e non lo avrebbe più avuto. La morte lo ragggiunse il 6 gennaio 1694 a Nauplia, un imponente corteo militare rese omaggio alla sua bara posta su un grandioso catafalco nella chiesa di S.Antonio, dove furono sepolti il cuore e le viscere. Poi la salma fu trasportata a Venezia e tumulata a Santo Stefano.
Sei gradini in marmo rosso di Verona portano al Presbiterio lungo 10 metri e largo 16 metri. Due costoloni incrociati determinano in alto quattro vele.
Il Presepe di vetro che fa parte del Tesoro di Santo Stefano, cioè il tesoro della chiesa. Il tesoro, il Lapideo e la Quadreria completano il museo della chiesa che si trova nella cappella feriale nella Sagrestia Maggiore, dedicata a San Gabriele, patrono di fra Gabriele che la fece costruire (ora è adebita a museo della chiesa e la cosa assolutamente DA VEDERE lì è il cosidetto LAPIDEO dove potete vedere il giovane santo anonimo dell'amato Tullio Lombardo e una stele funeraria all'antica di Antonio Canova.)
Nel 1810 venne soppresso da Napoleone il convento degli Eremitani agostiniani e la chiesa devenne parrocchia.
La facciata in mattoni a vista è divisa in tre parti: una a capanna centrale più alta e due ali laterali. Il portale decorato è opera di Bartolomeo Bon (sec. XV). Ai lati del portale e sulle ali laterali quattro eleganti bifore e sopra un rosone e un occhio per dare luce alla carena interna. Ai vertici "edicolette" gotiche in marmo bianco terminanti con la tipica "banderuola marciana".
La volta della chiesa a carena di nave rovesciata. Tutto l'impianto, nel significato mistico della chiesa, riporta ad una galea rovesciata dove le colonne sono gli alberi della nave e le travature i ponti.
La navata centrale è separata dalle lateriali di colonne alternate in marmo rosso di Verona e marmo greco, sovrastate da capitelli a becco di civetta.
Sopra gli archi affreschi monocromatici con fiorami gotici sorreggono ciascuno un santo agostiniano.
La tomba del Doge Francesco Morosini nato il 26 aprile 1619, soprannominato "Peloponnesiaco", eletto per Doge il 1688 e morto il 1694. Come scrive Claudio Rendina nel suo libro "I DOGI storia e segreti" un doge simile Venezia non lo aveva dai tempi di Francesco Foscari e non lo avrebbe più avuto. La morte lo ragggiunse il 6 gennaio 1694 a Nauplia, un imponente corteo militare rese omaggio alla sua bara posta su un grandioso catafalco nella chiesa di S.Antonio, dove furono sepolti il cuore e le viscere. Poi la salma fu trasportata a Venezia e tumulata a Santo Stefano.
Sei gradini in marmo rosso di Verona portano al Presbiterio lungo 10 metri e largo 16 metri. Due costoloni incrociati determinano in alto quattro vele.
Il Presepe di vetro che fa parte del Tesoro di Santo Stefano, cioè il tesoro della chiesa. Il tesoro, il Lapideo e la Quadreria completano il museo della chiesa che si trova nella cappella feriale nella Sagrestia Maggiore, dedicata a San Gabriele, patrono di fra Gabriele che la fece costruire (ora è adebita a museo della chiesa e la cosa assolutamente DA VEDERE lì è il cosidetto LAPIDEO dove potete vedere il giovane santo anonimo dell'amato Tullio Lombardo e una stele funeraria all'antica di Antonio Canova.)
понеделник, 27 декември 2010 г.
Il presepe di San Francesco
In qual modo il beato Francesco, in memoria della nascita di Cristo, ordinò che fosse preparato un presepe, vi fosse portato del fieno, vi fossero condotti un bue e un asino e qundi fece una predica sulla nascita del Re povero, tenendo un'orazione degna di quel santo uomo che era. Un soldato poi, al posto di quel bamvino che il Santo aveva fatto collocare ci vide proprio il Bambino Gesù.
[Leg. M.X, 7; 1 Cel. 84-87]
Giotto, Legend of St Francis: 13. Institution of the Crib at Greccio
1297-1300
Fresco, 270 x 230 cm
Upper Church, San Francesco, Assisi
Il presepe di Greccio
Francesco istiusce, la notte di Natale del 1223, il primo presepe vivente in mezzo a un bosco in località di Greccio nella provincia di Rieti. Il presepio risale a tempi più remoti, scolpito in bassorilievi e sarcofagi, ma è solo con Francesco che il presepio ha trovato la sua più ampia diffusione.
Francesco volendo ricordare la nascita di Gesù, meditare e far meditare su questo grande mistero dell'incarnazione di Dio, fece convocare una moltitudine di persone insieme ai frati, tanto che il bosco di Greccio risuonò di molte voci e si illuminò di molte luci. Fu celebrata una messa solenne sul presepio e Francesco cantò il Vangelo e predicò il mistero della Natività chiamando Cristo, per tenerezza di amore "il bimbo di Betlemme".
Giovanni Velita, un cavalliere di Greccio, colui che si era incaricato di apprestare il tutto, uomo di specchiata virtù e degno di fede, narrò di avere visto un bambinello dormire in quel presepio e Francesco che cercava di sveglarlo stringendoselo al petto con tutte e due le braccia. Il suo cuore felice era senza dubbio a Betlemme.
Giotto, con un'altra delle sue licenze pittoriche, immagina che questo evento si verifichi all'interno di una Chiesa che alcuni hanno definito romanica e che potrebbe essere la stessa Basilica inferiore ad Assisi; altri dicono poi che fosse addirittura la chiesa dello stesso castello di Greccio.
L'asino e il bue, come presene umili ma necessarie della natura, comunque sono piccolissimi rispetto alla statura dei personaggi.
Se volete potete vedere le foto che aveva fatto Fausto del Presepe in Chiesa dei Frari a Venezia. Dobbiamo dire che è il presepio di San Francesco ed tutti i presepi nelle chiese di oggi è l'incontrarsi spontaneo con le piccole cose, con quel particolare mistero, con quella piccola e grande storia raccontata attraverso le emozioni e i simboli della vita cristiana.
[Leg. M.X, 7; 1 Cel. 84-87]
Giotto, Legend of St Francis: 13. Institution of the Crib at Greccio
1297-1300
Fresco, 270 x 230 cm
Upper Church, San Francesco, Assisi
Il presepe di Greccio
Francesco istiusce, la notte di Natale del 1223, il primo presepe vivente in mezzo a un bosco in località di Greccio nella provincia di Rieti. Il presepio risale a tempi più remoti, scolpito in bassorilievi e sarcofagi, ma è solo con Francesco che il presepio ha trovato la sua più ampia diffusione.
Francesco volendo ricordare la nascita di Gesù, meditare e far meditare su questo grande mistero dell'incarnazione di Dio, fece convocare una moltitudine di persone insieme ai frati, tanto che il bosco di Greccio risuonò di molte voci e si illuminò di molte luci. Fu celebrata una messa solenne sul presepio e Francesco cantò il Vangelo e predicò il mistero della Natività chiamando Cristo, per tenerezza di amore "il bimbo di Betlemme".
Giovanni Velita, un cavalliere di Greccio, colui che si era incaricato di apprestare il tutto, uomo di specchiata virtù e degno di fede, narrò di avere visto un bambinello dormire in quel presepio e Francesco che cercava di sveglarlo stringendoselo al petto con tutte e due le braccia. Il suo cuore felice era senza dubbio a Betlemme.
Giotto, con un'altra delle sue licenze pittoriche, immagina che questo evento si verifichi all'interno di una Chiesa che alcuni hanno definito romanica e che potrebbe essere la stessa Basilica inferiore ad Assisi; altri dicono poi che fosse addirittura la chiesa dello stesso castello di Greccio.
L'asino e il bue, come presene umili ma necessarie della natura, comunque sono piccolissimi rispetto alla statura dei personaggi.
Se volete potete vedere le foto che aveva fatto Fausto del Presepe in Chiesa dei Frari a Venezia. Dobbiamo dire che è il presepio di San Francesco ed tutti i presepi nelle chiese di oggi è l'incontrarsi spontaneo con le piccole cose, con quel particolare mistero, con quella piccola e grande storia raccontata attraverso le emozioni e i simboli della vita cristiana.
събота, 25 декември 2010 г.
вторник, 21 декември 2010 г.
la tomba di Claudio Monteverdi
foto di Sig. Giandri
Se volete sapere di più potete vedere cosa ha postato Walter suClaudio Monteverdi maestro di cappella a Venezia, dove nella Cappella dei Milanesi della Basilica dei Frari riposano le sue spoglie.
La rosa (o le rose o come vedete nella foto anche altri fiori) ci sono sempre: ogni tanto il sacrestano toglie via quelle divenute secche.
foto di Sig. Giandri
La cappella dei Milanesi vista da una finestrina del campanile rivolta verso l'interno della Basilica.
Sig. Giandri ne ha fatto due ed è stato così gentile di mandarmele dopo tutte e due: in questa si vede un po' di più l'interno della cappella (il pavimento ed i gradini dell'altare, la lampada accesa sopra la tomba di Claudio Monteverdi).
Se volete sapere di più potete vedere cosa ha postato Walter suClaudio Monteverdi maestro di cappella a Venezia, dove nella Cappella dei Milanesi della Basilica dei Frari riposano le sue spoglie.
La rosa (o le rose o come vedete nella foto anche altri fiori) ci sono sempre: ogni tanto il sacrestano toglie via quelle divenute secche.
foto di Sig. Giandri
La cappella dei Milanesi vista da una finestrina del campanile rivolta verso l'interno della Basilica.
Sig. Giandri ne ha fatto due ed è stato così gentile di mandarmele dopo tutte e due: in questa si vede un po' di più l'interno della cappella (il pavimento ed i gradini dell'altare, la lampada accesa sopra la tomba di Claudio Monteverdi).
неделя, 19 декември 2010 г.
събота, 18 декември 2010 г.
Campiello de la feltrina
Dal ponte
Quel palazzo sul fondo è Corner Ca' Granda (adesso la Prefettura).
Anche la volta prossima mi chiedevo se questo palazzo ha un nome e quale sarà.
Un campanile alla romana ma di quale chiesa? San Maurzio? Signore dei Campanili, aiutooo!
Еntro in questo negozio stupita, mi danno permesso da fare qualche foto, purtroppo proprio quel giorno (7 settembre 2010) la ragazza aveva dimenticato a casa i biglietti da visita e così non posso dirvi il nome di questo negozio dove ci sono bellissimi cappelli e cinture fatte a mano. So dirvi però che si trova in Campiello de la feltrina.
Quel palazzo sul fondo è Corner Ca' Granda (adesso la Prefettura).
Anche la volta prossima mi chiedevo se questo palazzo ha un nome e quale sarà.
Un campanile alla romana ma di quale chiesa? San Maurzio? Signore dei Campanili, aiutooo!
Еntro in questo negozio stupita, mi danno permesso da fare qualche foto, purtroppo proprio quel giorno (7 settembre 2010) la ragazza aveva dimenticato a casa i biglietti da visita e così non posso dirvi il nome di questo negozio dove ci sono bellissimi cappelli e cinture fatte a mano. So dirvi però che si trova in Campiello de la feltrina.
петък, 17 декември 2010 г.
un leone marciano posto recentemente
Vedete la formella con il leone di San Marco. L'ho notato subito io.
Eccolo, benvenuto nella mia collezione di leoni marciani. Però è abbastanza strano, tutto sembra nuovo, il rilievo è alto, infatti è un altorilievo questo.
Ma chi sarà questo professiore? Con il nome scritto sia sul campanile che sul portone?
Photocredit: il profilo su fb della persona il cui nome e cognome ho letto sul campanile e sulla tabella sulla porta.
Sì, ero curiosa e l'ho cercato nella rete. Ho trovato un leone di San Marco con un'altra scritta nel libro che tiene.
Eccolo, benvenuto nella mia collezione di leoni marciani. Però è abbastanza strano, tutto sembra nuovo, il rilievo è alto, infatti è un altorilievo questo.
Ma chi sarà questo professiore? Con il nome scritto sia sul campanile che sul portone?
Photocredit: il profilo su fb della persona il cui nome e cognome ho letto sul campanile e sulla tabella sulla porta.
Sì, ero curiosa e l'ho cercato nella rete. Ho trovato un leone di San Marco con un'altra scritta nel libro che tiene.
четвъртък, 16 декември 2010 г.
un leone marciano
Vedo un leone marciano e uso lo zoom. Quei leoni in rilievo a Venezia ormai li colleziono.
Il mio principe colleziona le vere da pozzo, io colleziono i bassorilievi con i leoni marciani. Man mano vi faccio vedere tutto ciò che ho nella mia collezione fotografica. (A Walter piacciono le patere e da un po' vorrei scrivere un post delle patere.)
Faccio anche questa foto per ricordarmi poi la zona e vedo a 5 metri a sinistra il nunzioleto "Corte San Marco".
"Dai, andiamo a visitarla!", dico a Walter e così ne entriamo.
Il mio principe colleziona le vere da pozzo, io colleziono i bassorilievi con i leoni marciani. Man mano vi faccio vedere tutto ciò che ho nella mia collezione fotografica. (A Walter piacciono le patere e da un po' vorrei scrivere un post delle patere.)
Faccio anche questa foto per ricordarmi poi la zona e vedo a 5 metri a sinistra il nunzioleto "Corte San Marco".
"Dai, andiamo a visitarla!", dico a Walter e così ne entriamo.
вторник, 14 декември 2010 г.
La vera da pozzo in Corte San Marco
La Signora Straniera e il Fotografo entrano in Corte San Marco, tra un po' la Signora che è molto scema ed ignorante guardando i rilievi sulla vera da pozzo dice stupita al Fotografo:
"Guarda! Giocano!!!"
Il Fotografo la guarda scioccato e dice:
"No! Sono i confratelli che tengono una scritta con il nome di Scuola Grande di San Marco abbreviato, già scalpelato"
Allora La Sigora Staniera, un po' vergognatasi gli fa:
"Caspita! Pensavo che giocassero!"
Questa è la prima foto che ho scattato entrando in Corte San Marco.
понеделник, 6 декември 2010 г.
Corte San Marco
Con Corto Maltese in Corte San Marco. (Scherzo, questo è il mio carissimo amico Walter Fano che un po' somiglia a Corto, non solo fisicamente. E' anche permaloso.)
Corte San Marco in un giorno senza sole di settembre 2010
La vera da pozzo in Corte San Marco
Guardate lo stato disastroso della pavimentazione.
Walter Fano come Corto Maltese che legge la lapide di cui parla Fausto nel suo post dedicato a Corte San Marco suo Alloggi Barbaria Blog.
Leggete, leggete anche il post di Fausto, perché non ho tempo di ripetere qua quello che aveva scritto Fausto.
Corte San Marco in un giorno senza sole di settembre 2010
La vera da pozzo in Corte San Marco
Guardate lo stato disastroso della pavimentazione.
Walter Fano come Corto Maltese che legge la lapide di cui parla Fausto nel suo post dedicato a Corte San Marco suo Alloggi Barbaria Blog.
Leggete, leggete anche il post di Fausto, perché non ho tempo di ripetere qua quello che aveva scritto Fausto.
неделя, 5 декември 2010 г.
Zattere Acqua alta 3 dicembre (foto di Fausto Maroder)
© foto di Fausto Maroder pubblicata nel suo Alloggi Barbaria Blog
Ecco che cosa dice Fausto nell'ultimo commento:
Per me non è mai bello vedere Venezia con l'acqua alta. Non faccio altro che documentare come posso le condizioni della città, senza minimizzare nè esagerando la situazione e che comunque non è mai piacevole. Il fenomeno dell'acqua alta a Venezia dura circa 3-4 ore, di solito di mattina. Con gli stivali alti fino al ginocchio con un'acqua alta simile si cammina senza bagnarsi quasi dappertutto (tranne che in Piazza San Marco). Quando al tg serale dicono: "C'è acqua alta a Venezia" si dà un'informazione non corretta. Il 90% delle volte l'acqua alta si verifica di mattina e poi si ritira. Di pomeriggio tutto è a posto. Le maree durano 6 ore per 4 volte al giorno, e dipendono dalle fasi lunari.
Il mio albergo si trova in una zona decisamente elevata di Venezia: non arrivò alla sua entrata nemmeno la grande acqua alta del 4 novembre 1966.
Ecco che cosa dice Fausto nell'ultimo commento:
Per me non è mai bello vedere Venezia con l'acqua alta. Non faccio altro che documentare come posso le condizioni della città, senza minimizzare nè esagerando la situazione e che comunque non è mai piacevole. Il fenomeno dell'acqua alta a Venezia dura circa 3-4 ore, di solito di mattina. Con gli stivali alti fino al ginocchio con un'acqua alta simile si cammina senza bagnarsi quasi dappertutto (tranne che in Piazza San Marco). Quando al tg serale dicono: "C'è acqua alta a Venezia" si dà un'informazione non corretta. Il 90% delle volte l'acqua alta si verifica di mattina e poi si ritira. Di pomeriggio tutto è a posto. Le maree durano 6 ore per 4 volte al giorno, e dipendono dalle fasi lunari.
Il mio albergo si trova in una zona decisamente elevata di Venezia: non arrivò alla sua entrata nemmeno la grande acqua alta del 4 novembre 1966.
събота, 4 декември 2010 г.
Acqua alta 3 dicembre (foto di Sergio Piovesan)
foto di Sergio Piovesan pubblicata nel suo blog di tutto tra le foto di ieri quando è uscito proprio nel momento di massima marea trovando il cortile interno del palazzo in cui abita completamente allagato.
Credo Sergio sia andato in fondamenta San Simeone Piccolo (nella foto) per comprarsi "il Gazzettino" ed aveva la macchina fotografica per documentare la strada con acqua alta che aveva raggiunto i 140 cm/sm; la previsione era di 135 cm/sm.
(La sigla /sm, dopo le misure significa "sul medio mare".)
Credo Sergio sia andato in fondamenta San Simeone Piccolo (nella foto) per comprarsi "il Gazzettino" ed aveva la macchina fotografica per documentare la strada con acqua alta che aveva raggiunto i 140 cm/sm; la previsione era di 135 cm/sm.
(La sigla /sm, dopo le misure significa "sul medio mare".)