четвъртък, 11 август 2011 г.

la continuazione de "La pericolosa e incredibile fuga di Bianca Cappello"

Particolare della veduta prospettica "a volo d'uccello" di Venezia come appariva nel 1500 incisa su legno da Jacopo de' Barbari.
Al centro si nota il "ponte storto" in legno che attraversa con un angolo ottuso (frutto dell'incontro di due campate orizzontali) il "rio de le Becarie"

il racconto di Paolo Mameli "La pericolosa e incredibile fuga di Bianca Cappello" 
continua così: 

Sì, era stato bravo: per arrivare alla ragazza era passato per la fantesca. Cattina, così si chiamava, non avrebbe potuto fare altro: se qualcuno l’avesse vista per la prima volta avrebbe detto “Questa è una fantesca!”. Aveva un corpo massiccio ed un viso tondo e rubizzo da fantesca e, quando camminava, procedeva dondolando come se stesse su di una barca. Anche la voce era una voce da fantesca: bassa e quasi rauca mentre parlava, acuta quando chiamava o rideva. E, come tutte le fantesche, dava l’impressione di essere continuamente sospettosa, ma a Pietro fu subito chiaro che si sarebbe potuta facilmente circuire; per questo, quando non doveva lavorare al banco o se usciva in città per qualche missione, Pietro aveva cercato di seguirla, soprattutto se si recava a fare compere nel mercato di Rialto. Casualmente, con quelle casualità accuratamente preparate, regolarmente finiva con l’incrociarla per strada: «Buongiorno, Cattina. Andiamo a far spese?»

«Sì: oggi è giorno di pesce!»

«Allora buona giornata… e buon appetito! E porga i miei saluti a Madonna Bianca!»

E così, dapprima solo con qualche convenevole, poi con qualche chiacchiera in più, era riuscito a diventarle simpatico; quando poi le fece pervenire uno squisito panpepato che suo zio gli aveva procurato da un amico senese, se la fece definitivamente amica. Per lei ormai era “il gentiluomo fiorentino”[2] .






 [2] Bianca Cappello nelle sue memorie dice infatti che Cattina lo chiamava “il gentiluomo fiorentino”
 (nota d'autore Paolo Mameli) 


La lapide che ricorda l'interramento di tre rii e l'abbattimento di tre ponti attorno «...AL PALAZZO CHE FU GIA DI BIANCA CAPPELLO...» negli anni 1844-45.


Immagini e commenti presi dal sito del gentilissimo Sig. Giandri (grazie a cui ho conosciuto e ho scoperto come scrittore Paolo Mameli) http://home.giandri.altervista.org/0400/001BiancaCappello.html

2 коментара:

  1. Merci pour la suite de cette histoire. Les amoureux ont toutes les audaces! La description de Cattina est très drôle.
    Merci pour le lien, très intéressant. J'y ai lu un extrait du livre de Giuseppe Tassini qui répertorie les curiosités de Venise. Sais-tu si cet ouvrage a été réédité?
    Bonne journée!
    Anne

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  2. Anne, credo che a Venezia si possa trovare il libro di Giuseppe Tassini. Io non ce l'ho ma forse un giorno lo comprerò.

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