петък, 17 септември 2010 г.

il Signore della Corte del Lion Bianco


Andiamo a vedere Corte del Lion Bianco, il nome della quale ricorda alla "Locanda del Leon Bianco" che trovò sede in uno degli edifici più antichi e prestigiosi della città sul Canal Grande - Ca' Da Mosto. Questa locanda con la scala esterna era considerata il più lussuoso albergo veneziano nonché il più famoso di tutta l'Europa, lì nel Settecento avevano allogiati il figlio dell'imperatice austriaca Maria Teresa (Casanova raccontava qualcosa di lei, se ricordo bene che voleva chidere i teatri a Vienna o cacciar via le cantanti italiane) e uno zar russo con la sua zariza (o zarina) Maria Feodorovna che furono al centro dei più fastosi festeggiamenti dati dalla nobilità veneziana. (Almeno così ho letto nel libro di Sig. Brusegan)


La sera precedente a vedere questa scala e l'antichissimo edificio in condizioni a dir poco disastrose ci aveva portato il Sig. Giandri, raccontandoci un anedotto sui restauri veneziani con lo scherzo del bagno di Desdemona (che prima o poi vi racconto anch'io). Tutto quello dopo che ci siamo incontrati in Campo Santi Apostoli e prima di andare a cena con la sua famiglia alla "Fiaschetteria Toscana" dove Claudio Bortali aveva condiso con noi un suo pensiero che riguardava la fotografia e l'irripetibilità del attimo fuggente. (Grande Claudio, racconterò anche di lui presto e il suo modo di guardare tutto che è ed esiste.) Sia la sera con la famiglia del Sig. Giandri sia il pomeriggio del giorno dopo avevo la batteria della mia digitale completamente sfinita e Rayna, la mia carissima amica da vent'anni riprendeva con la sua camera (il perfetto recorder che fissa non solo l'attimo fuggente, ma anche le parole!). Proprio allora mentre riprendeva mi diceva "Però non pensare che ne uscrirà quello che avresti fotografato tu". E' arrivato un signore, che ci ha detto che non si poteva passare. Forse pensava che eravamo le solite turiste disorientate che cercavano la strada per Rialto o San Marco. "Ma noi non vogliamo passare, volevamo vedere la Corte del Leon Bianco e questa scala con ciuffetti d'erba", gli abbiamo risposto. E allora lui ci ha proposto di farci vedere anche la parte dietro la porta del cortile. Confesso, dubitavo che c'era qualcosa da vedere, però c'era.





L'abbiamo seguito e lui ci ha fatto vedere la lapide che era rimasta chiusa dietro il cancello, come era dimenticato anche Emilio Zago. Il Signore che ci ha proposto di vedere la corte nascosta ci ha detto qualcosa su Goldoni e Emilio Zago, leggendo parte della lapide:
"nato dal popolo al popolo volle far conoscere Carlo Goldoni" - è quello che ha rispolverato Goldoni du cui fu interprete impareggiabile... della fine dell'800
Qui cìè la lapide, ma da tutte le parti ci sono lapidi qui, eh!"
"PER ESEMPIO Lì C'è UNA LAPIDE... che hanno decapitato il Doge tradittore e gli hanno messo la colonna infame..."





7 коментара:

  1. mi piace la scritta "Internet Station" sotto il portego che porta allo scalone abbandonato e alla lapide di Zago!

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  2. Cara,
    mica la lapide di Zago la possono vedere tutti? No, noi siamo state fortunate, ma la tua amica la commediografa lo meritava, no? Intanto Matteo mi ha detto: "Ovviamente non so manco dove ca.zo sia quel posto" :)

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  3. Zago è più abbandonato e dimenticato anche dello scalone del Lion Bianco...

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  4. Grazie Emilia per questa scoperta! Mi piace questa piccola corte!
    a presto!

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  5. Una volta questa Calle del Lion Bianco portava al Canal Grande, ora è chiusa con edifici più recenti.

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  6. Sembri una spugnetta magica che assorbe tutto! - acqua, luce, parole e sapoti (saori)
    Buona giornata

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