четвъртък, 30 септември 2010 г.

Playgrounds in Venice

Private & Public


Photocredit: Playgrounds.it

il campo da tennis a Venezia

Mama è il suo nome, è un collaboratore senegalese del mio amico di Ferrara, F.B. che con i suoi operai ha realizzato una profonda ristrutturazione dell'unico campo da tennis a Venezia.
Pensate che è stato costruito nel 1920, è sempre privato ed è sempre stato in uso.
Nella seconda metà di agosto quest'anno il mio amico ferrarese e suoi collaboratori hanno fatto un rifacimento di tutti i livelli.
Se pensate a quanto valgono quei metri quadrati di terra rossa...
Questo campo da tennis lo aveva costruito un ingegnere di Venezia per i figli. Era il propriettario del terreno e anche dei caseggiati attorno.


L'unico testimone dei bei tempi andati è il campanile mozzo di San Boldo. Di fronte al campanile una volta esisteva un grande palazzo Grimani che fu abattuto nei primi anni dell'Ottocento. Proprio al suo posto è stato costruito questo campo da tennis privato.






La chiesa di San Boldo (deriva dalla storpiatura di San Ubaldo), dalla quale è rimasto solo il nome del campo e il campanile privo dalla cuspide e la cella campaniaria, è stata abbattuta nel 1826 per far costruire delle case nuove. Un secolo prima era stata ricostruita ma nel 1806 è stata chiusa per il culto con la sospensione napolenonica.

Photocredit: Playgrounds.it

ancora due foto fatte da Felice a Venezia

Queste due foto me le ha mandate il mio amico di Ferrara, F.B. che mi aveva mandato anche le foto dal campo da tennis. E' un amante di Venezia anche lui (W. aveva ragione quando diceva che Venezia è la "signora" con più amanti al mondo), spesso si esprime in modo molto poetico. Ieri sera mi ha detto: "è una sintesi di Venezia, acqua, terra e uomini".

barche e riflessi


сряда, 29 септември 2010 г.

barche

il leone marciano sul Ponte de le Sechere


Questo leone marciano con il libro aperto si può vedere sul Ponte de le Sechere sopra al Rio de le Muneghete che separa sestiere di Santa Croce e sestiere di San Polo. E' proprio sulla chiave di volta del ponte. L'avevo visto tre volte ma non ero riuscita di fotografarlo nemmeno una di quelle volte. E' piccolino ed mi è piaciuto un sacco. Sul suo libro potete leggere tutta la frase: Pax Tibi Marce Evangelista Meus. Non mi sono dimenticata di lui e ho chiesto ad un amico di fotografarlo quando poteva per la "mia collezione" di leoni alati trovati a Venezia. Ed eccola la foto "fresca di giornata".

Ponte de le Sechere sopra al Rio delle Muneghete dall'altra parte.

Kitsch Biennale 2010 in Palazzo Cini a San Vio


Palazzo Cini a San Vio, Venezia
secondo piano/ second floor
Kitsch Biennale 2010

17 settembre - 15 ottobre 2010

In the course of the KB10 jury meeting 9th to 11th April, the following kitsch painters were accepted /La giuria della Kitsch Biennale 2010 nel corso della riunione del 9/11 Aprile ha scelto i seguenti pittori kitsch:

Jonny Andvik (Norway) Davide Battistin (Italy) Roberto Ferri (Italy)Fereidoun Ghaffari (Iran) Sampo Kaikkonen (Finland) Thomas Klevjer (Norway) Jonathan David Matthews (USA) Mattias Sammekull (Sweden) Patricia Traub (USA) Richard T. Scott (USA)
Conor Walton (Ireland)

Joined by the jury members / A cui si aggiungono i membri della giuria:

Odd Nerdrum (Iceland)
Helene Knoop (Norway)
Jan-Ove Tuv (Norway)
David Dalla Venezia (Italy)

un quadro di Odd Nerdrum (anzi due)


Seguono i quadri di David Dalla Venezia, inconfondibili. Fantastici, mi piacciono molto.

Qui a destra vediamo un quadro di Conor Walton




due quadri di Helene Knoop

KB10 is for painters who focus on:

• the archetypical, human condition
• handcraft, narrative and composition
• drama, pathos and sentimentality

KB10 è per pittori la cui attività si concentri su:

• la condizione umana come archetipo
• manualità, narrazione e composizione
• dramma, pathos e sentimento

Photographer: David Dalla Venezia
Photocredit: il suo album "Kitsch Biennale 2010" su Facebook


Post scriptum:

David Dalla Venezia ha scritto:
Dorfles (non per niente pessimo pittore) parla appunto solo del kitsch nel senso negativo, che è quello più diffuso (anche grazie, e non a caso, a lui). Ma avendone lui stesso ed altri ancor più corposi pensatori (come Adorno, Broch, Greenberg ed altri) sancito l'esistenza come «sistema a sé stante» antitetico all'arte («In arte il male è rappresentato dal kitsch» così come l'Anticristo nei confronti del Cristo) ne deriva che in questo "nuovo mondo" possa esistere anche il bello (Ciaikovsky, Rodin per esempio) e non solo il brutto (così come esiste la buona e la cattiva arte). Il kitsch diventa così nuovo paradigma per l'espressione del bello senza preoccupazione per il buono (anche se non lo esclude per forza). Ora siccome prima di 250 anni fa non si usava la parola "arte" né quella "artista" nell'inaudito senso in cui noi li intendiamo, ed essendo questi due termini dominio e monopolio di un modo certo di espressione e creazione, se si vuol preseguire e continuare su altri modelli ed esempi (anteriori alla modernità) si rende necessario un altro e nuovo nome che sottolinei appunto questa alternatività e separatezza. Nel caso specifico Odd Nerdrum propone di usare la parola "kitsch", ma è solo una sua proposta e scommessa. Si vedrà...

I rii di Venezia (grazie a Sergio Piovesan)

un'immagine dal manuale di Sergio Piovesan (nominato da me "manuale") pubblicata nella sezione "I rii di Venezia" del suo sito www.piovesan.net

La doppia viabilità di Venezia

Grazie a Sergio Piovesan

La configurazione urbanistica della città di Venezia è caratterizzata in modo particolare dalla doppia viabilità, terrestre ed acquea. La viabilità terrestre è formata da calli, salizzade (le prime vie selciate), campi, campielli, rii terà (canali interrati), fondamente (le strade a fianco dei canali) e ponti. La viabilità acquea è data, invece, dai canali, quelli esterni che solcano la laguna e quelli interni più grandi (Canale della Giudecca, Canal Grande e Canale di Cannaregio) e dai “rii”, in genere canali più stretti. Alcuni, più piccoli, assumono il diminutivo di “rielo” o di “rio menuo” (rio minuto). Canali e rii hanno quasi tutti un andamento sinuoso in seguito al fatto che si trattava di rami del delta del fiume Brenta.
Sergio Piovesan, "I rii di Venezia", una sezione del suo sito www.piovesan.net

il giorno prima della Storica

E' sabato, il giorno prima della Storica, quando passiamo sotto la chiesa di Santo Stefano. Intanto passa un signore, ci vede dalla finestra e parla con il nostro primo rematore, va a mettere un manifesto (cartelone?) per la Regata storica, ci lo fa vedere, si scambiano ancora due parole, poi lui va a metterlo e non continuamo nello stesso modo stupito e silenzioso, a remi.




вторник, 28 септември 2010 г.

Rio del Santissimo e Calle Pasqualigo o de l'olio

Il nome Rio del Santissimo viene dal fatto che questo canale passa proprio sotto l'altare maggiore (dove c'è, quindi, il tabernacolo con le ostie consacrate) della chiesa di Santo Stefano (Cito il mio carissimo amico Sergio Piovesan)


porta al Campo Santo Stefano


Ponte San Maurizio

Ponte San Maurizio è uno dei 44 ponti in sestiere di San Marco. Ha questo nome dalla vicina chiesa San Maurizio con l'ononimo campo antistante, oggi sconsacrata e diventata museo della musica, che si può visitare ogni giorno gratuitamente.

In uno dei quattro angoli (quello luminoso) di questo ponte è la Galleria d'Arte Contini - una delle mie preferite e quella che vende le opere del Botero a Venezia (o dovevo dire in Europa o nel mondo?).

Se cliccate qua mi vedete in una foto su questo ponte scattata nel settembre 2008.

Ed ecco una foto scattata prima di passare sotto il ponte sopra il Rio del Santissimo con la chiesa di Santo Stefano in fondo. Qui potete vedere dove si trova Ponte S. Maurizio sul sito dei ponti di Venezia click here

un portale gotico

Pensavo che questo portale d'acqua fosse del palazzo Morosini in Campo Santo Stefano. Però no, è un altro palazzo quattrocentesco.

Gargoyles lungo il Rio del Santissimo

Di questi gargoyles avevo saputo dal blog di Fausto, dal post che lui aveva dedicato loro Gargoyles a Venezia nel suo ABB.
Mi ritegno fortunata di averli visti con i miei occhi e di averli fotografati dal Rio del Santissimo.








I gargoyles veneziani sono sulla facciata verso il Rio del Santissimo del palazzo che fu dimora del doge Francesco Morosini, il Peloponesiaco i cui cannoni bombardarono l'Acropoli d'Atene nel 1687 quando era ancora amiraglio. Poi venne eletto per doge nel 1688 e dopo la sua morte nel 1694 venne sepolto nella chiesa di Santo Stefano, dove si può vedere il sigillo della sua tomba che farò oggetto di un altro post.
Nel suo libro "I palazzi di Venezia" Marcello Brusegan dice che si tratta di un grande edifico formato, in realtà dell'unione di due corpi di fabbrica realizzati dall'architetto Antonio Gaspari. C'è la facciata sul Campo Santo Stefano e la facciata sul Rio del Santissimo che è decisamente più grande e più bella. (Sig. Brusegan non dice nulla sui gargotles!)

Rio del Santissimo momenti d'acqua, musica e mattone

Quest'uomo è stupendo! Non vi dico però chi è questo mio amico. E' proprio l'amico di cui la signora veneziana dalla quale con Rayna abbiamo comprato i fermagli per i capelli di rodoide mi ha fatto i suoi complimenti di avere un tale amico senza saper nient'altro di lui oltre il fatto che ci aveva portato in Rio Malatin e Rio del Santissimo passando sotto la chiesa di Santo Stefano. La signora ci ha detto che molti veneziani non conoscono quel posto. Io l'amico che vedete nella foto l'ho citato molte volte, addiritura ho fatto di lui un personaggio, ma per l'obligo della discrezione non parlo più ed ora tacio. (Anche se tacere è una cosa che non so fare :)

E qui si sentiva la musica viva che veniva dalle finestre del Conservatorio (ossia palazzo Pisani).

Ecco quel tunnel che avevano fotografato sia AnnaLivia che Aldo.

L'amico rematore parla con la ragazza dentro, anche Rayna aggiunge qualcosa. Quello che hanno detto forse si potrà sentire nel filmato.

S. mi fa fotografare quel balcone con il bucato, l'avrebbe fotografato anche lei se non avesse remato.