Concepito quale stazione finale per la procesione del giorno del Redentore (la terza domenica del luglio), questo capolavoro iniziato da Andrea Palladio nel 1577 e concluso da Antonio da Ponte nel 1592 (dopo la morte del Palladio) si presenta in tutto il suo splendore a chi vi acceda dall'acqua.
Tempio votivo voluto dal Senato nel corso della grave pestilenza cessata nel 1577, appunto, già nel 1578 fu meta della processione che vedeva i dogi raggiungere il tempio su un ponte di barche gettato dall'opposta fondamenta delle Zattere.
La decorazione scultorea segue un piano iconografico incentrato sul tema della redinzione cui è tramite la morte di Gesù in croce.
Lo sviluppo longitudinale è evidente pure all'interno, studiato per accogliere le ultime fasi della processione, fino al transetto dove sono collocati i vani ove una volta sedevano il doge e i dignitari.
Sulla controfacciata si può vedere lapide dorata con il voto dogato dell'8 settembre 1576 per impetrare la fine della peste.
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