In questa scena del IV atto della commedia vediamo una Signorina Aspirante Cuoca e il Padrone della Casa nella quale dicono nei primi anni del '500 abitavasse il grande pittore Giorgione o Giorgio di Castelfranco. Il Padrone della Casa nella commedia, tra l'altro, è anche il Proprietario dell'osteria "Antico Giorgione".
Ora, vediamoli per prima volta questi due nuovi personaggi in campo San Silvestro. La Signorina tiene in mano una piccola videocamera e mentre parla con il proprietario riprende il campo d’impianto regolare. Una volta messa in scena la commedia potremmo vedere su uno schermo dietro i personaggi queste riprese :)
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La Signorina:
Questo luogo ha avuto un certo rilievo nella storia dell’arte perché si pensa che qui vicino abbia abitato il grande pittore Giorgione! La guida di Touring Club Italiano cita proprio numero 1022...
Il Proprietario:
Se parliamo delle guide per i curiosi dovrei precisare che nella guida Mangiarotti, una bella guida inerente alle principali attività commerciali a Venezia, fin dal 1882 viene indicata la trattoria “ Al Giorgione” esistente a San Silvestro in rio terrà ai civici 1022b e 1040.
La Signorina:
Rio terrà vuol dire un rio interrato, infatti il rio c’era una volta ma ora il ricordo di esso si è corservato solo nel nome “rio terrà”, giusto?
Il Proprietario:
Il rio scorreva di fronte e sul lato sinistro della chiesa. Infatti, fu interrato solo nel 1845 come ricorda una lapide murata su di una casa di Rio terrà Sant’Aponal: “chiusi tre rivi – distrutti tre ponti”
Photo: The Churches of Venice
La Signorina:
“Chiusi tre rivi – distrutti tre ponti” Che bello farlo ricordare con una lapide! Vorrei riprenderla questa lapide poi. Ma lei conosce perfettamente la storia del campo!
Il Proprietario:
No, perfettamente è esagerato, so quando fu aperta l’osteria "Al Giorgione". (sorride)
(I due camminano verso la facciata della chiesa e Riò terrà San Silvestro)
La Signorina:
Immagino dopo l’interramento del rio e la distruzione dei tre ponti...
Il Proprietario:
Esatto, l’interramento diede possibilità ai palazzi che si affacciavano di sfruttare il nuovo spazio che si era venuto a creare e così nel 1880 l’osteria “Al Giorgione” fu aperta.
La Signorina:
Però si sa da chi fu aperta?
Il Proprietario:
Sì, fu aperta da da Domenico Cominotto, friulano, in società con un veneziano di nome Seraglia.. proprio qui al pianterreno del palazzo Valier – Bembo, locale di proprietà dello stesso Seraglia..
La Signorina:
Quandi i soci erano un friulano e un veneziano che volevano sfruttare la nuova via sorta dall’interramento del rio prospiciente.
Il Proprietario:
Esatto... Alcuni anni dopo, grazie all’andamento finanziario, quel friulano Domenico Cominotto decise di aprire una succursale al Ponte dei Gesuiti e la diede in gestione ad un'altra persona, un tale Pietro De Cesco.
La Signorina:
Ma l’osteria qua si chiamava dall’inizio “Al Giorgione”?
Il Proprietario:
Sì, in passato l’opinione diffusa era che il palazzo fosse stato l’abitazione del Giorgione e che, di conseguenza, gli stessi affreschi dentro fossero opera sua...
La Signorina:
Poi entriamo a vedere quegli affreschi..
Il Proprietario:
Sì, gli affreschi ci sono ancora, li abbiamo restaurati ma non sono opere del Giorgione, sono d’età più tarda...
La Signorina:
Dunque quello che aprì l’osteria...
Il Proprietario:
Quando Domenico Cominotto decise di aprire l’osteria era, però, persuaso che il Giorgione fosse un Barbarella ed avesse abitato e affrescato il palazzo.
La Signorina:
Sta scherzando Lei! Sempre nella guida di Touring Club Italiano ho letto che per altri l’onore toccherebbe al vicino palazzo numero anagrafico 1091..
Il Proprietario:
In realtà in una guida degli anni '50 si descrive l’area nei seguenti termini: “Rio terrà S. Silvestro al n. 1022 di fronte alla facciata della chiesa Palazzo Valier ( secolo XVI) già ornato di affreschi scomparsi, di Taddeo Longhi (sec. XVII) supposta dimora di Giorgione, che forse potè invece abitare nella casa al n. 1091.”
La Signorina:
Ah, ecco perché...
Il Proprietario:
Ma a me piace pensare che il Giorgione abitasse proprio nel palazzo nel quale si trovava l’osteria “Al Giorigone”.
La Signorina:
Come piaceva pensarlo anche al primo gestore quel friulano di nome..
Il Proprietario:
...Domenico Comminotto che nel frattempo, divenne unico proprietario e aprì una seconda succursale nella popolare via Garibaldi a Castello.
La Signorina:
Direi che il nome del Giorgione abbia portato fortuna dell’osteria...
Il Proprietario:
Sì, poi nel primo decenio di Novecento Domenico Cominotto moriva e la moglie si ritirava dall’attività chiudendo l’attività, ma l’osteria, dato il successo avuto, fu riaperta da Angelo Bisato di Noventa Padovana solo alcuni anni a seguire.
La Signorina:
Adesso entriamo!
(Entrano)
Il Proprietario:
Per sentito dire, questa è un'osteria ancora nel passato, poi confermato da ricerca storica.
La Signorina: (sempre riprendendo con la videocamera in mano)
Possiamo spostarci vicino a quel portone bellissimo?
Il Proprietario:
Volentieri!
(si spostano)
Il Proprietario:
Questa è una porta d'acqua del '700. Lì (indica l'ingresso dell'Osteria) avevamo un rio che da Canal Grande andava a finire al Ponte Storto. I nobili che abitavano questo palazzo accedevano e andavano direttamente nell'androne.
La Signorina:
Infatti l’osteria dopo l’interramento del rio fu aperta nell’antico androne della porta d’acqua!
Il Proprietario:
E' stato interrato nel 1845 e qui nel 1880 diventa un'osteria. E la porta d’acqua del '700, l’abbiamo restaurata e l’abbiamo messa qui!
La Signorina: (guardando e riprendendo con la camera anche le pareti)
E ci sono anche degli affreschi!
Il Proprietario:
Qui abbiamo tutte decorazioni del 1700, (indica sotto il soffitto), vecchi marmorini del '700, e in sala - affreschi dell'800. L'unica cosa nuova è quel lampadario fatto dal maestro Fornasier da Murano che io ho battezzato "i cigni" perchè hanno il becco e il collo come i cigni.
La Signorina:
Sì, veramente.. Impressionante!
Il Proprietario:
Sotto abbiamo trovato dei pozzi - un pozzo del 1300, facciamo un libricino in cui metteremo tutto quello che abbamo trovato.
La Signorina:
E la gente che viene a mangiare in questa autmosfera trova...
Il Proprietario:
Trova un’abbondante offerta gastronomica che punta alla qualità eccellente degli ingredienti, rigorosamente freschi e di stagione..
La Signorina:
Ma qui si può mangiare anche la carne, non solo il pesce, vero?
Il Proprietario:
Se uno ama la carne, trova anche la carne, non ci sono problemi. Però, questa è una città di mare e pertanto - il pesce comanda!
La signorina: (ripete contenta)
E pertanto – il pesce comanda!
Il Proprietario:
Il pescato è sempre di giornata, scelto personalmente con cura dallo shef tra i banchi dei pescatori al mercato del vicino Rialto.. Le carni sono cotte a bassa temperature e sotto vuoto. (sorride) Occhio di riguardo per i ciliaci!
La Signorina:
Adesso entriamo anche in cucina...
Il Proprietario: (aprendo la porta della cucina)
Le verdure, rigorosaente di stagione, fatte venire appositamente dalle coltivazioni delle isole della laguna..
(Entrano in cucina)
Il Proprietario:
Eccoli il nostro Chef ed i suoi autanti.
La Signorina:
Buongiorno a tutti!
Tutti le sorridono e rispondono in sincrono:
Buongiorno!
La Signorina (avviciandosi allo Chef con la camera in mano):
Quali sono le difficoltà di questo lavoro?
Lo Chef:
Ci vuole tanta passione e sono tante le ore lavorative. Non puoi decidere di fare il cuoco a 6 ore. Impossibile. Devi fare il cuoco a tempo pieno a discapito della famiglia, delle morose che ti mollano continuamente...
La Signorina:
Confermano tutti?
Tutti ridono e annuiscono in sincrono:
Sì, sì. Sì!
La Signorina:
Allora si fa la moglie - vice cuoco o alla cassa...
Tutti ridono di nuovo e rinnegano questa possibilità in sincrono:
No, no, no!
Il Proprietario:
Mai lavorare insieme alla propria moglie. Mai, mai, mai. La peggior scelta che uno possa fare. (dicendo questo esce dalla cucina)
(La Signorina Aspirante Cuoca sorride e non commenta. Tanto, è ammessa lì dove le mogli sono persone non grate e riprende quello che fa lo Chef.)
(Entra il cameriere ed aspetta dei piatti pronti)
Il Cameriere:
Aspetto la battuta.
Lo Chef: (dando un occhio alla camera, intanto preparando qualcosa)
Pensa che Venezia commercializzava lo storione col mar Nero - lo chiamavano moron. Veniva portato dove c'è il Castello, lì c'è un'area che si chiama Tana. Lì veniva commercializzato secco per portarlo nelle imbarcazioni nei lunghi viaggi - un cibo da nave, da barca.
Il Cameriere: (con un pizico di rimprovero)
Tu parla con la Signorina...
(Lo Chef continuando quello che faceva non gli risponde nulla ma infatti non riesce a nascondere l’imbarazzo)
(Entra il Proprietario)
Il Proprietario: (sorridendo alla Signorina Aspirante Cuoca)
Contenta?
La Signorina:
Contentissima!!!
Secondo me il tutto verrebbe meglio in forma di romanzo che di commedia: è troppo da lezione universitaria sulla storia e cultura di venezia... su un palcoscenico risulterebbe noioso... perdonami ma preferisco la sincerità!
ОтговорИзтриванеCerto, certo, è una commedia di leggere questa, mi immagino di pubblicarla come un libro, intanto vorrei molto farla anche adatta per essere messa un giorno in scena... Dunque oggi il regista decide cosa esaltare e cosa saltare :)
ОтговорИзтриванеE poi, caro Ezz,
ОтговорИзтриванеse qualcuno leggesse a pezzi delle scene delle commedie di Shakespeare senza conoscere il testo intero avrebbe detto lo stesso... Credo che sul palcoscenico andrebbe benissimo solo l'intervista con il proprietario mentre nell'osteria entrano Sig. Bauta e Tabarro e la sua giovane bionda compagna che somiglia a Hipazia Teone.
Il commento di mio amico Matteo alias ezzelino:
ОтговорИзтриване"io per primo dico che è da idioti LEGGERE il teatro"