Atto II, scena 2
Piera:
Non so come definire, se come uno scherzo, uno del Massariol, spirito "polthergheist", burlone e anima di Palazzo Mastelli a Venezia, legato ad un esorcismo del Cappellano di San Fantin, reso necessario dal fatto che ogni giorno, alla stessa ora, suonassero in contemporanea tutti i campanelli delle stanze del Palazzo o il mondo burlesco, da Pasquino, con cui con l'ironia si castigavano i costumi della gente, tipico di quello che venne attribuito all'illustre "scomparso" ( solo la testa, ma quanto basta) del cosiddetto Sior Antono Rioba, o naso di ferro, uno dei tre fratelli Mastelli raffigurati in fondamenta dei Mori, a Cannaregio, tra Campo Santi Apostoli e le fondamente nuove, e destinatario e mezzo di comunicazioni del popolo con l'esecutivo, chiaramente, ironicamente, ma comunicazione seria e pressante.
Luciano:
Dolce Piera, si dice che i campanelli che suonavano in contemporanea nel palazzo erano cinque, il camello sulla facciata per me è un dromedario da soma, però rispetto le tradizioni. (le bacia la mano) Sempre nei miei pensieri...
Piera:
Narra la leggenda che nelle notti particolarmente fredde lo spirito, intrappolato all'interno della raffigurazione di Rioba, pianga, e che soltanto i puri di spirito, posando una mano sul petto della statua possano percepire i battiti del suo cuore.
Luciano:
Piera, ieri quando ho letto il tuo blog pensavo a una notizia scherzoza, ma questa mattina così per rassicurarmi sono andato a vedere, salito il ponte sono rimasto di sasso è tutto vero. Non ho parole non puo essere, chi puo avere fatto un cosi brutto sfreggio a Venezia, Non mi sento di dire altro, sto piangendo
Piera:
Non era purtroppo uno scherzo! a me fa male al cuore anche solo il pensiero che esistano persone che sfogano le proprie frustrazioni sulla bellezza (un dono di Dio) e sull'arte. Pensavo che la mia amata città fosse al sicuro da persone di questo tipo, ma purtroppo al peggio non c'è mai fine! Un abbraccio affettuoso
(Cavalier Luciano si allontana piangendo)
Piera:
Spero soltanto che ben presto l'importante ed unica testa di "naso di ferro" possa ritornare al suo posto per ridonare a questa immagine la sua identità, vergognosamente sottratta e per ricostituire un'unicum delizioso, legato all'essenza stessa di Venezia, delle sue etnie e alla struttura di uno Stato multietnico, particolarmente moderno ed unico, che tanto avrebbe ad insegnare ai legislatori italiani.
(Esce anche Piera)
In questa scena della commedia sono usate delle frasi di Piera, pubblicate nel suo blog nell'impostazione Sior Rioba e la sua testa scomparsa: spirito Massariol (polterghaist) o vergognosa inciviltà? Colgo il caso di ringraziare a Piera e soprattutto all'adorabile cavalier Luciano che ha proprio creato questa scena.
La scena può essere ampliata usando dei particolari ed i commenti del post di Fausto. Quando completo la prima versione di tutta la commedia ci tornerei per vedere che cosa aggiungere. Ma visto che è una scelta ambientata in uno spazio pubblico, all'aperto possono entrarci anche altri dei personaggi, il Fotografo, il Sig. Veneziano, la Signora Straniera, la Signora Padovana... Vediamo, voi che ne dite?
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