photo by Brigitte Eckert
Questa immagine intitolata da Brigitte "WÄCHTER DES PORTALS", scattata da lei nei pressi di Palazzo Zenobio oppure a un muro dello stesso palazzo Zenobio, al sestiere di Dorsoduro è l'ultima della serie che ha come oggetto Street Art in Venice. L'ho trovata poco fa io, ma è pubblicata il 28 dicembre 2009 nel blog di Brigitte Unterwegs in Venedig. L'ho trovata ultima, ma direi che per me fosse la più forte come messaggio. Spero che Aldo mi dica cosa vuol dire il titolo scelto da Frau Eckert. Lo so che ormai c'è il Google Traduttore, ma preferirei vedessi la traduzione di Sig. Bauta e Tabarro, così imparo da lui anche una parola in tedesco non solo in veneziano.
http://venedig-ebb.blogspot.com
Questa Arte che in tutto il mondo viene denominata Street Art, nella città lagunare è un'arte nascosta in quella Venezia che ingiustamente viene considerata una Venezia "minore". Proprio così alcuni chiamano le zone meno conosciute e poco frequentate di Venezia che possono riservare interessanti squarci e disegni.
Una volta le facciate di molti palazzi veneziani erano affrescate ma quegli affreschi sono completamente scomparse a cavallo dei secoli XVIII e XIX. Si possono ammirare dei frammenti staccati collocati nel portego del secondo piano nobile nella Galleria "Giorgio Franchetti" in Ca' d'Oro e in una sala delle Gallerie dell'Accademia dov'è collocato un vasto e bello frammento di un affresco staccato detto La Nuda o l'Ignuda di Giorgione. A me è sempre piaciuto molto e ricordo la prima volta che l'ho visto, avevo la sensazione che guardassi un affresco antico dell'età classica romana, è così devastato.
Comunque qualcosina oggi si può vedere sulla retrofacciata di Ca' Corfù che forma un insieme famigliare con il palazzo rinascimentale Contarini degli Scrigni la cui facciata seicentesca viene progettata da Vincenzo Scamozzi. Gli affersci si possono vedere dalle fondamenta di Rio di San Trovaso che confluisce nel Canal Grande.
Alcune tracce degli affreschi sulla facciata rinascimentale del palazzo Tiepolo accanto il ben conoservato palazzo gotico Pisani Moretta, si possono vedere anche oggi se si guarda attentamente il triste intonaco di quel palazzo affacciato su Canal Grande, il cui decoro artistico era opera di un pittore di nome Andrea venuto da Zara (odierna Croazia) detto lo Schiavone, attivo a Venezia nella metà del Cinquecento.
Erano famosissimi gli affresci sul Fondaco dei Tedeschi, dove lavoravano Giorgione e Tiziano e qualcosina di essi oggi si possa ammirarare nei musei dell'Accademia e Ca' d'Oro.
Una volta le facciate del palazzo Mocenigo in cui abitò Lord Byron erano completamente affrescate con episodi di storia romana, ed anche se gli storici ci hanno riferito i nomi dei pittori che li erano esegiti (Bedenetto Caliari e Giuseppe Alabardi), gli afferschi sono completamente scoparse con l'usura del tempo ed ora ci è rimasta solo la testimonianza di una stampa di Luca Carlevarijs.
Possiamo solo immaginare la bellezza degli affreschi del palazzo Gussoni, lì gli affreschi esterni erano opera del Tintoretto. Sappiamo solo che raffiguravano Adamo ed Eva, Caino e Abele e il Crepuscolo e l'Aurora, quest'ultime figure erano ispirate alle sculture del Michelangelo sulle tombe medicee nella Cappella dei Medici presso la chiesa di San Lorenzo a Firenze.
Nel suo libro "Venezia città nobilissima et singolare" Francesco Sansovino aveva parlato degli affreschi che ornavano nel Cinquecento il prospetto sul campo del palazzo Maffetti Tiepolo all'odierno numero anagrafico 1957 in Campo San Polo, ma in un'incisione di Andrea Visentini dell'Ottocento non si vedono più.
Francesco Sansovino aveva lodato anche gli affreschi che adornavano la facciata secondaria nel cortile del palazzo Foscarini (odierno hotel di 4 stelle "Palazzo Giovanelli"). Erano dipinti da Giambatista Zelotti e lì impressionava molto un fregio con figure nude, c'erano tra una finestra e l'altra le raffigurazioni di finte aperture dalle quali si affaciavano dei suonatori a "inganno dell'occhio", o detto alla francese, "a tromp-l'oeil". Francesco Sansovino aveva definito quel fregio "adorno e ricco di tutto ciò che si potesse desiderare".
Tra l'atro oggi un fregio con figure nude si può vedere tra le tre arcate del palazzetto Salviati decorato anche con un mosaico raffigurante i signori produttori di oggetti di vetro della famiglia e Venezia nel posto d'onore, lì dove il Rio della Fornace confluisce nel Canal Grande. Ci sono due figure femminili e due figure maschili, quelle maschili mostrano le spalle, le donne raffigurate mostrano il seno agli occhi dei passanti in diverse imbarcazioni su Canal Grande.
In questi giorni guardavo le immagine della cosìdetta Street Art, scattate da Aldo, Anne e Martine ultimamente a Venezia "minore" e pensavo a guegli affreschi veneziani dei secoli passati che sono andati completamente perduti. Chissà se una volta quando affrescavano le facciate dei palazzi fossero consapevoli dell'azione nefasta della salsedine e degli elementi naturali sui dipinti esterni ma questi pittori anonimi di oggi che praticano la "Street Art" a Venezia ne sono consapevoli e nonostante questo lascino queste immagini sui muri e le porte sempre chiuse dingendo volentiere per sè e per gli altri che ci passerano a vedere queste opere senza nemmeno lasciare il nome firmando l'opera artistica e questo fatto lo trovo meraviglioso.
Per le foto che vedete sotto ringrazio ad Aldo, Anne e Martine che mi hanno permesso di usere le loro foto per illustrare questo post.
Aldo aveva trovato e fotografato questa immagine all'incroccio di Rio Fontego dei Tedeschi, Rio di San Lio e Rio della Fava. In un posto "De l’eau partout. En face, trois garnements vous observent..." (se non lo capite il francese vi consiglio di usare il traduttore, non mancherà la sorpesa della traduzione). La foto l'ha scattata in maggio 2010 e l'ha pubblicata nel suo blog VENEZIAMENTE
http://venezziamente.blogspot.com/2010/05/street-art.html
Anne aveva fotografato questa immagine dipinta sul muro di una fondamenta al sestiere di Cannareggio l'anno scorso (2009) e nel suo blog miscellanéesanne dove 16 ore fa l'ha pubblicata diceva: "Personnellement, il m'a plu et, là où il était placé, sa présence, certainement prévue pour être éphémère, s'avérait plutôt agréable."
http://anne-miscellanees.blogspot.com/2010/05/en-echo-martine-venise.html
Le facce indiane fotografate da Martine de Sclos.
Un piano primissimo di Martine che aveva scattato tutte le altre foto sottostanti.
Il Signore con "la cornice" di pietra e "verde".
Ecco questo signore ancora più da vicino. Closer.
Questa immagine mi piace molto, quasi invidio a Martine che l'aveva vista dal vivo, comunque la foto mi affascina in pieno.
questo è qualcosa di diverso, in segiuto Martine ha precisato nel commento sottostante che aveva scattato nei pressi di San Francesco della Vigna.
Le ultime immagini sono prese da Martine a dicembre 2009 e sono pubblicate nel suo blog Per l'Amore di Venessia
http://perlamoredivenessia.blogspot.com
Bravo Emilia, un résumé de nos rencontres amicales sur un même sujet... une belle équipe!
ОтговорИзтриванеBonsoir Emilia! Merci pour votre publication qui récapitule toutes les facettes du "street art". A l'instar de Martine, je suis très contente que nous participions ensemble à une rencontre virtuelle sur ce sujet et j'espère qu'il y aura d'autres occasions comme celle-ci.
ОтговорИзтриванеAnne
Emilia, la dernière photo a été prise aux alentours de San Francisco della Vigna
ОтговорИзтриванеMerci, Martine, merci Anne :)
ОтговорИзтриванеТози коментар бе премахнат от автора.
ОтговорИзтриванеSembra che abbia qualche problema con i miei commentari...
ОтговорИзтриванеTrovo il tuo post molto interessante. Ho imparato molte cose sugli affreschi dei palazzi veneziani.
La frase di Brigitte Eckert si può tradurre con: "Guardiano del portale".
Grazie, carissimo Aldo
ОтговорИзтриванеDa restauratrice e da perlera trovo questo tuo post veramente interessante, al restauro degli affreschi di palazzo Contarini degli scrigni, Corfù, ho lavorato anch'io, da vicino sono veramente unici,
ОтговорИзтриванеti suggerisco di andare nella calle tra campo San Vio e Calle della Bissa, vedrai un palazzetto ancora con tutto il suo intonaco dipinto originale questo a dimostrazione che l'arte di decorare le facciate a Venezia interessava non solo i Palazzi prestigiosi,ma anche le case meno in vista.