понеделник, 21 юни 2010 г.
Commedia, atto III, scena 2 (I campanili)
Atto III, scena 2
Chorus:
Tutti sanno che Venezia è composta da più di cento isole, collegate con più di 400 ponti e divise di molti piccoli canali che a Venezia chiamano rii. Ci sarà qualcuno che si interessa dei numeri precisi dei ponti, dei rii e dei campanili? Ve li posso dire io. 416 ponti, 176 rii, cento...
(entrano la Sig. Straniera e il Signore dei Campanili, la Signora Straniera fa un segno del Chorus di sparire dicendo poi al Sig. dei Campanili riguardo al Chorus)
La Signora Straniera:
Buono di nulla, meglio che ne se vada per non infastidere il pubblico...
Sig. dei Campanili:
I campanili ancora presenti nella laguna di Venezia sono circa un centinaio.
Chorus:
(uscendo)
176
La Sig.ra Straniera:
Scometto che se ne inventa il numero!
Sig. dei Campanili:
Purtroppo alcune decine di essi sono stati abbattuti, specialmente nel corso dell'Ottocento.
La Sig.ra Straniera:
Son certa che possiamo fare noi la parte di quello! Tra quelli rimasti ci sono tre campanili pendenti. Quello di San Giorgio dei greci, alto e bianco, si vede da ogni punto visivo che non è dritto, anche quello di Santo Stefano...e... quale era il terzo?
Sig. dei Campanili:
San Pietro di Castello.
(Entra il nobilissimo Sig. Giandri. La Sig.ra Straniera lo saluta e lo presenta al Sig. dei Campanili)
La Sig.ra Straniera:
Fausto, sono lieta di presentarLe il mio professore, lui mi ripette sempre di non esserlo, ma per me è per eccellenza un professore honoris causa.
(Sig. Giandri e Fausto, alias il Sig. dei Campanili si salutano con “Picere!” “Piacere mio”)
Sig. Giandri:
A proposito di campanili.... lo sa che esiste ancora un pezzo del campanile della chiesa di San Stin?
La Sig.ra Straniera:
San Stin?
Sig. Giandri:
S. Stefano o S. Stefanin
Sig. dei Campanili:
S. Stefano confessore ma la chiesa è abbattuta nel 1810
Sig. Giandri:
Quel pezzo del campanile si trova vicino ai Frari, naturalmente, dove una volta c'era questa Chiesa.
Sig. Venessian ancù e anca Doman: (solo di passaggio)
Al centro del campo S. Stin c’è una vera da pozzo cinquecentesca decorata con rilievi di S. Stefano e altri che fa parte della mia collezione fotografica... Il campo prende nome dall'antica e piccola chiesa, demolita nel 1810, dedicata a S.Stefano confessore, chiamata quindi San Stefanino perchè piccola e corrotta dal popolo in San Stin. (dopo la precisione saluta e continua la sua strada)
Sig. Giandri:
Guardando in un angolo molto nascosto del campo si vede, tra due abitazioni, un pezzo di muro con i mattoni a vista (cioè mattoni senza intonaco) che apparteneva al campanile di quella chiesa.
Sig. dei Campanili:
Quel campo è circondato da edifici di origine gotica, alcuni fortemente rimaneggiati, trovo veramente strano il fatto che la base del campanile è ancora visibile...
Sig. Giandri:
E tra i campanili che non ci sono più, come dimenticare il campanile della Chiesa di San Paterniano, l'unico campanile di Venezia che aveva la base non quadrata, ma pentagonale (5 lati)!!!
Sig.ra Straniera:
Mai sentito!
Sig. Giandri:
Sono di fretta, oggi mi fermo solo un paio d'ore. Adesso vi saluto. A tra poco!
(Sig. Giandri saluta il Sig. dei Campanili e la Sig.ra Straniera, poi esce)
La Sig. Straniera:
Mi incurisiscono molto quei campanili pendenti. Lei ha l'intenzione di salire su uno di essi? Sarà più difficile di ottenere il permesso? E crede di avere un giorno la possibilità di farlo?
Sig. dei Campanili:
Nel prossimo futuro dovrei ottenere il permesso di salire su un campanile pendente (incrociamo le dita). Su tutti i campanili vietati al pubblico è difficile avere il permesso di salire.
La Sig.ra Straniera:
Ma su quanti campanili di Venezia è salito fino a questo momento?
Sig. dei Campanili:
Finora una decina.
La Sig.ra Straniera:
Quindi è abbastanza difficile ottenere il permesso, eh?
Sig. dei Campanili:
Non può immaginare cosa devo fare per
ottenere i permessi per salire sui campanili!
Fosse solo la fatica di salirci, sarebbe uno scherzo!
La Sig.ra Straniera:
Immagino le condizioni dell'interno non siano ottimali ed alcuni non siano sicurissimi...
Il Sig. dei Campanili:
Sì sì, ci sono dei campanili sono stati mozzati nel XIX secolo perchè erano pericolanti come quelli di San Boldo e di Santa Margherita.
La Sig.ra Straniera:
Ha nel suo programma anche quelli che sono stati mozzati? Salirà anche sul campanile di San Boldo e di Santa Margherita?
Sig. dei Campanili:
Sul mio personalissimo programma ci sono anche i campanili mozzati, perché no!
Poi non tutti i campanili di Venezia sono di forma classica, con torre e cella campanaria, alcuni sono rappresentati solo da delle campane montate sopra al tetto della chiesa.
La Sig.ra Straniera:
Come quello di Santi Giovanni e Paolo o come dite voi, i veneziani, San Zanipolo e come quello di San Giovanni in Bragora, se non mi sbaglio... Ed anche quello di San Tomà, vero?
Sig. dei Campanili:
Sì, l'esempio più evidente si trova sopra alla Basilica di San Giovanni e Paolo.
La Sig.ra Straniera:
San? Ma non siano due quei santi poveracci che formano uno solo San Zanipolo? (sorride) Ma Lei è interessato anche a quelli costriuti in un lato del tetto o no?
Sig. dei Campanili:
I campanili con la forma "alla romana" non sono tra i più sicuri poiché sono all'aperto e potrebbero mancare di adeguati parapetti. Tuttavia spero di visitare anche quelli, non ci penso a tirarmi indietro.
La Sig.ra Straniera:
Che cosa altro dovevamo dire all’inzio... che non mi ricordo...
Sig. dei Campanili:
Qualche campanile crollò durante la Repubblica di Venezia e venne ricostruito, mentre altri non furono più riedificati.
La Sig.ra Straniera:
Sì, sì, il campanile di San Marco crollò improvvisamente (tira fuori un bigliettino e legge) il 14 luglio 1902 ma il Consiglio Comunale lo rivolle “come era e dove era”, e l’operazione di ricostruzione fu completata nel 1912.
Sig. dei Campanili:
Ancora oggi è possibile sentire il suono dell’unica campana (detta la “marangona”) che si salvò inopinatamente dalla distuzione del crollo.
La Sig.ra Straniera:
Era crollato anche il campanile della chiesa della Carità che si può vedere in quel quadro del Canalletto...distriuggendo quelle case che si possono vedere nella tela “La corte del Tagiapiera” che si possa ammirare oggi nella National Gallery a Londra...
Sig. dei Campanili:
Crollando aveva fatto saltare nell’aria delle gondole che navigano in Canal Grande...
La Sig.ra Straniera:
Dio mio, sarebbe stato un orrore per quei poverini in esse...
Sig. dei Campanili:
Volevo dire anche che spesso il campanile veniva costruito a ridosso della chiesa o addirittura veniva inglobato da altri edifici...
La Sig.ra Straniera:
Basta, basta, chi vorrà andrà a leggere il Suo articolo. Qual è stato il primo campanile di Venezia su cui è salito?
Sig. dei Campanili:
Il primo campanile sul quale sono salito è stato quello di San Marco. Avevo 3 anni e fu senz'altro la mia salita più facile, fatta in braccio di mia madre
La Sig.ra Straniera:
E’ l’ultimo fino a questo momento?
Sig. dei Campanili:
Il Campanile di San Zulian.
(passa Sig. Venessian ancù e anca Doman)
Sig. Venessian ancù e anca Doman:
Il campanile di San Zulian è stato restaurato di recente.
Sig. dei Campanili:
Il Campanile di San Zulian è stato restaurato solo all'esterno. Le garantisco che le condizioni dell'interno non sono ottimali e che non ho visto il segno di restauri recenti.
Sig. Venessian ancù e anca Doman:
Buona continuazione! Sta facendo la concorrenza al libro di Sammartini e Rosini!
Sig. dei Campanili:
Grazie. Non è mia intenzione fare concorrenza a nessuno ma piuttosto mostrare alle persone delle viste inusuali di Venezia.
Sig. Venessian ancù e anca Doman:
Non Le conviene, piuttosto che la sola pubblicazione sul blog, fare un sito?
Sig. dei Campanili:
L'idea di fare un sito sui campanili mi solletica davvero. Purtroppo mi manca il tempo necessario per fare un sito "come dico io". Preferisco aspettare il momento giusto. Grazie per l'incitamento!
(Sig. Venessian continua la sua strada salutandogli cordialmente)
Sig. Venessian:
Buona giornata!
Sig. dei Campanili:
Volevo dire anche un’altra cosa a mio parere importante. Su alcuni campanili di Venezia (tra di essi quello dei Frari), sono montati i segnalatori acustici che avvisano la popolazione del verificarsi di un'imminente acqua alta.
La Sig.ra Straniera:
Ah sì, il campanile dei Frari è quello della Sua chiesa. Immagino che Lei desideri parlare della Sua città vista dall’alto del Campanile dei Frari...
Sig. dei Campanili:
Venezia vista dall'alto è meravigliosa, ti lascia senza fiato.
La Sig.ra Straniera:
Credo che non sia come il panorama della città che si scorge dal finestrino di un aereoplano.
Sig. dei Campanili:
No, quello che si ammira dalla sommità del Campanile dei Frari è assai diverso. Non dimenticherò mai il giorno quando ho avuto la fortuna di vedere Venezia dall'alto da una tale posizione privilegiata. Era un mio grande desiderio quello di poter salire sul Campanile dei Frari, da anni volevo avere questa possibilità.
La Sig.ra Straniera:
E finalmente ha avuto questa possibilità...
Sig. dei Campanili:
Finalmente mi si è presentata l'opportunità solo perchè faccio parte della Parrocchia dei Frari. Ci tengo a sottolinearlo, questo non è un giro turistico per il pubblico.
La Sig.ra Straniera:
Capisco, i turisti possono salire solo sul Campanile di San Marco e sul Campanile di San Giorgio Maggiore dove ci sono gli ascensori e si paga il biglietto di 8 o rispettiavamente 4 euro, se non sbaglio.
Sig. dei Campanili:
Esatto. Su quei due campanili che salutano chi entra nel bacino di San Marco possono salire tutti che vorrano, hanno messo ascensore in tutti e due e questi sono i due campanili che si possono visitare dai turisti che desidarano ammirare il panorama di Venezia dall’alto. Il Campanile dei Frari non ne ha e non ne avrà mai credo.
(Entra il nobilissimo Sig. Giandri)
Sig. Giandri:
Infatti da pochi mesi, si sono conclusi i lavori di restauro e di consolidamento. il campanile è completato nel 1396. Alto 70 metri, è secondo dopo quello di S. Marco che misura 98,60 metri.
Sig.ra Straniera:
Grazie, gentilissimo Sig. Giadri, preciso come sempre e come deve esserlo uno studioso!
Sig. Giandri:
Lei non deve pensare che io sia uno studioso, un professore o un ricercatore. (si rivolge alla Sig.ra Straniera) Come già le dissi, sono solo un impiegato che ama la propria città nella quale è nato e cerca - con i mezzi limitati che ha - di studiarla un po' e di raccontarla.
La Sig.ra Straniera:
Fausto proprio stava per raccontarci la sua salita sul Campanile dei Frari... E’ successo quel bel giorno di marzo, quando c’era la neve e il sole, vero?
Sig. dei Campanili:
Sì, l’indimenticabile 11 marzo. Dopo aver fissato un appuntamento con il custode ho atteso con impazienza per giorni la fatidica ora. Nelle giornate precedenti il vento a Venezia prima, e la neve poi, mi avevano fatto temere che la mia visita saltasse a causa del maltempo.
La Sig. Straniera:
Però è stato fortunato!
Sig. dei Campanili:
Per fortuna l'11 marzo alla mattina mi sono svegliato e ho visto con stupore che era una bellissima giornata di sole. Allora mi sono presentato puntuale all'appuntamento con il custode e ci siamo diretti verso la porta di ingresso del campanile. Nel mi0 blog avevo raccontato e illustrato con alcune foto la salita. Una volta arrivati in cima al campanile mi si è presentata davanti una scena incredibile. La vista dall'alto di Venezia avvolta dal sole, con i tetti ricoperti dalla fitta neve caduta il giorno prima... Il vento freddo soffiava forte a quella quota, ma io non lo sentivo, impegnato com'ero a scattare foto, una dietro l'altra. E riconoscevo luoghi vicini e lontani, ma tutti comunque familiari. Erano le chiese, i campanili, le case della mia cara città. Mai Venezia mi è apparsa così bella.
La Sig. Straniera:
Ma anche Lei, sig. Giandri, è salito sul Campanile di Frari, vero?
Sig. Giandri:
Si, ho avuto anche io l'occasione di salirci più volte. Una volta ho fatto una ripresa con la telecamera dell'intera salita, per dare l'idea del percorso e dell'ambientazione: sono come due campanili uno dentro l'altro e la salita non ha gradini, ma solo un continuo piano inclinato. I gradini (in legno) sono nell'ultimo tratto per arrivare sulla terrazza delle campane. Da lì si può salire ancora di qualche metro per raggiungere l'ultimo coronamento con la balaustra di colonnine bianche.
Sig. dei Campanili:
L'interno del Campanile dei Frari offre un percorso interessante fino alla sua sommità. Il Campanile dei Frari al suo interno è cavo e non ha ascensori che consentano di arrivare comodamente in cima, come invece avviene nel Campanile di San Marco.
La Sig.ra Straniera:
E quanto tempo ci vuole per arrivare fino alla somità?
Sig. dei Campanili:
Per arrivare fin sopra al Campanile dei Frari quindi ci vuole una lunga camminata al suo interno di circa 10 minuti. Non si devono percorrere delle scale ma bensì dei lunghi piani inclinati pavimentati con tavelle che girano di 90 gradi lungo ogni lato del campanile.
Sig. Giandri:
A metà della salita si apre una porticina interna che conduce al sottotetto della Basilica. C'è veramente una foresta di alberi a sostenere il tetto! Ma i veneziani erano abili costruttori con il legno con il quale costruivano anche le navi della loro flotta.
Sig. dei Campanili:
Il sottotetto di questa chiesa è davvero antico, ha mantenuto pressochè intatte le caratteristiche originali che aveva nel '300. Il sottotetto è percorribile in tutta l'area sovrastante la Chiesa dei Frari grazie a delle passerelle in legno protette da parapetti. Bisogna stare attenti a dove si mettono i piedi perchè l'illuminazione è scarsa. Chi ha percorso gli Itinerari Segreti del Palazzo Ducale, nel momento in cui si passa al di sopra della Sala del Maggior Consiglio, ha già una idea di cosa si può vedere.
Sig. Giandri:
Diciamo che per chi ha visto Venezia dall'alto del Campanile dei Frari, percorrere un itinerario nel sottotetto della chiesa possa rappresentare un'esperienza forse claustrofobica, ma altrettanto interessante.
Sig. dei Campanili:
Ci sono dei camminatoi e della capriate che sostengono il tetto e il tutto ci lascia solo immaginare di come possa essere l'ambiente sottostante. Il custode deve venire ogni tanto fin quassù per aprire dei fori di aerazione poichè essi di solito sono sigillati da degli enormi tappi. Questi grossi buchi consentono di sfiatare l'aria dalla Chiesa dei Frari verso l'esterno.
© foto di Fausto Maroder pubblicata nel suo blog post Sottotetto della Chiesa dei Frari All rights reserved.
Sig. Giandri:
A proposito di buchi sul soffitto (e rispettivo sottotetto) della chiesa dei Frari.. Non servivano esattamente per sfiatare l'aria. Almeno questo non era il loro scopo principale.
Servivano per .... costruire la chiesa!!!!
La Sig.ra Straniera:
Per costruire la chiesa?! Ma come?
Sig. Giandri:
Mi spiego: gli operai di quella volta non avevano le strutture, i ponteggi e le gru che ci sono oggi.
Per lavorare in alto (alle colonne, alle pareti, al soffitto) si servivano di ponteggi (o parancole) di legno che venivano calate dall'alto con delle funi.
Quando hanno cominciato a costruire le volte della chiesa hanno dovuto lasciare i buchi attraverso i quali passavano le funi che sorreggevano i ponteggi di legno. Curioso, vero?
La Sig.ra Straniera:
Molto curioso, veramente!
Sig. dei Campanili:
Il soffitto della Chiesa dei Frari è letteralmente costellato dei fori per l'aerazione, saranno anche serviti per la costruzione della Basilica, ma poi potevano essere tranquillamente tappati in modo definitivo con la calce. E' possibile piuttosto che essi siano stati pensati anche per aerare la basilica.
Sig. Giandri:
Oggi molti di quei buchi sono tappati con dei tappi di legno, come ha detto Lei.
Inoltre qualcuno di quei buchi è occupato dal rilevatore di fumi dell'impianto anti incendio.
La Sig.ra Straniera:
Ma Sig. Giandri, Lei è andato a vedere anche quegli affreschi nascosti... Si va proprio dal sottotetto della Basilica, vero?
Sig. Giandri:
Per andare a vedere gli affreschi nascosti sopra la cappella Corner bisogna dal sottotetto calarsi sul tetto delle cappelle absidali (che è più basso). Si esce all'aperto attraverso una piccola finestra. Sono circa sei metri di una piccola scala a pioli in ferro infissa sul muro esterno dell'abside che non è fatta per chi ha le vertigini! Si arriva a una botola sul tetto e attraverso questa botola si scende nel sottotetto delle cappelle laterali di sinistra (una discesa simile si deve fare per arrivare alle cappelle di destra). Il tetto (e quindi il sottotetto) delle cappelle si trova più in basso del tetto (e del sottotetto) della Basilica.
Si cammina sul sottotetto della prima cappella, poi si passa alla seconda, la terza e infine si entra nel sottotetto della cappella Corner. Qui si vedono gli affreschi.
La Sig.ra Straniera:
La questi affreschi oggi nascosti una volta erano esterni, vero?
Sig. Giandri:
Si tratta di quello che resta della decorazione absidale esterna della chiesa. (Ne parlo su una delle pagine web dei Frari, forse la terza pagina)
La Sig.ra Straniera:
Sì, sì, mi sono documentata, ho letto proprio quello che aveva scritto e avevo visto le foto che Lei aveva scattato dato che ormai non si possono vedere quegli affreschi rimasti imprigionati dopo la costruzione della cappella Corner.
Sig. Giandri:
Sarebbe bello un giorno fare una piccola pagina dedicata a questi itinerari nascosti (che naturalmente non sono possibili per il pubblico e per il turista. In certi punti sono anche un poco pericolosi).
La Sig.ra Straniera:
Quindi, tutti noi semplici, mortali turisti ci dobbiamo accontentare a vedere qualche foto di questa arcitettura ed arte visiva da dio! Esagero, ma io sono nata per esagerare... Torniamo comunque nella cella campanaria. Cosa si vede per prima quando si esce?
Sig. Giandri:
La prima cosa notevole da vedere sono le 7 grandi campane, ma anche il pavimento alla veneziana
La Sig.ra Straniera:
Quello detto anche Arlecchino per i colori variopinti del suo costume
Sig. dei Campanili:
Durante la mia visita era quasi tutto ricoperto di neve ghiacciata. Quando sono uscito fuori il freddo era intenso e pugeva il viso.
Sig. Giandri:
Sicuramente quel pavimento che come Lei ha citato Arlecchino è quello che si trova più in alto della città. Ma poi quando uno vede il panorama di Venezia prova un’emozione veramente unica...
Sig. dei Campanili:
Lo spettacolo è grandioso, Venezia vista dall'alto di questo campanile è qualcosa di speciale. Dovevo scendere a malincuore...
Абонамент за:
Коментари за публикацията (Atom)
Noi, i lettori di questo blog ti vogliamo proibire di pubblicare tanti post insieme perchè non riusciamo a leggerli bene!
ОтговорИзтриванеComplimenti per questo modo inusuale di predisporre i post.
ОтговорИзтриванеQuindi, non sono d'accordo con l'opinione espressa da Rayna.
Grazie, Sergio :)
ОтговорИзтриванеcomunque oggi cercavo la vera da pozzo in campo San Stin nel tuo sito e non l'ho trovata... chissà perché...
Emilia, ti rispondo qui ai quesiti che mi fai sul mio blog.
ОтговорИзтриване1)Il soffitto della Chiesa dei Frari è letteralmente costellato dei fori per l'aerazione (come quello che vedi nella foto), saranno anche serviti per la costruzione della Basilica, ma poi potevano essere tranquillamente tappati in modo definitivo con la calce. E' possibile piuttosto che essi siano stati pensati anche per aerare la basilica. Che siano stati progettati sicuramente per costruire la chiesa mi sembra piuttosto strano, poiché non mi ricordo altri esempi simili in altre chiese. Farò più attenzione durante le mie prossime escursioni nei sottotetti delle chiese per cercare tracce di buchi simili a quelli.
2)Per quel che riguarda il campanile di San Stin
confido nelle parole del Sig. Giandri.
3)La base pentagonale del Campanile di San Paternian non l'ho mai vista e non ti so dire se esista ancora.
http://www.piovesan.net/Vere%20da%20pozzo/Foto/San%20Polo%20-%20Campo%20San%20Stin%201.htm
ОтговорИзтриванеhttp://www.piovesan.net/Vere%20da%20pozzo/Foto/San%20Polo%20-%20Campo%20San%20Stin%202.htm
Questi sono i link diretti per le due foto relative al pozzo in Campo san Stin.
Comunque le trovi dalla galleria del sestiere di san Polo, all'ultima riga
saluti
Sergio
Grazie Sergio,
ОтговорИзтриванеho messo il link verso la galleria di San Polo. Non l'avevo trovata perché mi mancava la pazienza, tesorissimo :)