Ad uno dei miei alunni della scuola media a Venezia gli hanno fatto gran impressione proprio quei ragazzi che vendono borse di marche false. Dopo un viaggio a Venezia con i suoi quel alunno mi parlava proprio degli africani con le borse in mano. Allora ho pensato, veramente loro rimangono incisi nella memoria di chi visita Venezia negli ultimi 10 anni e meritano un post speciale. Perchè a Venezia, non ci sono solo i gondolieri, ci sono anche quei ragazzi di colore con le borse in mano che fanno impressione ai bambini ed anche ai turisti di ogni età. Per le foto pubblicate in questo post devo ringraziare al mio amico e grande fotografo Andy Parker che me le ha mandate dopo avegliele chiesto. Anche a lui, piace fotograrli.
Click here to see also Quattro Gondolieri, a gorgeous picture by Andy Parker on Flickr
вторник, 31 август 2010 г.
I leoni d'oro e d'argento della Biennale Architettura
La Giuria internazionale della 12 Mostra Internazionale di Architettura composta da Beatriz Colomina (Spagna) - Presidente della Giuria, Francesco Dal Co (Italia), Joseph Grima (Italia), Arata Isozaki (Giappone), Moritz Küng (Svizzera) e Trinh T. Minh-ha (Vietnam), ha deciso di attribuire nel modo seguente i premi ufficiali della Biennale Architettura 2010:
I LEONI
Leone d’Oro per la migliore Partecipazione nazionale al Regno del Bahrain
(Padiglione alle Artiglierie, Arsenale)
Reclaim
Espositori: Bahrain Urban Research Team (Tamadher Al Fahal; Muna Yateem; Fay Al Khalifa; Deena Ashraf; Fatema Al-Hammadi; Mohammed Al-Qari); LAPA (Harry Gugger; Leopold Banchini; Simon Chessex; Russell Loveridge; Ning Liu) e Camille Zakharia (fotografo e ingegnere) e Mohammed Bu Ali (produttore cinematografico)
Commissari: Ministry of Culture & Information; Noura Al-Sayeh. Curatori: Noura Al-Sayeh; Fuad Al-Ansari
Leone d’Oro per il miglior progetto della Mostra People meet in architecture
a junya.ishigami+associates (Giappone, espone alle Corderie dell’Arsenale)
Architecture as air: Study for château la coste
Leone d’Argento per un promettente giovane partecipante alla Mostra People meet in architecture
a OFFICE Kersten Geers David Van Severen + Bas Princen
(Belgio e Olanda, espongono al Giardino delle Vergini, Arsenale)
7 rooms 21 Perspectives
Le motivazioni della giuria internazionale:
Leone d’oro per la migliore Partecipazione nazionale
Considerata la varietà degli sviluppi urbani che il Regno del Bahrain avrebbe potuto voler presentare in questa Mostra, la giuria è stata particolarmente colpita dalla scelta di una lucida ed efficace autoanalisi della relazione del paese con il rapido cambiamento della sua linea costiera. In questo intervento forme di architettura transitoria sono presentate come dispositivi capaci di rivendicare il mare come spazio pubblico: una risposta eccezionalmente semplice, nonostante la sua impellenza, a People meet in architecture, il tema proposta dal direttore della Mostra Kazuyo Sejima.
Leone d’oro per il miglior progetto della Mostra
People meet in architecture
Con il premio a Architecture as air: study for château la coste la giuria desidera riconoscere la visione unica ed eccezionalmente rigorosa del suo autore, Junya Ishigami. Il lavoro spinge all’estremo i limiti della materialità, visibilità, tettonica, leggerezza e, in ultimo, dell’architettura stessa.
Leone d’Argento per un promettente giovane partecipante alla Mostra People meet in architecture
L’assegnazione del Leone d’argento a OFFICE Kersten Geers David Van Severen in collaborazione con il fotografo Bas Princen è un riconoscimento delle notevoli potenzialità degli architetti e della loro attuale collaborazione. La giuria è stata colpita dalla loro capacità di conciliare l’analisi fotografica e l’intervento progettuale in una visione coerente, in particolare in considerazione dell’assonanza del progetto con il tema proposto dal direttore della Mostra Kazuyo Sejima.
MENZIONI SPECIALI
La Giuria ha inoltre deciso di assegnare tre Menzioni speciali a:
Amateur Architecture Studio (Cina, espone alle Corderie, Arsenale)
Decay of a Dome
Studio Mumbai (India, espone alle Corderie, Arsenale)
Work Place
Piet Oudolf (Paesi Bassi, espone al Giardino delle Vergini)
Il Giardino delle Vergini, Arsenale
Le motivazioni della giuria internazionale per le tre menzioni speciali:
Una menzione speciale è stata conferita all’opera Decay of a Dome del team composto da Wang Shu, Vito Bertin, Lu WenYu di Amateur Architecture Studio. È stata apprezzata la saggezza del progetto la cui struttura – leggera, mobile ed estremamente semplice – può agevolmente essere assemblata o riportata all’inesistenza.
Una menzione speciale è stata conferita a Studio Mumbai Architects per l’ambiente totalizzante presentato nella loro installazione – uno sguardo eccezionale nel contesto creativo dell’atelier in cui l’opera degli architetti ha origine.
Una menzione speciale è stata conferita all’architetto del paesaggio Piet Oudolf per il suo Giardino delle Vergini, delicato e impressionistico nella sua accurata orchestrazione. La giuria ha interpretato l’intervento come un’efficace trasposizione nel paesaggio del tema di questa Biennale.
Il leone d'oro alla carriera e il leone d'oro alla memoria
Alla cerimonia di premiazione e inaugurazione della 12. Mostra, chesi è svolta il 28 agosto a Venezia ai Giardini alle ore 16.00, sono stati inoltre consegnati i Leoni d’Oro assegnati dal Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta, su indicazione del direttore, Kazuyo Sejima:
il Leone d’oro alla carriera
a Rem Koolhaas
il Leone d’oro alla memoria
a Kazuo Shinohara
Fonte: La Biennale di Venezia
Allora, vale la pena andare all'Arsenale se i premi ufficiali e le tre menzioni speciali della Biennale Architettura 2010 si possono vedere proprio nell'Arsenale.
Photocredit: La Biennale di Venezia su Facebook
I LEONI
Leone d’Oro per la migliore Partecipazione nazionale al Regno del Bahrain
(Padiglione alle Artiglierie, Arsenale)
Reclaim
Espositori: Bahrain Urban Research Team (Tamadher Al Fahal; Muna Yateem; Fay Al Khalifa; Deena Ashraf; Fatema Al-Hammadi; Mohammed Al-Qari); LAPA (Harry Gugger; Leopold Banchini; Simon Chessex; Russell Loveridge; Ning Liu) e Camille Zakharia (fotografo e ingegnere) e Mohammed Bu Ali (produttore cinematografico)
Commissari: Ministry of Culture & Information; Noura Al-Sayeh. Curatori: Noura Al-Sayeh; Fuad Al-Ansari
Leone d’Oro per il miglior progetto della Mostra People meet in architecture
a junya.ishigami+associates (Giappone, espone alle Corderie dell’Arsenale)
Architecture as air: Study for château la coste
Leone d’Argento per un promettente giovane partecipante alla Mostra People meet in architecture
a OFFICE Kersten Geers David Van Severen + Bas Princen
(Belgio e Olanda, espongono al Giardino delle Vergini, Arsenale)
7 rooms 21 Perspectives
Le motivazioni della giuria internazionale:
Leone d’oro per la migliore Partecipazione nazionale
Considerata la varietà degli sviluppi urbani che il Regno del Bahrain avrebbe potuto voler presentare in questa Mostra, la giuria è stata particolarmente colpita dalla scelta di una lucida ed efficace autoanalisi della relazione del paese con il rapido cambiamento della sua linea costiera. In questo intervento forme di architettura transitoria sono presentate come dispositivi capaci di rivendicare il mare come spazio pubblico: una risposta eccezionalmente semplice, nonostante la sua impellenza, a People meet in architecture, il tema proposta dal direttore della Mostra Kazuyo Sejima.
Leone d’oro per il miglior progetto della Mostra
People meet in architecture
Con il premio a Architecture as air: study for château la coste la giuria desidera riconoscere la visione unica ed eccezionalmente rigorosa del suo autore, Junya Ishigami. Il lavoro spinge all’estremo i limiti della materialità, visibilità, tettonica, leggerezza e, in ultimo, dell’architettura stessa.
Leone d’Argento per un promettente giovane partecipante alla Mostra People meet in architecture
L’assegnazione del Leone d’argento a OFFICE Kersten Geers David Van Severen in collaborazione con il fotografo Bas Princen è un riconoscimento delle notevoli potenzialità degli architetti e della loro attuale collaborazione. La giuria è stata colpita dalla loro capacità di conciliare l’analisi fotografica e l’intervento progettuale in una visione coerente, in particolare in considerazione dell’assonanza del progetto con il tema proposto dal direttore della Mostra Kazuyo Sejima.
MENZIONI SPECIALI
La Giuria ha inoltre deciso di assegnare tre Menzioni speciali a:
Amateur Architecture Studio (Cina, espone alle Corderie, Arsenale)
Decay of a Dome
Studio Mumbai (India, espone alle Corderie, Arsenale)
Work Place
Piet Oudolf (Paesi Bassi, espone al Giardino delle Vergini)
Il Giardino delle Vergini, Arsenale
Le motivazioni della giuria internazionale per le tre menzioni speciali:
Una menzione speciale è stata conferita all’opera Decay of a Dome del team composto da Wang Shu, Vito Bertin, Lu WenYu di Amateur Architecture Studio. È stata apprezzata la saggezza del progetto la cui struttura – leggera, mobile ed estremamente semplice – può agevolmente essere assemblata o riportata all’inesistenza.
Una menzione speciale è stata conferita a Studio Mumbai Architects per l’ambiente totalizzante presentato nella loro installazione – uno sguardo eccezionale nel contesto creativo dell’atelier in cui l’opera degli architetti ha origine.
Una menzione speciale è stata conferita all’architetto del paesaggio Piet Oudolf per il suo Giardino delle Vergini, delicato e impressionistico nella sua accurata orchestrazione. La giuria ha interpretato l’intervento come un’efficace trasposizione nel paesaggio del tema di questa Biennale.
Il leone d'oro alla carriera e il leone d'oro alla memoria
Alla cerimonia di premiazione e inaugurazione della 12. Mostra, chesi è svolta il 28 agosto a Venezia ai Giardini alle ore 16.00, sono stati inoltre consegnati i Leoni d’Oro assegnati dal Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta, su indicazione del direttore, Kazuyo Sejima:
il Leone d’oro alla carriera
a Rem Koolhaas
il Leone d’oro alla memoria
a Kazuo Shinohara
Fonte: La Biennale di Venezia
Allora, vale la pena andare all'Arsenale se i premi ufficiali e le tre menzioni speciali della Biennale Architettura 2010 si possono vedere proprio nell'Arsenale.
Photocredit: La Biennale di Venezia su Facebook
понеделник, 30 август 2010 г.
Commedia, atto III, scena 4 (veneziani e turisti)
Tante grazie ai miei amici veneziani Fausto Maroder e Sergio Piovesan, che mi hanno ispirtato per scrivere questa scena con i loro post Camminare a Venezia e Sfoghi del "solstizio" pubblicati nei loro blog rispettivamente Alloggi Barbaria Blog e di tutto.
In questa scena quarta dell’atto terzo della nostra commedia venessiana che si svolge in un bar all'aperto o in un campo fanno parte Il Sig. Venessian, Il Signore dei Campanili, una Turista, un Turista, il Fotografo e la Signora Padovana
Il Signor Venessian:
Saremo anche arrivati a quello che si chiama “solstizio d’estate”, ma l’estate proprio non si vede!
Pioggia e freddo sono le caratteristiche di questi giorni.
Ma non tutto il male viene per nuocere. Infatti, per prima cosa, non ci sono le zanzare, o meglio, ci sono, ma queste temperature non estive le hanno decimate. In secondo luogo quest’oggi, finalmente, ho camminato per Venezia senza dover chiedere permesso per passare in qualche calle e questo perché turisti e visitatori domenicali risultavano decimati, proprio come le zanzare.
Il Signore dei Campanili:
Camminare a Venezia non è sempre facile, purtroppo.
Il Signor Venessian:
Questa mattina ho visto qualcuno che con valigia ed ombrello partiva e qualcuno che arrivava. Poi qualche rara compagnia, dove tutti portavano l’impermeabile dello stesso colore, evidentemente acquistato “all’ingrosso”, vagava sperando, inutilmente, nel sole. Camminare per Venezia in queste condizioni fa veramente piacere!
(Il Signor Venessian si allontana)
Il Signore dei Campanili:
Le calli a Venezia sono oltre 3000 e la maggior parte di queste strade è lunga e stretta. Non c'è niente di più facile che finire "imbottigliati" in una calletta superaffollata durante la stagione turistica o nei fine settimana del Carnevale di Venezia.
Una turista:
Ma i veneziani sempre hanno fretta...
Il Signore dei Campanili:
Un'altra cosa che i turisti non percepiscono è l'andatura, essi vanno piano perchè sono in vacanza, mentre i veneziani hanno fretta perchè in città ci vivono e qui vanno a lavorare, si recano a scuola o forse hanno bisogno di correre perchè sono in ritardo e stanno per perdere il vaporetto. Tutto inutile, neanche chiedendo permesso si può passare liberamente per una calle se vi sta transitando una comitiva.
Un turista:
Penso che basterebbe pensare un attimo che Venezia è città unica al mondo...
Il Signore dei Campanili:
Purtroppo l'educazione civica ormai latita e i capigruppo o le guide non insegnano (e perchè mai dovrebbero?) a tenere la destra quando si cammina a Venezia.
Un turista:
Essere turisti non significa assolutamente essere maleducati, anzi...
Il Signore dei Campanili:
Ma è poi così difficile camminare a Venezia tenendo la destra? Camminare in questa città diventa il più delle volte stressante, per i turisti durante il loro soggiorno, ma soprattutto per i veneziani che devono sopportare questa situazione per un lungo periodo dell'anno.
Il Fotografo:
Per quel che vale io lo preciso sempre alle persone che accompagno della necessità (se non dell'educazione civile) di rispettare alcune semplici regole nel muoversi in città, ma alla fine ci si scontra con centinaia di persone che non sanno o non vogliono preoccuparsene.
Il Signore dei Campanili:
La tua buona volontà è da apprezzare.
Il Fotografo:
Ci vorrebbero forse dei cartelli, ma: a) sarebbero antiestetici b) probabilmente non servirebbero a niente (un po' come in autostrada dove ogni tanto i pannelli luminosi ricordano di occupare la corsia libera a destra, ma quasi nessuno lo fa...).
Il Signore dei Campanili:
Educazione civica e buon senso hanno perso di significato da quando il turismo di massa ha preso il sopravvento.
Il Fotografo:
E pensare che in fondo sarebbe solo questione di buon senso!
Il Signore dei Campanili:
I pochi residenti in futuro potrebbero essere costretti ad indossare una maglietta con su scritto: "Io sono veneziano".
La Signora Padovana:
Mi è capitato più volte di dover rispondere alla domanda "Ma i veneziani esistono?"
Il Signore dei Campanili:
Spesso quando cammino per strada ho l'impressione che le comitive che invadono Venezia credano che la città sia vuota, senza abitanti. Per questo molti visitatori la considerano solo un ammasso di vecchi edifici, alla stregua di una moderna Pompei, e si comportano di conseguenza.
La Signora Padovana:
Molti turisti credono che Venezia sia una città fantasma, pensano che i veneziani stiano in terraferma e arrivino in centro storico ogni mattina per lavorare nei negozi e negli alberghi. In parte queste idee sono dovute all' ignoranza, ma non solo. Per molte persone che arrivano dalle città anonime collocate in mezzo al nulla, senza volto nè storia, potrebbe essere difficile immaginare che si possa vivere in un contesto a tale bellezza e tesori inestimabili.
(Il Signor Venessian ritorna)
Il Signore dei Campanili:
Anche oggi andavo di fretta, camminavo per una calle piuttosto stretta e una turista straniera (anziana) mi stava davanti. Ho chiesto due volte a gran voce "Permesso!": non si è girata e non si è assolutamente spostata. Ho dovuto aspettare il termine della calletta per riprendere la mia andatura veloce. Ehm.... Può essere che la signora fosse sorda?
Il Signor Venessian:
Una cosa che non dovrebbero fare coloro che vengono a Venezia, magari in comitiva, è quella di occupare completamente lo spazio di una strada (calle o fondamenta).
Un turista:
Bisognerebbe non considerarsi "padroni" dello spazio pubblico...
In questa scena quarta dell’atto terzo della nostra commedia venessiana che si svolge in un bar all'aperto o in un campo fanno parte Il Sig. Venessian, Il Signore dei Campanili, una Turista, un Turista, il Fotografo e la Signora Padovana
Il Signor Venessian:
Saremo anche arrivati a quello che si chiama “solstizio d’estate”, ma l’estate proprio non si vede!
Pioggia e freddo sono le caratteristiche di questi giorni.
Ma non tutto il male viene per nuocere. Infatti, per prima cosa, non ci sono le zanzare, o meglio, ci sono, ma queste temperature non estive le hanno decimate. In secondo luogo quest’oggi, finalmente, ho camminato per Venezia senza dover chiedere permesso per passare in qualche calle e questo perché turisti e visitatori domenicali risultavano decimati, proprio come le zanzare.
Il Signore dei Campanili:
Camminare a Venezia non è sempre facile, purtroppo.
Il Signor Venessian:
Questa mattina ho visto qualcuno che con valigia ed ombrello partiva e qualcuno che arrivava. Poi qualche rara compagnia, dove tutti portavano l’impermeabile dello stesso colore, evidentemente acquistato “all’ingrosso”, vagava sperando, inutilmente, nel sole. Camminare per Venezia in queste condizioni fa veramente piacere!
(Il Signor Venessian si allontana)
Il Signore dei Campanili:
Le calli a Venezia sono oltre 3000 e la maggior parte di queste strade è lunga e stretta. Non c'è niente di più facile che finire "imbottigliati" in una calletta superaffollata durante la stagione turistica o nei fine settimana del Carnevale di Venezia.
Una turista:
Ma i veneziani sempre hanno fretta...
Il Signore dei Campanili:
Un'altra cosa che i turisti non percepiscono è l'andatura, essi vanno piano perchè sono in vacanza, mentre i veneziani hanno fretta perchè in città ci vivono e qui vanno a lavorare, si recano a scuola o forse hanno bisogno di correre perchè sono in ritardo e stanno per perdere il vaporetto. Tutto inutile, neanche chiedendo permesso si può passare liberamente per una calle se vi sta transitando una comitiva.
Un turista:
Penso che basterebbe pensare un attimo che Venezia è città unica al mondo...
Il Signore dei Campanili:
Purtroppo l'educazione civica ormai latita e i capigruppo o le guide non insegnano (e perchè mai dovrebbero?) a tenere la destra quando si cammina a Venezia.
Un turista:
Essere turisti non significa assolutamente essere maleducati, anzi...
Il Signore dei Campanili:
Ma è poi così difficile camminare a Venezia tenendo la destra? Camminare in questa città diventa il più delle volte stressante, per i turisti durante il loro soggiorno, ma soprattutto per i veneziani che devono sopportare questa situazione per un lungo periodo dell'anno.
Il Fotografo:
Per quel che vale io lo preciso sempre alle persone che accompagno della necessità (se non dell'educazione civile) di rispettare alcune semplici regole nel muoversi in città, ma alla fine ci si scontra con centinaia di persone che non sanno o non vogliono preoccuparsene.
Il Signore dei Campanili:
La tua buona volontà è da apprezzare.
Il Fotografo:
Ci vorrebbero forse dei cartelli, ma: a) sarebbero antiestetici b) probabilmente non servirebbero a niente (un po' come in autostrada dove ogni tanto i pannelli luminosi ricordano di occupare la corsia libera a destra, ma quasi nessuno lo fa...).
Il Signore dei Campanili:
Educazione civica e buon senso hanno perso di significato da quando il turismo di massa ha preso il sopravvento.
Il Fotografo:
E pensare che in fondo sarebbe solo questione di buon senso!
Il Signore dei Campanili:
I pochi residenti in futuro potrebbero essere costretti ad indossare una maglietta con su scritto: "Io sono veneziano".
La Signora Padovana:
Mi è capitato più volte di dover rispondere alla domanda "Ma i veneziani esistono?"
Il Signore dei Campanili:
Spesso quando cammino per strada ho l'impressione che le comitive che invadono Venezia credano che la città sia vuota, senza abitanti. Per questo molti visitatori la considerano solo un ammasso di vecchi edifici, alla stregua di una moderna Pompei, e si comportano di conseguenza.
La Signora Padovana:
Molti turisti credono che Venezia sia una città fantasma, pensano che i veneziani stiano in terraferma e arrivino in centro storico ogni mattina per lavorare nei negozi e negli alberghi. In parte queste idee sono dovute all' ignoranza, ma non solo. Per molte persone che arrivano dalle città anonime collocate in mezzo al nulla, senza volto nè storia, potrebbe essere difficile immaginare che si possa vivere in un contesto a tale bellezza e tesori inestimabili.
(Il Signor Venessian ritorna)
Il Signore dei Campanili:
Anche oggi andavo di fretta, camminavo per una calle piuttosto stretta e una turista straniera (anziana) mi stava davanti. Ho chiesto due volte a gran voce "Permesso!": non si è girata e non si è assolutamente spostata. Ho dovuto aspettare il termine della calletta per riprendere la mia andatura veloce. Ehm.... Può essere che la signora fosse sorda?
Il Signor Venessian:
Una cosa che non dovrebbero fare coloro che vengono a Venezia, magari in comitiva, è quella di occupare completamente lo spazio di una strada (calle o fondamenta).
Un turista:
Bisognerebbe non considerarsi "padroni" dello spazio pubblico...
Commedia, Atto III, scena 5 (Visitare, vivere, morire)
Eccoli, due dei peronaggi della commedia venessiana, il mitico Sig. Venessian e la sua amica Signora Straniera, si sono incontrati come oggi giorno in Campo dei Tolentini, poi arrivano ed altri personaggi per formare un dialogo interessante.
Il Signor Venessian:
Nel Gazzettino di oggi ho letto che l’offensiva del neonato Movimento di liberazione dei (ma sarebbe stato meglio dai) lucchetti dell’amore è andato a buon fine.
La Signora Straniera:
Cosa vuol dire?
Il Signor Venessian:
Mi riferisco ai cosiddetti "lucchetti dell'amore" che, giovani e meno giovani, chiudono sulle ringhiere di alcuni ponti veneziani. In generale si tratta di turisti che, in quella che viene chiamata da alcuni "la città degli innamorati", si giurano eterno amore con questo simbolo del lucchetto.
La Signora Straniera:
Ma la moda dei "lucchetti dell'amore" (un'idea veramente stupidissima) credo sia partita da un film, io ne ho visti a Verona su un ponte, su un lampione in ponte Navi c’era un mazzo enorme di lucchetti
Il Signor Venessian:
Uno attaccato all'altro formano dei grappoli che molto spesso diventano ruggini e che finiscono col pesare. Anni fa un fanale di un ponte sul fiume Tevere è crollato per il peso dei lucchetti...
La Signora Straniera:
Qui a Venezia ne ho visti solo uno sul Ponte dei Dai sopra al Rio delle Procuratie...
ma secondo me quei lucchetti li lasciano solo gli italiani, non gli stranieri perché gli stranieri non conoscono questa nuova simbologia del lucchetto...
Il Signor Venessian:
Precisazione per tutti: quando parlo di turisti intendo sia italiani che stranieri. Quella dei lucchetti è una moda tutta italiana spuntata fuori alcuni anni fa e derivata da un film, mi sembra; comunque mi sembra una moda orrenda.
La Signora Straniera:
Però devo dire che dei lucchetti si vendono ormai nella casa di Giulietta a Verona nel negozio dei suouvenir...
Il Signor Venessian:
Cari turisti il fatto di togliere questi lucchetti ha un costo che non pagate voi, ma noi veneziani!
La Signora Straniera:
Quindi addio dei lucchetti dell’amore a Venezia?
Il Signor Venessian:
Già. Tutti i "lucchetti" sul Ponte degli Scalzi sono stati "liberati". Grazie al Comune. Il Movimento di Liberazione ha pensato bene di fare appello al Comune, e di conseguenza anche ai vigili urbani, affinchè lo scempio dei «lucchetti d’amore» non abbia più ad essere.
La Signora Straniera:
Meno male! Non mi piaceva vederli. E non mi piace l’idea dell’amore che rappresentano.
Il Signor Venessian:
La morale è che nessun amore può essere incatenato, ma amare in libertà porterà ad amare anche le nostre città.
La Signora Straniera:
Quindi una piccola vittoria dei veneziani sui turisti più stupidi? (sorride) Ma ci sono tante altre cose che vi danno fastidio, vero?
Il Signor Venessian:
Un altro atteggiamento di parecchi turisti, che proprio non sopporto, è quello di entrare in spazi privati; questo accade ogni giorno proprio nel palazzo dove c'è il mio appartamento!
La Signora Straniera:
Ah sì? Lei abita in un palazzo?
Il Signor Venessian:
Dalla porta a vetri si vede un cortile interno con una vera da pozzo; fuori della porta c'è tanto di numero anagrafico ed una lastra di marmo con tanti campanelli e videocitofono. E' un accesso privato! Eppure ci sono parecchi turisti che arrivati alla porta la spingono tentando di entrare.
La Signora Straniera:
Li capisco... se si vede una vera da pozzo...
Il Signor Venessian:
Se poi capita che il netturbino sia entrato, per portare via le immondizie che i condomini posizionano in alcuni bidoni all'interno del cortile, ed abbia lasciato la porta aperta per il passaggio del carro, è la volta che ci troviamo le comitive nell'androne ed anche su per le scale! Cosa cerchino proprio non lo capisco e mi domando cosa succederebbe se qualcuno si comportasse così a casa loro!
La Signora Straniera:
Non so che dire..
Il Signor Bauta e Tabarro:
Certa gente, appena è fuori di casa si crede tutto tutto permesso. Vorrei spiegarmi meglio però mi mancano le parole in italiano...
Il Signor Venessian:
Si è spiegato benissimo! Qualcuno potrebbe classificarmi un brontolone che non deve lamentarsi visto che il turismo, a Venezia, è la maggiore fonte di entrate. Rispondo che io non ce l'ho con i tutti i turisti, ma solo con quelli maleducati; inoltre io, come tanti altri veneziani, dal turismo non ho alcun utile economico. Per oggi mi fermo qui
La Signora Francese (che accompagna il Signor Bauta e Tabarro):
Je suis bien d'accord avec vous ; beaucoup de touristes ne respectent rien et manquent de discrétion ; ils ne se rendent même pas compte de la beauté de votre superbe cité. A Paris aussi, ils ont été obligés d'enlever tous les cadenas mis par les amoureux...
Il Signor Venessian:
sono convinto che anche Parigi sia la stessa cosa; però che ci siano i lucchetti, questa mi è nuova.
La Signora Straniera:
Poi che dire per rientro nei palazzi privati, si possa entrare in un palazzo privato durante la Biennale quando c'è un artista "ospitato" o “sistemato” nel palazzo, l'altro è una cosa invadente, ma il bello è attraente e la curiosità è un vizio.. Anche io sono entrata in un palazzo privato a Milano vicino a via Mozart per posare per una foto e mentre la mia amica me la faceva è arrivato il portinaio a cacciarci via, è stato un momento vergognoso. Eh, i ricchi sono gelosi delle architetture nelle quali abitano (ride)
Il Signor Venessian:
Precisazione: NON sono un ricco!
La Signora Straniera:
(scherzando) ma se vuole "solo per Lei" e gli altri che abitano nel palazzo quella vera da pozzo..
Il Signor Venessian:
Sono geloso dei miei spazi privati, è vero, però se, come è capitato alcune volte, mi viene richiesto di vedere l'interno, ho accontentato il richiedente.
La Signora Vicentina:
Va beh, ma quella di tenere tutta per voi quella vera da pozzo... Anch'io amo visitare l'interno dei vecchi palazzi soprattutto se hanno un giardino interno e soprattutto se sono abitati da persone "normali", mi piace immaginare alla fortuna di vivere immersi in tanta bellezza. A Vicenza mi è capitato lo stesso. Sotto i portici di quella bella città c'erano numerosi portoni dei palazzi aperti, da dove si intravedevano giardini, archi, muretti con statue ecc. in poche parole mi hanno cacciata forse anche perchè avevo la macchina fotografica... ma c'era un roseto in fiore bellissimo. I turisti, è vero, quando sono in quella funzione dimenticano tutte le altre ma non fanno danni, spero.
Il Signor Venessian:
Non è che voglia tenere solo per me la vera da pozzo, ma non desidero che estranei girino per l'androne e per le scale del palazzo, non si sa mai cosa possa capitare, visto che ci sono stati anche dei furti.
La Signora Straniera:
Che pensa di quelli che si siedono sui coperchi delle vere da pozzo negli spazi pubblici?
Il Signor Venessian:
Il pozzo, o meglio la vera da pozzo non è stata costruita per sedercisi sopra; tuttavia, in considerazione che i pozzi hanno perso la loro funzione e che le vere sono solo ornamenti, il sedersi sopra, magari per riposarsi dopo una lunga camminata per Venezia, non la ritengo cosa disdicevole.
Però, è accettabile solo la seduta e non altro (mangiare, bere e rovinarle con i tacchi delle scarpe)! "Est modus in rebus" recitava un detto latino.
La Signora Straniera:
Infatti ora mi viene in mente che nella sua collezione fotografica delle vere da pozzo che si può vedere nel suo sito mancano quelle private.
Il Signor Venessian:
Lo so che sarebbe bello fotografare anche quelli privati, ma, sinceramente, non avevo nessuna voglia di chiedere autorizzazioni e/o permessi.
La Signora Straniera:
Ma quella foto della vera da pozzo...che illustra l’articolo sul suo sito è una vera da pozzo privata!
Il Signor Venessian:
L'ho fatto ... perché ci abito!
La Signora Straniera:
Ora capisco...
Il Signor Venessian:
Poi ho ripreso anche quella di Ca' Pesaro perché il portone è sempre aperto e si può vedere dalla pubblica via.
La Signora Straniera:
Quella sansoviniana di Ca’ Pesaro che era trasportata lì dal palazzo della Zecca...
Il Signor Venessian:
Sì, originalmente era nel cortile della Zecca. Ho letto su Il Gazzettino, tempo fa, che il comune, assieme alla sovrintendenza alle belle arti, sta censendo e classificando i pozzi, ovviamente con tutte le notizie di ogni manufatto, è la cosa avrà un certo costo.
La Signora Straniera:
Infatti sarà quello che fa il Signore dei Pozzi. Lo conosce?
Il Signor Venessian:
No, non conosco il Signore dei Pozzi, ho letto il post di Fausto.
La Signora Straniera:
Ma sono curiosa, il mio principe ha qualche vera da pozzo preferita?
Il Signor Venessian:
No, non ho una vera da pozzo preferita; forse preferisco non tanto la vera in sé stessa, ma l'ambiente nel quale sono inserite e, sinceramente, direi che le preferisco tutte!
(si avvicina il Signore del Campanili spiegando qualcosa alla Signora Padovana che lo accompagna)
Il Signore dei Campanili:
Avere l'opportunità di una visita al Cortile dell'Archivio di Stato non è di tutti i giorni, ma ne vale sicuramente la pena. Dentro al cortile ci sono numerosi elementi architettonici notevoli seppure non troppo conosciuti.
(si salutano con il Signor Venessian e la Signora Straniera, lui gli presenta la Signora Padovana e continua il suo discorso)
Il Signore dei Campanili:
Dicevo proprio che al centro del cortile dell’Archivio di Stato è posizionata una bella vera da pozzo che finirà presto danneggiata poichè dentro di essa hanno messo una pianta.
Il Signor Venessian:
Sempre sul blog di Fausto ho visto le foto del pozzo all'interno dell'Archivio di Stato con la pianta; è veramente una cosa indegna che un ufficio pubblico attui questa "oscenità".
La Signora Straniera:
Questa “oscenità”?! Finirà presto danneggiata? Ma perché?
Il Signore dei Campanili:
E' noto che le forti radici delle piante con il loro crescere finiranno per rompere perfino il marmo della vera da pozzo.
La Signora Straniera:
Incredibile! Non ci avrei mai pensato!
Il Signor Venessian:
Non è che le radici debbano essere più o meno grandi, ma, prima di tutto, la vera da pozzo non è nata come vaso da fiori; e poi, si sa, e lo abbiamo notato in altre vere da pozzo, le radici di qualunque pianta, accompagnate dall'azione dell'acqua che viene versata per nutrire la pianta, prima o poi finiscono per rompere la pietra.
La Signora Straniera:
Ho capito! Allora niente piante! Solo fiori! Ma sempre sull’Alloggi Barbaria Blog, il blog di Fausto, ho visto la vera da pozzo nel chiostro di San Lorenzo decorata al verde...
Il Signore dei Campanili:
Sì, il Chiostro di San Lorenzo presenta al centro una notevole vera da pozzo (restaurata pochi anni fa) che è sormontata da due sculture metalliche di mostri marini che reggono il tridente di Nettuno.
La Signora Straniera:
Ma dentro c’è una pianta con molte foglie che la ornano... Tutto ciò mi fa pensare alla nascità del capitello corinzio...
Il Signor Venessian:
(ride) Mi fa morire con quello che dice!
La Signora Padovana:
Che c’entra il capitello corinzio?
La Signora Straniera:
C’è una legenda raccontata da Vitruvio in uno dei suoi libri sull’archietettura che poi ripetono tutti gli storici dell’arte. Una fanciulla di Corinto, ormai in età da marito, morì per una malattia. Dopo il funerale, la sua nutrice raccolse tutti quegli oggetti (ninnoli e giocattoli), che le erano stati cari in un canestro che depose sopra la tomba, coprendolo con una tegola, affinché quei ninnoli durassero più a lungo lì all'aperto. Il canestro fu casualmente appoggiato sopra una radice di acanto.
Il Signor Venessian:
L’accanto è quella pianta le foglie della quale possiamo vedere raffigurati sui capitelli corinzi.
La Signora Straniera:
Appunto. Nella legenda questa pianta, schiacciata sotto il peso del canestro, all'inizio di primavera produsse foglie e viticci che, crescendo lungo i fianchi del canestro, furono costretti dagli angoli sporgenti della tegola a piegare la parte più alta delle loro fronde in forma di voluta. Callimaco, uno scultore, passando nei pressi della tomba, notò quel canestro circondato da tenere fronde. Fu subito attratto dall'originalità di quella composizione e pensò di riprodurla sui capitelli delle colonne a Corinto, determinandone le proporzioni. Così nacque il capitello corinzio.
Il Signore dei Campanile:
Allora speriamo che la pratica di usare le vere da pozzo possa inspirare qualche architetto di creare un nuovo stile architettonico. Comunque il Chiostro di San Lorenzo è un altro posto di Venezia davvero tranquillo e al suo interno possono accedere solo gli ospiti della casa di riposo. Ho ottenuto il permesso di scattare le foto di quel articolo con il consenso del direttore di quel istituto, che ringrazio per la disponibilità.
La Signora Padovana:
Mi ricordo il post in questione, profondo, solare, appassionato. Che bel luogo, questa casa di riposo, pensavo leggendolo. Ci andrei a stare domani stesso.
Il Signore dei Campanili:
Il chiostro l'ho sempre trovato tranquillo in tutte le mie visite. Di sicuro anche gli ospiti della casa di riposo ne saranno contenti.
La Signora Straniera:
Forse la Signora non sa che questa casa di riposo infatti non è altro che un ospedale geriatico per lungodegenti.
Il Signore dei Campanili:
Irina lo sa di sucuro.
La Signora Straniera:
Dunque ci si può augurare di avere delle risorse finanziarie che permetteranno ad uno o una (se questa è la sua sorte) di finire l'ultimo tratto del cammino della sua vita in un bel posto come quello. Io avrei preferito di esser stata una delle monache benedittine che si riunivano una volta in quel chiostro (anche mandata lì dai gentitori per risparmiare le ricchezze famigliari) che un'anziana signora abbastanza ricca con i problemi cerviali che ama starci al sole!
Il Signore dei Campanili:
Avresti davvero preferito trascorrere gran parte della tua vita in un convento? Credo che sia meglio trascorre gli ultimi anni della nostra vita in una casa di riposo, anche se questo luogo ha un bellissimo chiostro. E' pur vero che bisogna avere delle buone risorse economiche per soggiornarvi.
La Signora Padovana:
Se dovessi passare gli ultimi anni della mia vita in una casa di riposo, e se ne avessi le possibilità economiche, preferirei decisamente la casa descritta in quel post ad una con la vista sull'autostrada. Il convento no, no mi attira. Ci si sveglia troppo presto nei conventi.
Il Signor Venessian:
La vita monacale in genere è dura, ma dubito lo fosse quella del convento di San Lorenzo, da quello che raccontano le cronache del tempo sembra se la spassassero un bel po'!
La Signora Straniera:
Sì sì, la Pasqua la festaggiavano come il Carnevale.
Il Signor Venessian:
Bello lo è il chiostro di san Lorenzo! Ci sono stato pochi anni fa subito dopo l'ultimo restauro. Però, da questo a volerci dimorare gli ultimi anni della vita, è tutta un'altra cosa! Si tratta pur sempre di una casa di ricovero dove si trovano soprattutto anziani soli o lasciati dei figli.
E' ... l'anticamera della morte, bella fin che si vuole dal punto di vista architettonico, ma sempre una casa di riposo!
Io proprio non ci vorrei andare e spero proprio di concludere la mia vita nella mia casa!
Il Signore dei Campanili:
Concordo con quanto dici. La casa di riposo di San Lorenzo è pur sempre un ospizio. Credo sia il desiderio di tante persone (me compreso) quello di trascorrere gli ultimi anni della vita nella propria casa.
La Signora Padovana:
Riguardo il trasloco in una casa di riposo ho deciso di aspettare un altro po'. "Too old to Rock 'n' Roll too young to die", come cantavano i Jethro Tull.
Il Signor Venessian:
Nel Gazzettino di oggi ho letto che l’offensiva del neonato Movimento di liberazione dei (ma sarebbe stato meglio dai) lucchetti dell’amore è andato a buon fine.
La Signora Straniera:
Cosa vuol dire?
Il Signor Venessian:
Mi riferisco ai cosiddetti "lucchetti dell'amore" che, giovani e meno giovani, chiudono sulle ringhiere di alcuni ponti veneziani. In generale si tratta di turisti che, in quella che viene chiamata da alcuni "la città degli innamorati", si giurano eterno amore con questo simbolo del lucchetto.
La Signora Straniera:
Ma la moda dei "lucchetti dell'amore" (un'idea veramente stupidissima) credo sia partita da un film, io ne ho visti a Verona su un ponte, su un lampione in ponte Navi c’era un mazzo enorme di lucchetti
Il Signor Venessian:
Uno attaccato all'altro formano dei grappoli che molto spesso diventano ruggini e che finiscono col pesare. Anni fa un fanale di un ponte sul fiume Tevere è crollato per il peso dei lucchetti...
La Signora Straniera:
Qui a Venezia ne ho visti solo uno sul Ponte dei Dai sopra al Rio delle Procuratie...
ma secondo me quei lucchetti li lasciano solo gli italiani, non gli stranieri perché gli stranieri non conoscono questa nuova simbologia del lucchetto...
Il Signor Venessian:
Precisazione per tutti: quando parlo di turisti intendo sia italiani che stranieri. Quella dei lucchetti è una moda tutta italiana spuntata fuori alcuni anni fa e derivata da un film, mi sembra; comunque mi sembra una moda orrenda.
La Signora Straniera:
Però devo dire che dei lucchetti si vendono ormai nella casa di Giulietta a Verona nel negozio dei suouvenir...
Il Signor Venessian:
Cari turisti il fatto di togliere questi lucchetti ha un costo che non pagate voi, ma noi veneziani!
La Signora Straniera:
Quindi addio dei lucchetti dell’amore a Venezia?
Il Signor Venessian:
Già. Tutti i "lucchetti" sul Ponte degli Scalzi sono stati "liberati". Grazie al Comune. Il Movimento di Liberazione ha pensato bene di fare appello al Comune, e di conseguenza anche ai vigili urbani, affinchè lo scempio dei «lucchetti d’amore» non abbia più ad essere.
La Signora Straniera:
Meno male! Non mi piaceva vederli. E non mi piace l’idea dell’amore che rappresentano.
Il Signor Venessian:
La morale è che nessun amore può essere incatenato, ma amare in libertà porterà ad amare anche le nostre città.
La Signora Straniera:
Quindi una piccola vittoria dei veneziani sui turisti più stupidi? (sorride) Ma ci sono tante altre cose che vi danno fastidio, vero?
Il Signor Venessian:
Un altro atteggiamento di parecchi turisti, che proprio non sopporto, è quello di entrare in spazi privati; questo accade ogni giorno proprio nel palazzo dove c'è il mio appartamento!
La Signora Straniera:
Ah sì? Lei abita in un palazzo?
Il Signor Venessian:
Dalla porta a vetri si vede un cortile interno con una vera da pozzo; fuori della porta c'è tanto di numero anagrafico ed una lastra di marmo con tanti campanelli e videocitofono. E' un accesso privato! Eppure ci sono parecchi turisti che arrivati alla porta la spingono tentando di entrare.
La Signora Straniera:
Li capisco... se si vede una vera da pozzo...
Il Signor Venessian:
Se poi capita che il netturbino sia entrato, per portare via le immondizie che i condomini posizionano in alcuni bidoni all'interno del cortile, ed abbia lasciato la porta aperta per il passaggio del carro, è la volta che ci troviamo le comitive nell'androne ed anche su per le scale! Cosa cerchino proprio non lo capisco e mi domando cosa succederebbe se qualcuno si comportasse così a casa loro!
La Signora Straniera:
Non so che dire..
Il Signor Bauta e Tabarro:
Certa gente, appena è fuori di casa si crede tutto tutto permesso. Vorrei spiegarmi meglio però mi mancano le parole in italiano...
Il Signor Venessian:
Si è spiegato benissimo! Qualcuno potrebbe classificarmi un brontolone che non deve lamentarsi visto che il turismo, a Venezia, è la maggiore fonte di entrate. Rispondo che io non ce l'ho con i tutti i turisti, ma solo con quelli maleducati; inoltre io, come tanti altri veneziani, dal turismo non ho alcun utile economico. Per oggi mi fermo qui
La Signora Francese (che accompagna il Signor Bauta e Tabarro):
Je suis bien d'accord avec vous ; beaucoup de touristes ne respectent rien et manquent de discrétion ; ils ne se rendent même pas compte de la beauté de votre superbe cité. A Paris aussi, ils ont été obligés d'enlever tous les cadenas mis par les amoureux...
Il Signor Venessian:
sono convinto che anche Parigi sia la stessa cosa; però che ci siano i lucchetti, questa mi è nuova.
La Signora Straniera:
Poi che dire per rientro nei palazzi privati, si possa entrare in un palazzo privato durante la Biennale quando c'è un artista "ospitato" o “sistemato” nel palazzo, l'altro è una cosa invadente, ma il bello è attraente e la curiosità è un vizio.. Anche io sono entrata in un palazzo privato a Milano vicino a via Mozart per posare per una foto e mentre la mia amica me la faceva è arrivato il portinaio a cacciarci via, è stato un momento vergognoso. Eh, i ricchi sono gelosi delle architetture nelle quali abitano (ride)
Il Signor Venessian:
Precisazione: NON sono un ricco!
La Signora Straniera:
(scherzando) ma se vuole "solo per Lei" e gli altri che abitano nel palazzo quella vera da pozzo..
Il Signor Venessian:
Sono geloso dei miei spazi privati, è vero, però se, come è capitato alcune volte, mi viene richiesto di vedere l'interno, ho accontentato il richiedente.
La Signora Vicentina:
Va beh, ma quella di tenere tutta per voi quella vera da pozzo... Anch'io amo visitare l'interno dei vecchi palazzi soprattutto se hanno un giardino interno e soprattutto se sono abitati da persone "normali", mi piace immaginare alla fortuna di vivere immersi in tanta bellezza. A Vicenza mi è capitato lo stesso. Sotto i portici di quella bella città c'erano numerosi portoni dei palazzi aperti, da dove si intravedevano giardini, archi, muretti con statue ecc. in poche parole mi hanno cacciata forse anche perchè avevo la macchina fotografica... ma c'era un roseto in fiore bellissimo. I turisti, è vero, quando sono in quella funzione dimenticano tutte le altre ma non fanno danni, spero.
Il Signor Venessian:
Non è che voglia tenere solo per me la vera da pozzo, ma non desidero che estranei girino per l'androne e per le scale del palazzo, non si sa mai cosa possa capitare, visto che ci sono stati anche dei furti.
La Signora Straniera:
Che pensa di quelli che si siedono sui coperchi delle vere da pozzo negli spazi pubblici?
Il Signor Venessian:
Il pozzo, o meglio la vera da pozzo non è stata costruita per sedercisi sopra; tuttavia, in considerazione che i pozzi hanno perso la loro funzione e che le vere sono solo ornamenti, il sedersi sopra, magari per riposarsi dopo una lunga camminata per Venezia, non la ritengo cosa disdicevole.
Però, è accettabile solo la seduta e non altro (mangiare, bere e rovinarle con i tacchi delle scarpe)! "Est modus in rebus" recitava un detto latino.
La Signora Straniera:
Infatti ora mi viene in mente che nella sua collezione fotografica delle vere da pozzo che si può vedere nel suo sito mancano quelle private.
Il Signor Venessian:
Lo so che sarebbe bello fotografare anche quelli privati, ma, sinceramente, non avevo nessuna voglia di chiedere autorizzazioni e/o permessi.
La Signora Straniera:
Ma quella foto della vera da pozzo...che illustra l’articolo sul suo sito è una vera da pozzo privata!
Il Signor Venessian:
L'ho fatto ... perché ci abito!
La Signora Straniera:
Ora capisco...
Il Signor Venessian:
Poi ho ripreso anche quella di Ca' Pesaro perché il portone è sempre aperto e si può vedere dalla pubblica via.
La Signora Straniera:
Quella sansoviniana di Ca’ Pesaro che era trasportata lì dal palazzo della Zecca...
Il Signor Venessian:
Sì, originalmente era nel cortile della Zecca. Ho letto su Il Gazzettino, tempo fa, che il comune, assieme alla sovrintendenza alle belle arti, sta censendo e classificando i pozzi, ovviamente con tutte le notizie di ogni manufatto, è la cosa avrà un certo costo.
La Signora Straniera:
Infatti sarà quello che fa il Signore dei Pozzi. Lo conosce?
Il Signor Venessian:
No, non conosco il Signore dei Pozzi, ho letto il post di Fausto.
La Signora Straniera:
Ma sono curiosa, il mio principe ha qualche vera da pozzo preferita?
Il Signor Venessian:
No, non ho una vera da pozzo preferita; forse preferisco non tanto la vera in sé stessa, ma l'ambiente nel quale sono inserite e, sinceramente, direi che le preferisco tutte!
(si avvicina il Signore del Campanili spiegando qualcosa alla Signora Padovana che lo accompagna)
Il Signore dei Campanili:
Avere l'opportunità di una visita al Cortile dell'Archivio di Stato non è di tutti i giorni, ma ne vale sicuramente la pena. Dentro al cortile ci sono numerosi elementi architettonici notevoli seppure non troppo conosciuti.
(si salutano con il Signor Venessian e la Signora Straniera, lui gli presenta la Signora Padovana e continua il suo discorso)
Il Signore dei Campanili:
Dicevo proprio che al centro del cortile dell’Archivio di Stato è posizionata una bella vera da pozzo che finirà presto danneggiata poichè dentro di essa hanno messo una pianta.
Il Signor Venessian:
Sempre sul blog di Fausto ho visto le foto del pozzo all'interno dell'Archivio di Stato con la pianta; è veramente una cosa indegna che un ufficio pubblico attui questa "oscenità".
La Signora Straniera:
Questa “oscenità”?! Finirà presto danneggiata? Ma perché?
Il Signore dei Campanili:
E' noto che le forti radici delle piante con il loro crescere finiranno per rompere perfino il marmo della vera da pozzo.
La Signora Straniera:
Incredibile! Non ci avrei mai pensato!
Il Signor Venessian:
Non è che le radici debbano essere più o meno grandi, ma, prima di tutto, la vera da pozzo non è nata come vaso da fiori; e poi, si sa, e lo abbiamo notato in altre vere da pozzo, le radici di qualunque pianta, accompagnate dall'azione dell'acqua che viene versata per nutrire la pianta, prima o poi finiscono per rompere la pietra.
La Signora Straniera:
Ho capito! Allora niente piante! Solo fiori! Ma sempre sull’Alloggi Barbaria Blog, il blog di Fausto, ho visto la vera da pozzo nel chiostro di San Lorenzo decorata al verde...
Il Signore dei Campanili:
Sì, il Chiostro di San Lorenzo presenta al centro una notevole vera da pozzo (restaurata pochi anni fa) che è sormontata da due sculture metalliche di mostri marini che reggono il tridente di Nettuno.
La Signora Straniera:
Ma dentro c’è una pianta con molte foglie che la ornano... Tutto ciò mi fa pensare alla nascità del capitello corinzio...
Il Signor Venessian:
(ride) Mi fa morire con quello che dice!
La Signora Padovana:
Che c’entra il capitello corinzio?
La Signora Straniera:
C’è una legenda raccontata da Vitruvio in uno dei suoi libri sull’archietettura che poi ripetono tutti gli storici dell’arte. Una fanciulla di Corinto, ormai in età da marito, morì per una malattia. Dopo il funerale, la sua nutrice raccolse tutti quegli oggetti (ninnoli e giocattoli), che le erano stati cari in un canestro che depose sopra la tomba, coprendolo con una tegola, affinché quei ninnoli durassero più a lungo lì all'aperto. Il canestro fu casualmente appoggiato sopra una radice di acanto.
Il Signor Venessian:
L’accanto è quella pianta le foglie della quale possiamo vedere raffigurati sui capitelli corinzi.
La Signora Straniera:
Appunto. Nella legenda questa pianta, schiacciata sotto il peso del canestro, all'inizio di primavera produsse foglie e viticci che, crescendo lungo i fianchi del canestro, furono costretti dagli angoli sporgenti della tegola a piegare la parte più alta delle loro fronde in forma di voluta. Callimaco, uno scultore, passando nei pressi della tomba, notò quel canestro circondato da tenere fronde. Fu subito attratto dall'originalità di quella composizione e pensò di riprodurla sui capitelli delle colonne a Corinto, determinandone le proporzioni. Così nacque il capitello corinzio.
Il Signore dei Campanile:
Allora speriamo che la pratica di usare le vere da pozzo possa inspirare qualche architetto di creare un nuovo stile architettonico. Comunque il Chiostro di San Lorenzo è un altro posto di Venezia davvero tranquillo e al suo interno possono accedere solo gli ospiti della casa di riposo. Ho ottenuto il permesso di scattare le foto di quel articolo con il consenso del direttore di quel istituto, che ringrazio per la disponibilità.
La Signora Padovana:
Mi ricordo il post in questione, profondo, solare, appassionato. Che bel luogo, questa casa di riposo, pensavo leggendolo. Ci andrei a stare domani stesso.
Il Signore dei Campanili:
Il chiostro l'ho sempre trovato tranquillo in tutte le mie visite. Di sicuro anche gli ospiti della casa di riposo ne saranno contenti.
La Signora Straniera:
Forse la Signora non sa che questa casa di riposo infatti non è altro che un ospedale geriatico per lungodegenti.
Il Signore dei Campanili:
Irina lo sa di sucuro.
La Signora Straniera:
Dunque ci si può augurare di avere delle risorse finanziarie che permetteranno ad uno o una (se questa è la sua sorte) di finire l'ultimo tratto del cammino della sua vita in un bel posto come quello. Io avrei preferito di esser stata una delle monache benedittine che si riunivano una volta in quel chiostro (anche mandata lì dai gentitori per risparmiare le ricchezze famigliari) che un'anziana signora abbastanza ricca con i problemi cerviali che ama starci al sole!
Il Signore dei Campanili:
Avresti davvero preferito trascorrere gran parte della tua vita in un convento? Credo che sia meglio trascorre gli ultimi anni della nostra vita in una casa di riposo, anche se questo luogo ha un bellissimo chiostro. E' pur vero che bisogna avere delle buone risorse economiche per soggiornarvi.
La Signora Padovana:
Se dovessi passare gli ultimi anni della mia vita in una casa di riposo, e se ne avessi le possibilità economiche, preferirei decisamente la casa descritta in quel post ad una con la vista sull'autostrada. Il convento no, no mi attira. Ci si sveglia troppo presto nei conventi.
Il Signor Venessian:
La vita monacale in genere è dura, ma dubito lo fosse quella del convento di San Lorenzo, da quello che raccontano le cronache del tempo sembra se la spassassero un bel po'!
La Signora Straniera:
Sì sì, la Pasqua la festaggiavano come il Carnevale.
Il Signor Venessian:
Bello lo è il chiostro di san Lorenzo! Ci sono stato pochi anni fa subito dopo l'ultimo restauro. Però, da questo a volerci dimorare gli ultimi anni della vita, è tutta un'altra cosa! Si tratta pur sempre di una casa di ricovero dove si trovano soprattutto anziani soli o lasciati dei figli.
E' ... l'anticamera della morte, bella fin che si vuole dal punto di vista architettonico, ma sempre una casa di riposo!
Io proprio non ci vorrei andare e spero proprio di concludere la mia vita nella mia casa!
Il Signore dei Campanili:
Concordo con quanto dici. La casa di riposo di San Lorenzo è pur sempre un ospizio. Credo sia il desiderio di tante persone (me compreso) quello di trascorrere gli ultimi anni della vita nella propria casa.
La Signora Padovana:
Riguardo il trasloco in una casa di riposo ho deciso di aspettare un altro po'. "Too old to Rock 'n' Roll too young to die", come cantavano i Jethro Tull.
People meet in Architecture
Photocredit: Biennale di Venezia su Facebook
Biennale of Architecture test (by Erla Zwingle)
The Venice Biennale of Architecture is:
A) A great place to show off your new clothes
B) A great place to show off your new boyfriend/girlfriend/baby/dog
C) A great place to walk up and down various densely populated areas displaying your heartrending coolness, trendiness, disposable income
D) A great excuse to come to Venice for the weekend
E) A great place to look at new ideas in architectural design
Correct answer: All but E. If you want to learn something about architecture, read a book.
To read Erla Zwingle's blog post Let the Biennale Begin click here
Biennale of Architecture test (by Erla Zwingle)
The Venice Biennale of Architecture is:
A) A great place to show off your new clothes
B) A great place to show off your new boyfriend/girlfriend/baby/dog
C) A great place to walk up and down various densely populated areas displaying your heartrending coolness, trendiness, disposable income
D) A great excuse to come to Venice for the weekend
E) A great place to look at new ideas in architectural design
Correct answer: All but E. If you want to learn something about architecture, read a book.
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неделя, 29 август 2010 г.
Commedia, Atto III, scena 6 (certi veneziani)
La scena è ispirata da un recente post di Fausto Maroder pubblicato nel suo ABB (Alloggi Barbaria Blog) e da un altro post di Sergio Piovesan, pubblicato circa due mesi fa nel suo blog di tutto. I due post in questione sono certamente linkati nel testo, tutti e due. Se cliccate sulle parole in altro colore, potete vedere anche le foto delle cose di cui parlano i personaggi. Grazie ai miei cari amici Sig. Venessian e il Signore dei Campanili di avermi ispirato e collaborato con le sue parole venessianissime.
Questa scena me la immagino davanti al "Bacaretto da Lele" verso sera in campo dei Tolentini che si affaccia sul rio con una inusuale balaustra di pietra. Accanto alla balaustra vediamo il Signor Venessian e la Signora Straniera con l'ombra in mano. In un certo momento arriva anche il Signore dei Campanili.
Il Signor Venessian:
Vorrei indicare alcune cose che NON devono fare i veneziani. Proprio fuori dal mio portone, già ieri mattina, ho trovato parecchie assi di legno che sono resti edilizi (in veneziano "rovinassi"), che qualche maleducato, incivile e "tanto altro" veneziano ha pensato bene di abbandonare in questo pezzo di fondamenta, ovviamente lontano da casa sua.
La Signora Straniera:
(ride) Lo so che non è da ridere, la Lei lo racconta in modo così divertente!
Il Signor Venessian:
Ora i rovinassi resteranno ben posizionati per parecchi giorni in quanto i netturbini - che pure attraccano la barca proprio lì vicino - non li porteranno via perché non sono immondizie e neppure materiale (carta, vetro e plastica) interessato alla raccolta differenziata.
La Signora Straniera:
Forse riderà a me, ma mi affascina come si raccoglie la spazzatura a Venezia.
Il Signor Venessian:
Tuttalpiù può considerarsi materiale ingombrante e quindi basta prendere appuntamento con gli operatori del servizio che, gratuitamente, provvederanno all'asporto dal piano terra del domicilio del richiedente; però, ... troppa fatica per una telefonata; e poi, tenerselo in casa propria o nell'entrata... E' molto meglio abbandonarlo vicino alla porta di qualcun altro! Chi se ne frega del prossimo!
La Signora Stranera:
“Chi de ne frega del prossimo!” sarà la variante negativa del detto per eccellenza cristiano “Ama il prossimo” (ride)
Il Signor Venessian:
Avrei altri epiteti per questi individui, ma non vado oltre per non scendere nel turpiloquio!
La Signora Staraniera:
Turpiloquio! Adoro questa parola! L’ho imparata da Lei!
Il Signor Venessian:
Sempre questa mattina, ho visto i sacchetti della spazzatura abbandonati il sabato sera (la domenica non c'è la raccolta), sempre da qualche veneziano al quale vanno tutti gli epiteti di cui sopra; ovviamente chi ha depositato in questo luogo lo ha fatto di proposito perché lontano dalla porta di casa sua!
In più ci si mettono anche i gabbiani che rompono i sacchetti per cercare da mangiare.
La Signora Straniera:
Sì sì, i gabbiani fanno peggio dei veneziani! (ride) Ed anche peggio dei turisti!
Il Signor Venessian:
Sono due cose che NON devono fare i veneziani che, però, almeno certi veneziani (che fanno rima con " ... morti cani") le fanno quotidianamente. Una mattina ho appurato personalmente che un "distinto" signore, con portatile al seguito, uscito di casa anche con il sacchetto delle immondizie, portava e depositava quest'ultimo vicino ad altra porta, sulla mia fondamenta!
La Signora Straniera:
Mi viene in mente un'altra cosa che non devono fare i veneziani: fare di una corte più o meno pubblica che prima si poteva raggiungere liberamente, una corte privata com'è il caso con la Corte Botera diventata davvero Corte Sconta e poi far cambiare la pavimentazione...
Il Signor Venessian:
Le corti "privatizzate" non sono cosa rara a Venezia, alcune lo sono regolarmente, mentre altre sono abusive "a illo tempore". Molte avevano una vera da pozzo che spesso è sparita.
(si avvicina il Signore dei Campanili)
La Signora Straniera:
E un'altra cosa che non devono fare: non devono mettere una pianta in una vera da pozzo, giusto?
Il Signor Venessian:
E' verissimo! Però, quante cose non possono fare i veneziani! Mi conviene, d'ora in poi, controllare cosa non devono fare i turisti.
Il Signore dei Campanili:
Ieri ho visto una vera da pozzo poco rispetata piena di damigiane vuote...
La Signora Straniera:
Dove l’ha vista?
Il Signore dei Campanili:
All'interno di una proprietà privata in teoria nessuno potrebbe dire nulla. Tuttavia anch'essa meriterebbe di essere rispettata in quanto antica e parte di un'edilizia minore ormai scomparsa.
La Signora Straniera:
Eh, sì...meriterebbe...
Il Signore dei Campanili:
A questo punto mi vedo costretto a cambiare di idea. In quella vera da pozzo sarebbe stato meglio metterci dei fiori o una pianta, seppure con il rischio di romperla per colpa delle radici, piuttosto che vederla usata come un contenitore di damigiane.
Il Signor Venessian:
(vuole dire qualcosa ma gli viene una tosse e si allontana)
Il Signore dei Campanili:
E poi è inutile dire che il mancato decoro della città è tutta colpa dei turisti se poi sono gli stessi veneziani a dare il cattivo esempio. Venezia merita rispetto da tutti: turisti e veneziani, nessuno escluso.
La Signora Straniera:
Parole sante!
(Signor Venessian si avvicina, la sua tosse si è calmata)
Il Signore dei Campanili:
Lo dico spesso che i veneziani dovrebbero fare autocritica. Questo però non deve essere una scusa per i turisti.
Il Signor Venessian:
Proprio oggi, tornando a casa, ho trovato tre turiste sedute tranquillamente a terra e occupavano tutta la calle; facevano uno spuntino (l'igiene non era la prima loro preoccupazione). Ho dovuto chiedere di alzarsi per farmi passare; da sole non lo capivano.
Questa scena me la immagino davanti al "Bacaretto da Lele" verso sera in campo dei Tolentini che si affaccia sul rio con una inusuale balaustra di pietra. Accanto alla balaustra vediamo il Signor Venessian e la Signora Straniera con l'ombra in mano. In un certo momento arriva anche il Signore dei Campanili.
Il Signor Venessian:
Vorrei indicare alcune cose che NON devono fare i veneziani. Proprio fuori dal mio portone, già ieri mattina, ho trovato parecchie assi di legno che sono resti edilizi (in veneziano "rovinassi"), che qualche maleducato, incivile e "tanto altro" veneziano ha pensato bene di abbandonare in questo pezzo di fondamenta, ovviamente lontano da casa sua.
La Signora Straniera:
(ride) Lo so che non è da ridere, la Lei lo racconta in modo così divertente!
Il Signor Venessian:
Ora i rovinassi resteranno ben posizionati per parecchi giorni in quanto i netturbini - che pure attraccano la barca proprio lì vicino - non li porteranno via perché non sono immondizie e neppure materiale (carta, vetro e plastica) interessato alla raccolta differenziata.
La Signora Straniera:
Forse riderà a me, ma mi affascina come si raccoglie la spazzatura a Venezia.
Il Signor Venessian:
Tuttalpiù può considerarsi materiale ingombrante e quindi basta prendere appuntamento con gli operatori del servizio che, gratuitamente, provvederanno all'asporto dal piano terra del domicilio del richiedente; però, ... troppa fatica per una telefonata; e poi, tenerselo in casa propria o nell'entrata... E' molto meglio abbandonarlo vicino alla porta di qualcun altro! Chi se ne frega del prossimo!
La Signora Stranera:
“Chi de ne frega del prossimo!” sarà la variante negativa del detto per eccellenza cristiano “Ama il prossimo” (ride)
Il Signor Venessian:
Avrei altri epiteti per questi individui, ma non vado oltre per non scendere nel turpiloquio!
La Signora Staraniera:
Turpiloquio! Adoro questa parola! L’ho imparata da Lei!
Il Signor Venessian:
Sempre questa mattina, ho visto i sacchetti della spazzatura abbandonati il sabato sera (la domenica non c'è la raccolta), sempre da qualche veneziano al quale vanno tutti gli epiteti di cui sopra; ovviamente chi ha depositato in questo luogo lo ha fatto di proposito perché lontano dalla porta di casa sua!
In più ci si mettono anche i gabbiani che rompono i sacchetti per cercare da mangiare.
La Signora Straniera:
Sì sì, i gabbiani fanno peggio dei veneziani! (ride) Ed anche peggio dei turisti!
Il Signor Venessian:
Sono due cose che NON devono fare i veneziani che, però, almeno certi veneziani (che fanno rima con " ... morti cani") le fanno quotidianamente. Una mattina ho appurato personalmente che un "distinto" signore, con portatile al seguito, uscito di casa anche con il sacchetto delle immondizie, portava e depositava quest'ultimo vicino ad altra porta, sulla mia fondamenta!
La Signora Straniera:
Mi viene in mente un'altra cosa che non devono fare i veneziani: fare di una corte più o meno pubblica che prima si poteva raggiungere liberamente, una corte privata com'è il caso con la Corte Botera diventata davvero Corte Sconta e poi far cambiare la pavimentazione...
Il Signor Venessian:
Le corti "privatizzate" non sono cosa rara a Venezia, alcune lo sono regolarmente, mentre altre sono abusive "a illo tempore". Molte avevano una vera da pozzo che spesso è sparita.
(si avvicina il Signore dei Campanili)
La Signora Straniera:
E un'altra cosa che non devono fare: non devono mettere una pianta in una vera da pozzo, giusto?
Il Signor Venessian:
E' verissimo! Però, quante cose non possono fare i veneziani! Mi conviene, d'ora in poi, controllare cosa non devono fare i turisti.
Il Signore dei Campanili:
Ieri ho visto una vera da pozzo poco rispetata piena di damigiane vuote...
La Signora Straniera:
Dove l’ha vista?
Il Signore dei Campanili:
All'interno di una proprietà privata in teoria nessuno potrebbe dire nulla. Tuttavia anch'essa meriterebbe di essere rispettata in quanto antica e parte di un'edilizia minore ormai scomparsa.
La Signora Straniera:
Eh, sì...meriterebbe...
Il Signore dei Campanili:
A questo punto mi vedo costretto a cambiare di idea. In quella vera da pozzo sarebbe stato meglio metterci dei fiori o una pianta, seppure con il rischio di romperla per colpa delle radici, piuttosto che vederla usata come un contenitore di damigiane.
Il Signor Venessian:
(vuole dire qualcosa ma gli viene una tosse e si allontana)
Il Signore dei Campanili:
E poi è inutile dire che il mancato decoro della città è tutta colpa dei turisti se poi sono gli stessi veneziani a dare il cattivo esempio. Venezia merita rispetto da tutti: turisti e veneziani, nessuno escluso.
La Signora Straniera:
Parole sante!
(Signor Venessian si avvicina, la sua tosse si è calmata)
Il Signore dei Campanili:
Lo dico spesso che i veneziani dovrebbero fare autocritica. Questo però non deve essere una scusa per i turisti.
Il Signor Venessian:
Proprio oggi, tornando a casa, ho trovato tre turiste sedute tranquillamente a terra e occupavano tutta la calle; facevano uno spuntino (l'igiene non era la prima loro preoccupazione). Ho dovuto chiedere di alzarsi per farmi passare; da sole non lo capivano.
Commedia, Atto III, scena 7 (per vent'anni e per secoli)
Questa scena della commedia si svoge in terraferma, in un luogo come Montebello, Asolano o Mogliano. E dopo tanti dubbi esordio in questa scena con il mio vero nome. Non mi andava cambiarlo solo perché sono "l'autrice" della commedia, l'autrice tra le virgolette, perché la commedia infatti si scrive da sola. Mi chiedevo se Shakespeare dava il nome William di uno dei suoi personaggi e mi rispondevo "Why not?". Ho chiesto un consiglio a mio marito poeta e lui mi ha detto: "anche Dante è un personaggio nella sua Commedia" e la cosa mi ha convinto.
Emilia:
Buongiono, Principessa!
Piera:
Emilia, sono felice di incontrarti!
Emilia:
Sono così agitata...
Piera:
Che succede? Problemi?
Emilia:
No, no, mancano pochi giorni e torno a Venezia! Che emozione!
Piera:
Sei tenerissima!
Emilia:
Non riesco più nè leggere nè scrivere! Non riesco nemmeno a stare traquilla!
Piera:
Io invece ieri sono dovuta andare a Milano, giornata così calda ed afosa, ho avuto un gran piacere nel ritornare
Emilia:
A me Milano piace in agosto (sorride)
Piera:
A me, detto fra noi, non piace proprio!
Emilia:
Non c’è molta gente.
Piera:
Invece c’era parecchia gente e la sensazione strana che provo quando sono lì è il fatto che viaggi in metropolitana così sottoterra al buio, tutti chiusi nei loro problemi per poi riemergere alla luce del sole ma anche allo smog di una città caotica...
Emilia:
Beh..
Piera:
E poi devi pensare che io godo del ritmo lento e a “misura d’uomo” di Venezia, dei piccoli centri, magari collinati o montanari
Emilia:
Eh, sì, Milano è diversa
Piera:
Insomma, la metropolitana mi fa pensare agli scrafaggi, brutta cosa da dire, ma quella di Milano e poi particolarmente brutta
Emilia:
Io sono stata fortunata perché la mia amica di Milano abita in una zona dove si usa il tram e l’autobus e mi è capitato di usare la metropolitana poco, pochissimo
Piera:
Io sono una persona semplice che ama la natura, gli spazi aperti, pochi rumori ma a Milano andare in auto è diventato un vero problema e i tram ci sono, sì, ma ci vuole una vita per raggiungere le zone in cui si deve andare
Emilia:
La mia amica si muove in moto... Ma volevo chiederti, non vuoi trasferirti di nuovo a Venezia?
Piera:
E’ il mio sogno e il mio scopo! Ma anche qui sto bene, tra i colli, ogni stagione regala i suoi frutti che tutti possono raccogliere come i funghi, le erbe aromatiche e altre erbe deliziose come gli asparagi sevatici, i bruscandolini (che sono le cime del luppolo), i carletti, le punte dei pungitopo, insomma una vera farmacia e sesa da gourmet
Emilia:
Dolce Piera, mi piace tanto come ti esprimi!
Piera:
Comunque, la mia città è sempre la mia metà! Come dici tu, vorrei tornare ad invecchiare nella mia città, quando sono lì mi sento veramente e finalmente a casa mia ed è una sensazione fantastica!
Emilia:
Assolutamente! Dal momento in cui torno lì tutto che provo è diverso, tutto mi esalta, le emozioni, le sensazioni, le percezioni, il mio sguardo, il mio sorriso, tutto... il tempo ha un altro spessore
Piera:
Mi piace ricordare con affetto ma rievocando le medesime sensazioni di bambina quei luoghi e quelle dolcissime persone...
Emilia:
Sì, ricordo benissimo quello che mi hai raccontato della casa di tua nonna, donna corraggiosa e moderna, vedova ragazzina e bellissima
Piera:
Sai, per chi è nato a Venezia i ricordi sono, credo, speciali sia i suoni, le voci sia gli odori, i giochi fatti con altri bambini nei campi, attorno alle vere da pozzo e sotto o davanti qualche palazzo, chiesa o monumento storico ed artistico
Emilia:
Immagino...
Piera:
Ora come immagini ti devo lasciare perché ho da fare in cucina, ma sono molto felice di aver comunciato con te, ti auguro ogni bene
Emilia:
Sai volevo chiederti una cosa ma sarà un’altra volta
Piera:
No no, se posso risponderti lo faccio volentieri, minuto più, minuto meno
Emilia:
E’ una cosa che riguarda il cimitero, ne avevo letto in un romanzo di Erica Jong e non so se è vero
Piera:
Cosa?
Emilia:
Che le tombe non sono per sempre, che sono per sempre solo le tombe dei personaggi famosi
Piera:
Sì, è vero, per alcune tombe. Ci sono dei campi di tombe per cui la tumulazione può durare dieci o vent’anni, poi i resti vengono rimossi e messi in un ossario, altre tombe invece di persone che avevano un valore storico, letterario, etc rimangono nei secoli.
Emilia:
Ma infatti chi se ne frega dopo la morte...
Piera:
Questo perché lo spazio è limitato... ma le tombe storiche sono lì e val la pena andare all’isola di San Michele, credimi
Emilia:
Sì sì, ci sono andata e ti assicuro che quelle tombe nel reparto evangelico dov’è la tomba di Ezra Pound e nel reparto greco dov’è la tomba di Igor Stravinskij rimangono per secoli.
Piera:
Quelli forse sono destinati all’inumazione lunghissima, ma sai la gente comune non aveva più spazi ed ora si ricorre all’incenerimento perché altrimenti non ci sono più posti. I miei nonni, zie, i zii e prozii sono sepolti lì... ma pensa alla gente che nasce, vive e muore e lo spazio ormai è solo quello...
Emilia:
Sì, lo spazio è solo quello.
Piera:
La gente comune viene trasferita a Marghera ed anche lì ora non c’è più posto. E’ duro ma è così. Già i miei genitori sono sepolti a Marghera perché non c’era più spazio.
Emilia:
Quindi chi ha una casa in terraferma forse preferisce essere sepolto in terraferma,
Piera:
Anche per loro gran dificoltà, per cui la sepoltura dura dai 10 ai 20 anni, come ti ho detto, oppure si ricorre alla cremazione
Emilia:
Capisco
Piera:
A meno che non si possegga una cappella di famiglia. Questa è la realtà!
Emilia:
Se posso scherzare con queste cose, ti dico che se ci si deve sposare si deve cercare uno con cappella di famiglia..
Piera:
Certo che si può scherzare, bisogna ridere della morte, si esorcizza e ci rende la vita più gradevole
Emilia:
L’hai detto in modo bellissimo!
Piera:
Bene, ora ti devo proprio lasciare e mi dispiace. Ma spero di incontrarti di nuovo presto. Un caldo saluto, vero, con affetto
Emilia:
Ho sempre invidiato alla mia amica perché il suo marito milanese ha progettato da solo la cappella di famiglia... E per lei c’è un bel posto per l’eterno riposo...nel cimitero sotto la cascata di una cittadina sulle Alpi...
Piera:
Allora mi devo dar da fare per trovarti qualcuno che abbia una cappella di famiglia!
Emilia:
Si sta più tranquilli così. (ride)
Piera:
Sai, se devo essere sincera, quando accadrrà non mi interesserà molto dove sarà il mio corpo, molto più interessante sapere se ci sarà un aldilà ma quello è un altro discorso.
Emilia:
Sì, ed ora ci dobbiamo salutare, un ciao bellissimo!
Emilia:
Buongiono, Principessa!
Piera:
Emilia, sono felice di incontrarti!
Emilia:
Sono così agitata...
Piera:
Che succede? Problemi?
Emilia:
No, no, mancano pochi giorni e torno a Venezia! Che emozione!
Piera:
Sei tenerissima!
Emilia:
Non riesco più nè leggere nè scrivere! Non riesco nemmeno a stare traquilla!
Piera:
Io invece ieri sono dovuta andare a Milano, giornata così calda ed afosa, ho avuto un gran piacere nel ritornare
Emilia:
A me Milano piace in agosto (sorride)
Piera:
A me, detto fra noi, non piace proprio!
Emilia:
Non c’è molta gente.
Piera:
Invece c’era parecchia gente e la sensazione strana che provo quando sono lì è il fatto che viaggi in metropolitana così sottoterra al buio, tutti chiusi nei loro problemi per poi riemergere alla luce del sole ma anche allo smog di una città caotica...
Emilia:
Beh..
Piera:
E poi devi pensare che io godo del ritmo lento e a “misura d’uomo” di Venezia, dei piccoli centri, magari collinati o montanari
Emilia:
Eh, sì, Milano è diversa
Piera:
Insomma, la metropolitana mi fa pensare agli scrafaggi, brutta cosa da dire, ma quella di Milano e poi particolarmente brutta
Emilia:
Io sono stata fortunata perché la mia amica di Milano abita in una zona dove si usa il tram e l’autobus e mi è capitato di usare la metropolitana poco, pochissimo
Piera:
Io sono una persona semplice che ama la natura, gli spazi aperti, pochi rumori ma a Milano andare in auto è diventato un vero problema e i tram ci sono, sì, ma ci vuole una vita per raggiungere le zone in cui si deve andare
Emilia:
La mia amica si muove in moto... Ma volevo chiederti, non vuoi trasferirti di nuovo a Venezia?
Piera:
E’ il mio sogno e il mio scopo! Ma anche qui sto bene, tra i colli, ogni stagione regala i suoi frutti che tutti possono raccogliere come i funghi, le erbe aromatiche e altre erbe deliziose come gli asparagi sevatici, i bruscandolini (che sono le cime del luppolo), i carletti, le punte dei pungitopo, insomma una vera farmacia e sesa da gourmet
Emilia:
Dolce Piera, mi piace tanto come ti esprimi!
Piera:
Comunque, la mia città è sempre la mia metà! Come dici tu, vorrei tornare ad invecchiare nella mia città, quando sono lì mi sento veramente e finalmente a casa mia ed è una sensazione fantastica!
Emilia:
Assolutamente! Dal momento in cui torno lì tutto che provo è diverso, tutto mi esalta, le emozioni, le sensazioni, le percezioni, il mio sguardo, il mio sorriso, tutto... il tempo ha un altro spessore
Piera:
Mi piace ricordare con affetto ma rievocando le medesime sensazioni di bambina quei luoghi e quelle dolcissime persone...
Emilia:
Sì, ricordo benissimo quello che mi hai raccontato della casa di tua nonna, donna corraggiosa e moderna, vedova ragazzina e bellissima
Piera:
Sai, per chi è nato a Venezia i ricordi sono, credo, speciali sia i suoni, le voci sia gli odori, i giochi fatti con altri bambini nei campi, attorno alle vere da pozzo e sotto o davanti qualche palazzo, chiesa o monumento storico ed artistico
Emilia:
Immagino...
Piera:
Ora come immagini ti devo lasciare perché ho da fare in cucina, ma sono molto felice di aver comunciato con te, ti auguro ogni bene
Emilia:
Sai volevo chiederti una cosa ma sarà un’altra volta
Piera:
No no, se posso risponderti lo faccio volentieri, minuto più, minuto meno
Emilia:
E’ una cosa che riguarda il cimitero, ne avevo letto in un romanzo di Erica Jong e non so se è vero
Piera:
Cosa?
Emilia:
Che le tombe non sono per sempre, che sono per sempre solo le tombe dei personaggi famosi
Piera:
Sì, è vero, per alcune tombe. Ci sono dei campi di tombe per cui la tumulazione può durare dieci o vent’anni, poi i resti vengono rimossi e messi in un ossario, altre tombe invece di persone che avevano un valore storico, letterario, etc rimangono nei secoli.
Emilia:
Ma infatti chi se ne frega dopo la morte...
Piera:
Questo perché lo spazio è limitato... ma le tombe storiche sono lì e val la pena andare all’isola di San Michele, credimi
Emilia:
Sì sì, ci sono andata e ti assicuro che quelle tombe nel reparto evangelico dov’è la tomba di Ezra Pound e nel reparto greco dov’è la tomba di Igor Stravinskij rimangono per secoli.
Piera:
Quelli forse sono destinati all’inumazione lunghissima, ma sai la gente comune non aveva più spazi ed ora si ricorre all’incenerimento perché altrimenti non ci sono più posti. I miei nonni, zie, i zii e prozii sono sepolti lì... ma pensa alla gente che nasce, vive e muore e lo spazio ormai è solo quello...
Emilia:
Sì, lo spazio è solo quello.
Piera:
La gente comune viene trasferita a Marghera ed anche lì ora non c’è più posto. E’ duro ma è così. Già i miei genitori sono sepolti a Marghera perché non c’era più spazio.
Emilia:
Quindi chi ha una casa in terraferma forse preferisce essere sepolto in terraferma,
Piera:
Anche per loro gran dificoltà, per cui la sepoltura dura dai 10 ai 20 anni, come ti ho detto, oppure si ricorre alla cremazione
Emilia:
Capisco
Piera:
A meno che non si possegga una cappella di famiglia. Questa è la realtà!
Emilia:
Se posso scherzare con queste cose, ti dico che se ci si deve sposare si deve cercare uno con cappella di famiglia..
Piera:
Certo che si può scherzare, bisogna ridere della morte, si esorcizza e ci rende la vita più gradevole
Emilia:
L’hai detto in modo bellissimo!
Piera:
Bene, ora ti devo proprio lasciare e mi dispiace. Ma spero di incontrarti di nuovo presto. Un caldo saluto, vero, con affetto
Emilia:
Ho sempre invidiato alla mia amica perché il suo marito milanese ha progettato da solo la cappella di famiglia... E per lei c’è un bel posto per l’eterno riposo...nel cimitero sotto la cascata di una cittadina sulle Alpi...
Piera:
Allora mi devo dar da fare per trovarti qualcuno che abbia una cappella di famiglia!
Emilia:
Si sta più tranquilli così. (ride)
Piera:
Sai, se devo essere sincera, quando accadrrà non mi interesserà molto dove sarà il mio corpo, molto più interessante sapere se ci sarà un aldilà ma quello è un altro discorso.
Emilia:
Sì, ed ora ci dobbiamo salutare, un ciao bellissimo!
събота, 28 август 2010 г.
Rem Koolhaas architetto e scrittore con il Leone d'oro alla carriera
Il Leone d’oro alla carriera della 12 Mostra Internazionale di Architettura
è stato attribuito all’architetto olandese Rem Koolhaas su proposta del Direttore della 12 Mostra, Kazuyo Sejima.
“Rem Koolhaas ha ampliato le possibilità dell’architettura – scrive nella motivazione Sejima – focalizzandosi sulle relazioni tra le persone e lo spazio. Crea edifici che stimolano l’interazione tra le persone, raggiungendo in questo modo ambiziosi obiettivi per l’architettura. La sua influenza nel mondo va ben oltre l’architettura, ispira infatti persone dei più svariati campi disciplinari che traggono grande libertà dal suo lavoro”.
Photocredit: La Biennale di Venezia
Rem Koolhaas nasce a Rotterdam nel 1944. Comincia la sua carriera come giornalista collaborando con l'Haagse Post e come sceneggiatore in Olanda e a Hollywood. Frequenta l’Architectural Association School a Londra e studia con Oswald Mathias Ungers alla Cornell University. Quando nella qualità di giornalista-sceneggiatore trascorre un periodo a New York grazie una borsa di studio all'Institute of Architecture and Urban Studies Rem Koolhaas viene affascinato dai grattacieli.
Nel 1978 scrive Delirious New York: manifesto retroattivo di Manhattan, divenuto un classico della teoria architettonica contemporanea.
Le opere più importanti di Koolhaas e OMA (Office for Metropoliten Architecture, fondato nel 1975 da Rem Koolhaas insieme con Elia e Zoe Zenghelis e Madelon Vriesendorp) includono il Netherlands Dance Theatre a L’Aia, il Nexus Housing a Fukuoka in Giappone, il Kunsthal a Rotterdam, il Grand Palais di Euralille e di Lille, La Villa dall’Ava, la Très Grand Bibliothèque e la Seattle Public Library.
Questi edifici compaiono, insieme alle riflessioni di Koolhaas sulla società contemporanea, nel suo libro S,M,L,XL (1995), scritto come fosse un “romanzo sull’architettura”. Questo suo secondo libro è un tomo di 1376 pagine, pubblicato in collaborazione con un grafico canadese, il volume raccoglie saggi, manifesti, fumetti, diari di viaggio.
Architetto che scrive i suoi libri, avendo qualcosa da dire, citato da Time nel 2008 tra le 100 personalità più influenti del mondo, Rem Koolhaas mi fa pensare ai grandi architetti del passato che scrivevano i suoi libri di architettura: Vitruvio, Palladio,Leon Battista Alberti.
è stato attribuito all’architetto olandese Rem Koolhaas su proposta del Direttore della 12 Mostra, Kazuyo Sejima.
“Rem Koolhaas ha ampliato le possibilità dell’architettura – scrive nella motivazione Sejima – focalizzandosi sulle relazioni tra le persone e lo spazio. Crea edifici che stimolano l’interazione tra le persone, raggiungendo in questo modo ambiziosi obiettivi per l’architettura. La sua influenza nel mondo va ben oltre l’architettura, ispira infatti persone dei più svariati campi disciplinari che traggono grande libertà dal suo lavoro”.
Photocredit: La Biennale di Venezia
Rem Koolhaas nasce a Rotterdam nel 1944. Comincia la sua carriera come giornalista collaborando con l'Haagse Post e come sceneggiatore in Olanda e a Hollywood. Frequenta l’Architectural Association School a Londra e studia con Oswald Mathias Ungers alla Cornell University. Quando nella qualità di giornalista-sceneggiatore trascorre un periodo a New York grazie una borsa di studio all'Institute of Architecture and Urban Studies Rem Koolhaas viene affascinato dai grattacieli.
Nel 1978 scrive Delirious New York: manifesto retroattivo di Manhattan, divenuto un classico della teoria architettonica contemporanea.
Le opere più importanti di Koolhaas e OMA (Office for Metropoliten Architecture, fondato nel 1975 da Rem Koolhaas insieme con Elia e Zoe Zenghelis e Madelon Vriesendorp) includono il Netherlands Dance Theatre a L’Aia, il Nexus Housing a Fukuoka in Giappone, il Kunsthal a Rotterdam, il Grand Palais di Euralille e di Lille, La Villa dall’Ava, la Très Grand Bibliothèque e la Seattle Public Library.
Questi edifici compaiono, insieme alle riflessioni di Koolhaas sulla società contemporanea, nel suo libro S,M,L,XL (1995), scritto come fosse un “romanzo sull’architettura”. Questo suo secondo libro è un tomo di 1376 pagine, pubblicato in collaborazione con un grafico canadese, il volume raccoglie saggi, manifesti, fumetti, diari di viaggio.
Architetto che scrive i suoi libri, avendo qualcosa da dire, citato da Time nel 2008 tra le 100 personalità più influenti del mondo, Rem Koolhaas mi fa pensare ai grandi architetti del passato che scrivevano i suoi libri di architettura: Vitruvio, Palladio,Leon Battista Alberti.
People meet in Architecture 29.08 - 21.11.2010
La Biennale Architettura o la Mostra Internazionale di Architettura - PEOPLE MEET IN ARCHITECTURE apre le sue porte nei Giardini della Biennale e nell'Arsenale domani Domenica 29 agosto...
Il biglietto costa 20 euro, vale per i due siti che si possono visitare in due giorni diversi, adirittura in due mesi diversi. Non so ancora se andrò vedere tutto nei Giardini e nell'Arsenale. Non avrò molto tempo nei miei cinque giorni nei primi di settembre a Venezia. La visita nell'Arsenale e nei Giardini non l'ho programmata ma ho l'intenzione di visitare vari palazzi di Venezia dove saranno esposte certe partecipazioni nazionali che nei giorni della mostra si possono visitare gratuitamente. Ne parlerò in un altro post qua in uno dei prossimi giorni.
La mostra People meet in architecture sarà allestita al Palazzo delle Esposizioni della Biennale (Giardini) e all’Arsenale formando un unico percorso espositivo, con 48 partecipanti tra studi, architetti, ingegneri e artisti da tutto il mondo. La Mostra sarà affiancata, come di consueto, negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia, da 53 Partecipazioni nazionali.
Direttore della Biennale Architetura, che alcuni chiamano la curatrice è la giapponese Kazuyo Sejima, donna di fascino ed eleganza unica.
"La 12 Mostra è una riflessione sull’architettura - ha dichiarato Sejima - Il primo decennio del ventunesimo secolo si sta chiudendo in un susseguirsi di cambiamenti radicali. In questo contesto in rapida evoluzione, l’architettura può farsi portavoce di nuovi valori e moderni stili di vita? Questa mostra è l’occasione per sperimentare le molteplici possibilità dell’architettura e per dar conto della sua pluralità di approcci. Ogni suo orientamento è in funzione di un modo di vivere diverso”.
Il Leone d’oro alla carriera della 12. Mostra Internazionale di Architettura è stato attribuito all’architetto olandese Rem Koolhaas. Il premio sarà consegnato credo domani (ed io dedico un post a questo architetto olandese, diventato famoso anche con i suoi libri sull'architettura di oggi. La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore della 12 Mostra, Kazuyo Sejima.
Smiljan Radic + Marcela Correa
El Niño Escondido En Un Pez / The Boy Hidden In A Fish, 2010
Photocredit: La Biennale di Venezia su Facebook
Il biglietto costa 20 euro, vale per i due siti che si possono visitare in due giorni diversi, adirittura in due mesi diversi. Non so ancora se andrò vedere tutto nei Giardini e nell'Arsenale. Non avrò molto tempo nei miei cinque giorni nei primi di settembre a Venezia. La visita nell'Arsenale e nei Giardini non l'ho programmata ma ho l'intenzione di visitare vari palazzi di Venezia dove saranno esposte certe partecipazioni nazionali che nei giorni della mostra si possono visitare gratuitamente. Ne parlerò in un altro post qua in uno dei prossimi giorni.
La mostra People meet in architecture sarà allestita al Palazzo delle Esposizioni della Biennale (Giardini) e all’Arsenale formando un unico percorso espositivo, con 48 partecipanti tra studi, architetti, ingegneri e artisti da tutto il mondo. La Mostra sarà affiancata, come di consueto, negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia, da 53 Partecipazioni nazionali.
Direttore della Biennale Architetura, che alcuni chiamano la curatrice è la giapponese Kazuyo Sejima, donna di fascino ed eleganza unica.
"La 12 Mostra è una riflessione sull’architettura - ha dichiarato Sejima - Il primo decennio del ventunesimo secolo si sta chiudendo in un susseguirsi di cambiamenti radicali. In questo contesto in rapida evoluzione, l’architettura può farsi portavoce di nuovi valori e moderni stili di vita? Questa mostra è l’occasione per sperimentare le molteplici possibilità dell’architettura e per dar conto della sua pluralità di approcci. Ogni suo orientamento è in funzione di un modo di vivere diverso”.
Il Leone d’oro alla carriera della 12. Mostra Internazionale di Architettura è stato attribuito all’architetto olandese Rem Koolhaas. Il premio sarà consegnato credo domani (ed io dedico un post a questo architetto olandese, diventato famoso anche con i suoi libri sull'architettura di oggi. La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore della 12 Mostra, Kazuyo Sejima.
Smiljan Radic + Marcela Correa
El Niño Escondido En Un Pez / The Boy Hidden In A Fish, 2010
Photocredit: La Biennale di Venezia su Facebook
la Biblioteca dell'Archivio Storico delle Arti Contemporanee
Venerdì 27 agosto 2010 (ore 12.00) è stata inagurata la Biblioteca dell'ASAC (Palazzo della Biennale, Giardini).
La realizzazione della Biblioteca della Biennale ai Giardini segna anche il sospirato completamento dell’ASAC (l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee) e la sua ritrovata piena funzionalità, dedicata principalmente a Venezia. La Biblioteca al Palazzo delle Esposizioni della Biennale si accompagna al progetto di riorganizzazione e riqualificazione dello stesso come edificio espositivo, ma anche polifunzionale.
La nuova Biblioteca dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (ASAC) trova oggi finalmente postoin un’ala completamente ristrutturata del Palazzo delle Esposizioni ai Giardini, ora ultimata in concomitanza della vernice della 12 Mostra Internazionale di Architettura.
Una sistemazione straordinaria, questa, della storica Biblioteca della Biennale, sia dal punto di vista funzionale, sia della qualità architettonica, con elevati standard di consultazione, con sale di lettura per il pubblico, per gli studenti di Venezia, per i ricercatori e per i visitatori delle mostre.
Dopo 10 anni la Biblioteca viene dunque completamente riaperta al pubblico, e viene restituita alla città in una struttura riqualificata: una sede ideale anche perché viva, a stretto contatto con le manifestazioni della Biennale.
Photocredit: La Biennale di Venezia (grazie a Facebook)
La prima fase della realizzazione si era conclusa a giugno 2009 – in occasione dell’apertura della 53 Esposizione d’Arte – e aveva comportato il recupero di alcuni locali per la consultazione di libri, cataloghi, periodici di Arti Visive.
Una foto del palazzo delle Esposioni o della Biennale durante la 53 Biennale d'Arte Fare Mondi Making Worlds 07.06 - 22.11.09
Ora troverà collocazione anche la restante parte dei volumi e periodici della Biblioteca, riguardanti Architettura, Cinema, Danza, Musica, Teatro.
In questa foto vedete l'aspetto che avrà il Palazzo delle Esposizioni o della Biennale durante la 12 Mostra Internazionale di Archietettura detta anche Biennale di Archietettura 29.08 - 21.11.2010
Immagini e fonte: La Biennale di Venezia su Facebook
La realizzazione della Biblioteca della Biennale ai Giardini segna anche il sospirato completamento dell’ASAC (l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee) e la sua ritrovata piena funzionalità, dedicata principalmente a Venezia. La Biblioteca al Palazzo delle Esposizioni della Biennale si accompagna al progetto di riorganizzazione e riqualificazione dello stesso come edificio espositivo, ma anche polifunzionale.
La nuova Biblioteca dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (ASAC) trova oggi finalmente postoin un’ala completamente ristrutturata del Palazzo delle Esposizioni ai Giardini, ora ultimata in concomitanza della vernice della 12 Mostra Internazionale di Architettura.
Una sistemazione straordinaria, questa, della storica Biblioteca della Biennale, sia dal punto di vista funzionale, sia della qualità architettonica, con elevati standard di consultazione, con sale di lettura per il pubblico, per gli studenti di Venezia, per i ricercatori e per i visitatori delle mostre.
Dopo 10 anni la Biblioteca viene dunque completamente riaperta al pubblico, e viene restituita alla città in una struttura riqualificata: una sede ideale anche perché viva, a stretto contatto con le manifestazioni della Biennale.
Photocredit: La Biennale di Venezia (grazie a Facebook)
La prima fase della realizzazione si era conclusa a giugno 2009 – in occasione dell’apertura della 53 Esposizione d’Arte – e aveva comportato il recupero di alcuni locali per la consultazione di libri, cataloghi, periodici di Arti Visive.
Una foto del palazzo delle Esposioni o della Biennale durante la 53 Biennale d'Arte Fare Mondi Making Worlds 07.06 - 22.11.09
Ora troverà collocazione anche la restante parte dei volumi e periodici della Biblioteca, riguardanti Architettura, Cinema, Danza, Musica, Teatro.
In questa foto vedete l'aspetto che avrà il Palazzo delle Esposizioni o della Biennale durante la 12 Mostra Internazionale di Archietettura detta anche Biennale di Archietettura 29.08 - 21.11.2010
Immagini e fonte: La Biennale di Venezia su Facebook
петък, 27 август 2010 г.
La Sala delle Colonne a Ca' Giustinian
La Biennale di Venezia su Facebook da un po’ di tempo annunciava che in occasione della 12 Mostra Internazionale di Architettura (29 agosto – 21 novembre 2010) sarebbero inagurati due nuovi spazi della Biennale, la Sala delle Colonne (al primo piano nobile di Ca' Giustinian) e la Biblioteca dell'ASAC (l’Archivio Storico delle Arte Contemporanee) al Palazzo della Biennale detto anche delle Esposizioni nei Giardini).
L’altro ieri, il 25 agosto, come era in programma alle ore 11.00 è stata inaugurata La Sala delle Colonne a Ca' Giustinian, dall’anno scorso di nuovo sede della Biennale di Venezia. Questa Sala delle Colonne è la famosa sala del primo piano di Ca' Giustinian, risalente agli anni '30 che diverrà il luogo ideale per meeting, workshop e soprattutto spettacoli dal vivo.
Photocredit: La Biennale di Venezia (grazie a Facebook)
Il mio caro amico Sergio Piovesan mi aveva detto che agli inizi degli anni '70, era agibile per concerti e spettacoli (anche 700 persone), ed lui, con il suo coro che presenta già da 27 anni coro, ha cantato anche lì! Allora Ca’ Giustinian era sede dell'assessorato al turismo e le due sale (quella degli Specchi e la Sale delle Colonne) erano adibite ad incontri, conferenze e concerti. Poi le sale, per ragioni di sicurezza, non sono più risultate idonee e quindi non più disponibili. Dall’estate scorsa in occasione della 53 Biennale di Arti Visive l’antica Sala degli Specchi ospita di nuovo i visitatori che vanno nella nuova cafeteria “L’ombra del Leone”, al piano terra, con vista sul Bacino di San Marco, una cafeteria, nonché salotto per la città rivolto a iniziative culturali.
Inoltre, proprio nella Sala delle Colonne è ospitato l’Evento Speciale della Biennale Architettura 2010, LUMA/ Parc des Ateliers, di Frank O. Gehry e Gehry Partners, LLP, un progetto architettonico per un nuovo modello culturale situato nel centro di Arles, Francia (apertura al pubblico: 29 agosto – 11 settembre 2010).
Photocredit: La Biennale di Venezia (grazie a Facebook)
Nella foto un momento dall'inaugurazione: oltre al Presidente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta erano presenti anche l'architetto Frank Gehry e Maja Hoffman ( Luma) che hanno presentato il progetto, il sindaco Giorgio Orsoni, la Direttrice della prossima 54 Esposizione Internazionale d'Arte e Vittorio Sgarbi, prossimo curatore del Padiglione Italia per la 54 Esposizione Internazionale d'Arte.
Allo stesso tempo, al Portego Ca’ Giustinian (pianoterra) è stata presentata la mostra Biennale Works in progress. Undici anni: realizzazioni e progetti in corso che illustra i progetti realizzati dalla Biennale di Venezia per le proprie sedi negli ultimi undici anni, nonché i progetti in corso.
Photocredit: La Biennale di Venezia (grazie a Facebook)
Immagini e fonte: La Biennale di Venezia su Facebook
L’altro ieri, il 25 agosto, come era in programma alle ore 11.00 è stata inaugurata La Sala delle Colonne a Ca' Giustinian, dall’anno scorso di nuovo sede della Biennale di Venezia. Questa Sala delle Colonne è la famosa sala del primo piano di Ca' Giustinian, risalente agli anni '30 che diverrà il luogo ideale per meeting, workshop e soprattutto spettacoli dal vivo.
Photocredit: La Biennale di Venezia (grazie a Facebook)
Il mio caro amico Sergio Piovesan mi aveva detto che agli inizi degli anni '70, era agibile per concerti e spettacoli (anche 700 persone), ed lui, con il suo coro che presenta già da 27 anni coro, ha cantato anche lì! Allora Ca’ Giustinian era sede dell'assessorato al turismo e le due sale (quella degli Specchi e la Sale delle Colonne) erano adibite ad incontri, conferenze e concerti. Poi le sale, per ragioni di sicurezza, non sono più risultate idonee e quindi non più disponibili. Dall’estate scorsa in occasione della 53 Biennale di Arti Visive l’antica Sala degli Specchi ospita di nuovo i visitatori che vanno nella nuova cafeteria “L’ombra del Leone”, al piano terra, con vista sul Bacino di San Marco, una cafeteria, nonché salotto per la città rivolto a iniziative culturali.
Inoltre, proprio nella Sala delle Colonne è ospitato l’Evento Speciale della Biennale Architettura 2010, LUMA/ Parc des Ateliers, di Frank O. Gehry e Gehry Partners, LLP, un progetto architettonico per un nuovo modello culturale situato nel centro di Arles, Francia (apertura al pubblico: 29 agosto – 11 settembre 2010).
Photocredit: La Biennale di Venezia (grazie a Facebook)
Nella foto un momento dall'inaugurazione: oltre al Presidente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta erano presenti anche l'architetto Frank Gehry e Maja Hoffman ( Luma) che hanno presentato il progetto, il sindaco Giorgio Orsoni, la Direttrice della prossima 54 Esposizione Internazionale d'Arte e Vittorio Sgarbi, prossimo curatore del Padiglione Italia per la 54 Esposizione Internazionale d'Arte.
Allo stesso tempo, al Portego Ca’ Giustinian (pianoterra) è stata presentata la mostra Biennale Works in progress. Undici anni: realizzazioni e progetti in corso che illustra i progetti realizzati dalla Biennale di Venezia per le proprie sedi negli ultimi undici anni, nonché i progetti in corso.
Photocredit: La Biennale di Venezia (grazie a Facebook)
Immagini e fonte: La Biennale di Venezia su Facebook
четвъртък, 26 август 2010 г.
Choses d'après nature
Oggi, il 26 agosto alle 18.30 la Manni Art Gallery inaugura la sua sede espositiva al Lido di Venezia, dedicando una personale dal titolo "Choses d'après nature"
al maestro David Dalla Venezia.
David Dalla Venezia, n.582, oil on canvas, 92 x 73 cm, 2008 (by Courtesy of the Artist)
David Dalla Venezia
Personal Picture Exhibition "Choses d'après nature"
Catalogue texts by Andrea Pagnes
27 August - 30 September 2010
Opening hours 4:30 to 11:00 pm
MANNI ART GALLERY
Lido di Venezia, Italy
Sandro Gallo 97/A-B
Venezia, Italy
David Dalla Venezia, n.575, oil on canvas, 65x 50 cm, 2008 (by Courtesy of the Artist)
The Art Historian said:
Born in 1965 in Cannes, France, David Dalla Venezia has developed a unique language tectically and poetically, where the study and deepening of the figure represent the expressive backbone and comunicative code key. Moving between tradition and modernity, there are two opposin and more specific cultural references from which David Dalla Venezia's painting was ispired by, and from where they have emancipated:
the first is the so-called Lowbrow or Pop Surrealism, a popular moviment, of lower level, conceived in the late seventies underground environments of the West Coast (to whichi certain works of David must be brought back, such as the illustration of album covers of Avion Travel and 12 paintings, made on the palisades of Venice in duet with Hiroshi Daikoku between 1987 and 1989). The second, highest in profile, draws its subsequent psychoanalysis investigations of Freud and Jung, and the philosophical speculation of Schopenhauer, Nietszche even Severino. To investigate the unconscious and the emerge through the pictorial representation with some possible answers, at the same time offering a vision of things and the world where the dream is entangled with reality, and fiction is repeated, make David Dalla Venezia'a painting to operate two doubled levels: aesthetic-narrative and philosophical-metaphysical.
David Dalla Venezia, n.578, oil on canvas, 35 x 33 cm, 2008 (by Courtesy of the Artist)
al maestro David Dalla Venezia.
David Dalla Venezia, n.582, oil on canvas, 92 x 73 cm, 2008 (by Courtesy of the Artist)
David Dalla Venezia
Personal Picture Exhibition "Choses d'après nature"
Catalogue texts by Andrea Pagnes
27 August - 30 September 2010
Opening hours 4:30 to 11:00 pm
MANNI ART GALLERY
Lido di Venezia, Italy
Sandro Gallo 97/A-B
Venezia, Italy
David Dalla Venezia, n.575, oil on canvas, 65x 50 cm, 2008 (by Courtesy of the Artist)
The Art Historian said:
Born in 1965 in Cannes, France, David Dalla Venezia has developed a unique language tectically and poetically, where the study and deepening of the figure represent the expressive backbone and comunicative code key. Moving between tradition and modernity, there are two opposin and more specific cultural references from which David Dalla Venezia's painting was ispired by, and from where they have emancipated:
the first is the so-called Lowbrow or Pop Surrealism, a popular moviment, of lower level, conceived in the late seventies underground environments of the West Coast (to whichi certain works of David must be brought back, such as the illustration of album covers of Avion Travel and 12 paintings, made on the palisades of Venice in duet with Hiroshi Daikoku between 1987 and 1989). The second, highest in profile, draws its subsequent psychoanalysis investigations of Freud and Jung, and the philosophical speculation of Schopenhauer, Nietszche even Severino. To investigate the unconscious and the emerge through the pictorial representation with some possible answers, at the same time offering a vision of things and the world where the dream is entangled with reality, and fiction is repeated, make David Dalla Venezia'a painting to operate two doubled levels: aesthetic-narrative and philosophical-metaphysical.
David Dalla Venezia, n.578, oil on canvas, 35 x 33 cm, 2008 (by Courtesy of the Artist)
сряда, 25 август 2010 г.
la mostra personale di David Dalla Venezia
Domani, il 26 agosto alle 18.30 in Manni Art Gallery al Lido di Venezia è l'inaugurazione della mostra personale di David Dalla Venezia.
David Dalla Venezia, n.573, oil on canvas, 56 x 46 cm, 2008 (by Courtesy of the Artist)
MANNI ART GALLERY
Lido di Venezia, Italy
via Sandro Gallo 97/A-B
Venezia, Italy
David Dalla Venezia, n.573, oil on canvas, 56 x 46 cm, 2008 (by Courtesy of the Artist)
MANNI ART GALLERY
Lido di Venezia, Italy
via Sandro Gallo 97/A-B
Venezia, Italy
I rematori e le Bissone (foto di Fausto Maroder)
Mi permetto di presentare qua tre delle foto di Fausto Maroder scattate durante la Regata Storica dell'anno scorso per farvi vedere lo splendore di quello che ci aspettiamo di vedere con le mie amiche e tutti gli altri spettatori della regata storica a Venezia che la vedranno tra 10 giorni dalle due sponde del Canal Grande.
I nomi e i colori delle barche dette le Bissone li ho imprato grazie a Fauto ed aggiungio il link verso il suo post originale Bissone pubblicato il 9 settembre del 2009 nel suo fantasico Alloggi Barbaria Blog
© foto di Fausto Maroder
© foto di Fausto Maroder
Bissone се наричат онези живописни лодки, които се използват във Венеция само по време на историческата регата, която се провежда по Канал Гранде всяка година първата неделя на септември. Тези прекрасно украсени лодки, с гребци облечени в исторически костюми, са основната атракция на историческия кортеж, който минава два пъти по Канал Гранде в онази му част след завоя при Ка` Фоскари където е финала на регатите в различните категории, които се провеждат след това и където на специалното изградената плаваща платформа наречена La Machina се връчват наградите. Там има VIP места, там сядат и официалните лица. В непосредствена близост до големия завой на Канала, при спирката на vaporetto San Tomà е издигната и една трибуна с места, за която билетите от 20 евро за венецианци и 40 евро за гостите на града, отдавна са изчерпани. Та именно оттам кортежа преминава два пъти, на път към Риалто и обратно. Всички, които са застанили някъде по Канал Гранде преди това, при църквата Салуте или Кампо Сан Самуеле ще го видят да преминава само веднъж, поне така разбрах от Фаусто, а дали ще бъде така, ще ви кажа, след като се върна.
© foto di Fausto Maroder
Тези лодки, наречени Bissone, са по-големи от гондолите и са с по 8 гребци. Тяхното великопение ни дава възможност да си представим как трябва да са изглеждали частните гондоли във Венеция по времето на Републиката преди забрананата за прекомерната им украса да влезе в сила и по закон всички гондоли да бъдат боядисани в черно.
Ярки цветове, фигури на митологически същества и животни на носа и кърмата, всичко това създава едно неповторимо усещане за празник и тези лодки могат да се видят единствено в деня на историческата регата. Вероятно скоро ще могат да се виждат и в Арсенала, където ги държат през другото време на годината, ако залите, в които ги съхраняват, бъдат отворени за посетители по време на Биеналето. Но това засега е само една идея, а и музейното им излагане не може да се сравни с това, човек да ги види по вода, оживени от гребците, които гребат прави, както е гребния маниер в лагуната, стила наречен voga veneta.
Някои от тези лодки имат дори собствени имена и характерен цвят. Ще изброя онези, чиито имена и цветове научих от публикацията на Фаусто (линк към която съм дала в началото, в текста на италиански):
La Bissona (Лодката) Cavalli Marini (Морски коне) е сребриста
La Bissona (Лодката) Floreale е зелена
La Bissona (Лодката) Rezzonico - розова
La Bissona (Лодката) Cinese - жълта
La Bissona (Лодката) Geografia - зелена
La Bissona (Лодката) Bizantina - червена
La Bissona (Лодката) Naviglio - синя
La Bissona (Лодката) Querini - бяла
I nomi e i colori delle barche dette le Bissone li ho imprato grazie a Fauto ed aggiungio il link verso il suo post originale Bissone pubblicato il 9 settembre del 2009 nel suo fantasico Alloggi Barbaria Blog
© foto di Fausto Maroder
© foto di Fausto Maroder
Bissone се наричат онези живописни лодки, които се използват във Венеция само по време на историческата регата, която се провежда по Канал Гранде всяка година първата неделя на септември. Тези прекрасно украсени лодки, с гребци облечени в исторически костюми, са основната атракция на историческия кортеж, който минава два пъти по Канал Гранде в онази му част след завоя при Ка` Фоскари където е финала на регатите в различните категории, които се провеждат след това и където на специалното изградената плаваща платформа наречена La Machina се връчват наградите. Там има VIP места, там сядат и официалните лица. В непосредствена близост до големия завой на Канала, при спирката на vaporetto San Tomà е издигната и една трибуна с места, за която билетите от 20 евро за венецианци и 40 евро за гостите на града, отдавна са изчерпани. Та именно оттам кортежа преминава два пъти, на път към Риалто и обратно. Всички, които са застанили някъде по Канал Гранде преди това, при църквата Салуте или Кампо Сан Самуеле ще го видят да преминава само веднъж, поне така разбрах от Фаусто, а дали ще бъде така, ще ви кажа, след като се върна.
© foto di Fausto Maroder
Тези лодки, наречени Bissone, са по-големи от гондолите и са с по 8 гребци. Тяхното великопение ни дава възможност да си представим как трябва да са изглеждали частните гондоли във Венеция по времето на Републиката преди забрананата за прекомерната им украса да влезе в сила и по закон всички гондоли да бъдат боядисани в черно.
Ярки цветове, фигури на митологически същества и животни на носа и кърмата, всичко това създава едно неповторимо усещане за празник и тези лодки могат да се видят единствено в деня на историческата регата. Вероятно скоро ще могат да се виждат и в Арсенала, където ги държат през другото време на годината, ако залите, в които ги съхраняват, бъдат отворени за посетители по време на Биеналето. Но това засега е само една идея, а и музейното им излагане не може да се сравни с това, човек да ги види по вода, оживени от гребците, които гребат прави, както е гребния маниер в лагуната, стила наречен voga veneta.
Някои от тези лодки имат дори собствени имена и характерен цвят. Ще изброя онези, чиито имена и цветове научих от публикацията на Фаусто (линк към която съм дала в началото, в текста на италиански):
La Bissona (Лодката) Cavalli Marini (Морски коне) е сребриста
La Bissona (Лодката) Floreale е зелена
La Bissona (Лодката) Rezzonico - розова
La Bissona (Лодката) Cinese - жълта
La Bissona (Лодката) Geografia - зелена
La Bissona (Лодката) Bizantina - червена
La Bissona (Лодката) Naviglio - синя
La Bissona (Лодката) Querini - бяла
вторник, 24 август 2010 г.
Commedia, atto V, scena 2 (il corteo e le regate)
Canaletto, Regatta on the Canale Grande, c. 1735
Oil on canvas, 117 x 187 cm
National Gallery, London
Dopo la veduta del Canaletto datata verso il 1735 vi offro un'altra scena della nostra commedia veneziana nella quale vediamo Sig. Giandi e la Signora Straniera, nella mattinata, nell'ora del caffè mattutino. Oppure si incontrano dal tabbacaio o dal giornaliere. Sig. Giandi è probabilmente con la pipa. Probabilmente Sig. Giandri va a piedi al lavoro, attraversa un campo, Sig.ra Straniera lo vede e velocemente si avvicina, quasi quasi corre per salutarlo.
La Sig.ra Straniera:
Buongiorno! Che bello vederLa stamattina!
Sig. Giandri:
Buongiorno a Lei!
La Sig.ra Straniera:
Volevo chiederle una cosa... da dove si può vedere bene la regata storica?
Sig. Giandri:
Se mi permette, è meglio che la guardi per televisione (sorride)
La Sig.ra Straniera:
Ma che dice? Non son arrivata a Venezia per vederla in televisione!
Sig. Giandri:
Era una battuta per dire che con tutta la gente che ci sarà si potrà vedere meglio per televisione anche perché le telecamere seguono la regata su tutto il percorso.
La Sig.ra Straniera:
Sì sì, capisco...
Sig. Giandri:
Mentre lo spettatore vede solo quel tratto di canale che ha sotto gli occhi.
La Sig.ra Straniera:
Ma io desidero vedere tutto dal vivo con i miei occhi, capisce... Lo sa che qualche anno fa mi tagliavo la foto dal giornale.. (sorride) La vedrò per televisone l’anno prossimo, ora son arrivata a Venezia proprio per vederla dal vivo!
Sig. Giandri:
C’è il corteo storico e ci sono le regate, le gare delle barche divise in più categorie.
La Sig.ra Straniera:
Mi interessa soprattutto il corteo storico...
Sig. Giandri:
E’ il momento più folcroristico (sorride)
La Sig.ra Straniera:
E credo il più bello da vedere! Ma mi dica dove sarà meglio che ci mettiamo a guardare la regatta con le mie amiche?
Sig. Giandri:
Tenga presente che è uno spettacolo lungo e a volte un po’ noioso, ci sono dei tempi morti durante i quali non succede nulla.
La Sig.ra Straniera:
Allora ci vorrà pazienza, però vorrei vedere tutto. Comunque le mie amiche si aspettano che io decida dove ci mettiamo per guardarla... Capisce, non è facile scegliere bene il posto...
Sig. Giandri:
Un posto potrebbe essere davanti a San Stae.
La Sig.ra Straniera:
Non vorrei perdermi niente però vogliamo guardarla gratis... Comunque volevo sapere in che cosa consiste il famoso “giro del paletto”?
Sig. Giandri:
Un palo viene messo al Canal Grande e le barche devono girare attorno per tornare indietro.
La Sig.ra Straniera:
Proprio come immaginavo...
Sig. Giandri:
Però le barche non sono automobili di Formula 1 e molto tempo passa tra una gara e l’altra.
La Sig.ra Straniera:
(ride) questo me lo segno.
Oil on canvas, 117 x 187 cm
National Gallery, London
Dopo la veduta del Canaletto datata verso il 1735 vi offro un'altra scena della nostra commedia veneziana nella quale vediamo Sig. Giandi e la Signora Straniera, nella mattinata, nell'ora del caffè mattutino. Oppure si incontrano dal tabbacaio o dal giornaliere. Sig. Giandi è probabilmente con la pipa. Probabilmente Sig. Giandri va a piedi al lavoro, attraversa un campo, Sig.ra Straniera lo vede e velocemente si avvicina, quasi quasi corre per salutarlo.
La Sig.ra Straniera:
Buongiorno! Che bello vederLa stamattina!
Sig. Giandri:
Buongiorno a Lei!
La Sig.ra Straniera:
Volevo chiederle una cosa... da dove si può vedere bene la regata storica?
Sig. Giandri:
Se mi permette, è meglio che la guardi per televisione (sorride)
La Sig.ra Straniera:
Ma che dice? Non son arrivata a Venezia per vederla in televisione!
Sig. Giandri:
Era una battuta per dire che con tutta la gente che ci sarà si potrà vedere meglio per televisione anche perché le telecamere seguono la regata su tutto il percorso.
La Sig.ra Straniera:
Sì sì, capisco...
Sig. Giandri:
Mentre lo spettatore vede solo quel tratto di canale che ha sotto gli occhi.
La Sig.ra Straniera:
Ma io desidero vedere tutto dal vivo con i miei occhi, capisce... Lo sa che qualche anno fa mi tagliavo la foto dal giornale.. (sorride) La vedrò per televisone l’anno prossimo, ora son arrivata a Venezia proprio per vederla dal vivo!
Sig. Giandri:
C’è il corteo storico e ci sono le regate, le gare delle barche divise in più categorie.
La Sig.ra Straniera:
Mi interessa soprattutto il corteo storico...
Sig. Giandri:
E’ il momento più folcroristico (sorride)
La Sig.ra Straniera:
E credo il più bello da vedere! Ma mi dica dove sarà meglio che ci mettiamo a guardare la regatta con le mie amiche?
Sig. Giandri:
Tenga presente che è uno spettacolo lungo e a volte un po’ noioso, ci sono dei tempi morti durante i quali non succede nulla.
La Sig.ra Straniera:
Allora ci vorrà pazienza, però vorrei vedere tutto. Comunque le mie amiche si aspettano che io decida dove ci mettiamo per guardarla... Capisce, non è facile scegliere bene il posto...
Sig. Giandri:
Un posto potrebbe essere davanti a San Stae.
La Sig.ra Straniera:
Non vorrei perdermi niente però vogliamo guardarla gratis... Comunque volevo sapere in che cosa consiste il famoso “giro del paletto”?
Sig. Giandri:
Un palo viene messo al Canal Grande e le barche devono girare attorno per tornare indietro.
La Sig.ra Straniera:
Proprio come immaginavo...
Sig. Giandri:
Però le barche non sono automobili di Formula 1 e molto tempo passa tra una gara e l’altra.
La Sig.ra Straniera:
(ride) questo me lo segno.
Commedia, atto V, scena 3 (Pediluvio)
Questa scena è ispirata e in parte adattata di un post di Fausto Maroder incluso i sottostanti commenti dei suoi lettori, il post qui linkato è pubblicato nei primi di agosto nel suo Alloggi Barbaria Blog che io leggo ogni mattina. Anche la foto che illustra questa scena della commedia è scattata di Fausto Maroder ed io ho il suo permesso di usarla anche qui nel mio blog.
Se un giorno questa commedia veneziana verrà messa in scena il regiista deciderà che cosa toglierà, io però lascio qua il testo completo.
Si svolge alle tavole all'aperto di un bar a Venezia. Mi immagino nelle ore del tardo pomeriggio. Me li immagino i personaggi seduti alle Zattere. Ma anche qualsiasi altro posto può andare.
© foto di Fausto Maroder
Nella scena vediamo Il Signore dei Campanili, Il Cavaliere romano, Il Signor Bauta e Tabarro, un turista e una signora francese.
Il Signore dei Campanili:
La pratica del pediluvio in Canal Grande è diventata una delle attività preferite dai turisti che visitano Venezia nelle ultime settimane.
Il Cavaliere romano:
Spettacolo assolutamente disgustoso!!! Così come a Roma è vietato bivaccare sulle scalinate di certe chiese, vi sono luoghi che impongono decoro. Venezia è una città, non è Disneyland nè una spiaggia.
Il Signore dei Campanili:
Sono pienamente d'accordo con te. Venezia in quanto città d'arte andrebbe rispettata da quanti la visitano.
Il Signor Bauta e Tabarro:
Secondo me l'assenza di automobili e la gran quantità di turisti contribuiscono a rendere Venezia per il cittadino medio, o meglio per il cittadino mediamente maleducato, una specie di parco divertimenti, dove sono concesse cose che nessuno si sognerebbe di fare a casa propria.
Il Signore dei Campanili:
Noto spesso anch'io dei comportamenti discutibili di alcuni turisti che sembrano considerare la città, come dici tu, al pari di un parco di divertimenti.
Il Signor Bauta e Tabarro:
Già..
Il Signore dei Campanili:
Il pediluvio in Canal Grande dovrebbe venire sanzionato con una multa da parte dei vigili urbani, poichè in tutte le acque interne di Venezia vige il divieto di balneazione.
Il Signor Bauta e Tabarro:
Appunto!
Il Signore dei Campanili:
E qui si pone il problema per i vigili: per divieto di balneazione si intende fare il bagno o anche solamente immergere le gambe nelle nobili acque del Canal Grande? Nel dubbio i vigili lasciano fare.
Il Signor Bauta e Tabarro:
Ricordo il periodo dei pernottamenti in sacco a pelo in Piazza San Marco...
Come si è riusciti ad estirpare quella pessima pratica, così penso che non sia impossibile bloccare i pediluvi, ma ahimè ci vuole molto impegno...
Il Signore dei Campanili:
Purtroppo anche questa cattiva abitudine di alcuni turisti poco educati dovrebbe sparire. In quel gesto vedo una totale mancanza di rispetto verso Venezia. La stragrande maggioranza dei pediluvi avviene di fronte agli uffici amministrativi del Comune di Venezia, in pieno centro della città quindi, e specificatamente lungo il Canal Grande.
Un turista:
Ma con questa afa…
Il Signore dei Campanili:
Siamo d'accordo, il mese appena trascorso è stato particolarmente caldo e l'afa si è fatta sentire. Tuttavia ci sono numerose fontane a Venezia per bere e rinfrescarsi e mai nessun veneziano si sognerebbe di fare un pediluvio in Canal Grande.
Il Signor Bauta e Tabarro:
L'acqua non è di sicuro così pulita da immergerci i piedi.
Il Cavagliere romano:
In questo caso è anche una questione di igiene, se si pensa che buona parte delle fogne cittadine scaricano direttamente nei canali.
Il Signore dei Campanili:
Tra l'altro sembra che i gitanti che fanno i pediluvi in Canal Grande non si rendano proprio conto della questione igienica. Penso che a Venezia ci dovrebbe essere più decoro.
Il Cavagliere romano:
Sanzioni? Non saprei, certamente sarebbe utile un richiamo ad un comportamento educato e rispettoso degli altri.
Il Signore dei Campanili:
Speriamo che i vigili possano aiutare in tal senso a rimettere nei giusti binari una situazione che sembra sfuggita di mano.
Il Cavagliere romano:
Che poi qualcuno creda che immergersi nell'acqua veneta sia come un'abluzione nel Gange poco importa.
Una Signora francese:
Comme vous, j'ai observé les touristes se baignant les pieds dans le Grand Canal et j'ai pris une photo. Je ne pense pas que la chaleur puisse justifier ce comportement à la fois inconvenant et dangereux au regard de l'hygiène. On pourrait penser qu'une information relative à la propreté de l'eau découragerait les touristes, mais j'en doute, car il est difficile de ne pas être informé aujourd'hui. Peut-être faudrait-il promouvoir le port de socquettes en fil d'Ecosse à l'intérieur de chaussures de sport fermées? Les pieds ne s'y échauffent pas. Tout simplement, je pense que le bonheur d'être à Venise suffit à supporter la chaleur et les besoins du corps peuvent se maîtriser.
Il Signore dei Campanili:
Je pense que vous avez raison: même s'il y avait de la bonne information ne sont pas justifiés tels comportements. Malheureusement, certains visiteurs n'ont aucun respect pour Venise. Et je ne vois pas beaucoup de solutions à ce problème.
Se un giorno questa commedia veneziana verrà messa in scena il regiista deciderà che cosa toglierà, io però lascio qua il testo completo.
Si svolge alle tavole all'aperto di un bar a Venezia. Mi immagino nelle ore del tardo pomeriggio. Me li immagino i personaggi seduti alle Zattere. Ma anche qualsiasi altro posto può andare.
© foto di Fausto Maroder
Nella scena vediamo Il Signore dei Campanili, Il Cavaliere romano, Il Signor Bauta e Tabarro, un turista e una signora francese.
Il Signore dei Campanili:
La pratica del pediluvio in Canal Grande è diventata una delle attività preferite dai turisti che visitano Venezia nelle ultime settimane.
Il Cavaliere romano:
Spettacolo assolutamente disgustoso!!! Così come a Roma è vietato bivaccare sulle scalinate di certe chiese, vi sono luoghi che impongono decoro. Venezia è una città, non è Disneyland nè una spiaggia.
Il Signore dei Campanili:
Sono pienamente d'accordo con te. Venezia in quanto città d'arte andrebbe rispettata da quanti la visitano.
Il Signor Bauta e Tabarro:
Secondo me l'assenza di automobili e la gran quantità di turisti contribuiscono a rendere Venezia per il cittadino medio, o meglio per il cittadino mediamente maleducato, una specie di parco divertimenti, dove sono concesse cose che nessuno si sognerebbe di fare a casa propria.
Il Signore dei Campanili:
Noto spesso anch'io dei comportamenti discutibili di alcuni turisti che sembrano considerare la città, come dici tu, al pari di un parco di divertimenti.
Il Signor Bauta e Tabarro:
Già..
Il Signore dei Campanili:
Il pediluvio in Canal Grande dovrebbe venire sanzionato con una multa da parte dei vigili urbani, poichè in tutte le acque interne di Venezia vige il divieto di balneazione.
Il Signor Bauta e Tabarro:
Appunto!
Il Signore dei Campanili:
E qui si pone il problema per i vigili: per divieto di balneazione si intende fare il bagno o anche solamente immergere le gambe nelle nobili acque del Canal Grande? Nel dubbio i vigili lasciano fare.
Il Signor Bauta e Tabarro:
Ricordo il periodo dei pernottamenti in sacco a pelo in Piazza San Marco...
Come si è riusciti ad estirpare quella pessima pratica, così penso che non sia impossibile bloccare i pediluvi, ma ahimè ci vuole molto impegno...
Il Signore dei Campanili:
Purtroppo anche questa cattiva abitudine di alcuni turisti poco educati dovrebbe sparire. In quel gesto vedo una totale mancanza di rispetto verso Venezia. La stragrande maggioranza dei pediluvi avviene di fronte agli uffici amministrativi del Comune di Venezia, in pieno centro della città quindi, e specificatamente lungo il Canal Grande.
Un turista:
Ma con questa afa…
Il Signore dei Campanili:
Siamo d'accordo, il mese appena trascorso è stato particolarmente caldo e l'afa si è fatta sentire. Tuttavia ci sono numerose fontane a Venezia per bere e rinfrescarsi e mai nessun veneziano si sognerebbe di fare un pediluvio in Canal Grande.
Il Signor Bauta e Tabarro:
L'acqua non è di sicuro così pulita da immergerci i piedi.
Il Cavagliere romano:
In questo caso è anche una questione di igiene, se si pensa che buona parte delle fogne cittadine scaricano direttamente nei canali.
Il Signore dei Campanili:
Tra l'altro sembra che i gitanti che fanno i pediluvi in Canal Grande non si rendano proprio conto della questione igienica. Penso che a Venezia ci dovrebbe essere più decoro.
Il Cavagliere romano:
Sanzioni? Non saprei, certamente sarebbe utile un richiamo ad un comportamento educato e rispettoso degli altri.
Il Signore dei Campanili:
Speriamo che i vigili possano aiutare in tal senso a rimettere nei giusti binari una situazione che sembra sfuggita di mano.
Il Cavagliere romano:
Che poi qualcuno creda che immergersi nell'acqua veneta sia come un'abluzione nel Gange poco importa.
Una Signora francese:
Comme vous, j'ai observé les touristes se baignant les pieds dans le Grand Canal et j'ai pris une photo. Je ne pense pas que la chaleur puisse justifier ce comportement à la fois inconvenant et dangereux au regard de l'hygiène. On pourrait penser qu'une information relative à la propreté de l'eau découragerait les touristes, mais j'en doute, car il est difficile de ne pas être informé aujourd'hui. Peut-être faudrait-il promouvoir le port de socquettes en fil d'Ecosse à l'intérieur de chaussures de sport fermées? Les pieds ne s'y échauffent pas. Tout simplement, je pense que le bonheur d'être à Venise suffit à supporter la chaleur et les besoins du corps peuvent se maîtriser.
Il Signore dei Campanili:
Je pense que vous avez raison: même s'il y avait de la bonne information ne sont pas justifiés tels comportements. Malheureusement, certains visiteurs n'ont aucun respect pour Venise. Et je ne vois pas beaucoup de solutions à ce problème.
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